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Quando Luhan venne a sapere della decisione che avevano preso i suoi genitori di fargli fare degli accertamenti e di fargli fare delle sedute da uno psicologo pensò che fosse uno scherzo: perché mai avrebbero voluto? Non era possibile che si fossero accorti di qualcosa; loro non c'erano mai. Non ebbe la possibilità di obiettare in alcun modo, né di chiedere spiegazioni: quella dei suoi genitori non era una richiesta, ma un obbligo. Quella notizia gli arrivò addosso come una secchiata di acqua gelata: non poteva capire come avessero fatto ad arrivare anche solo a pensare che qualcosa in lui non andasse. Ci pensò su attentamente: come ci erano arrivati? Nessuno avrebbe potuto dirglielo, perché a nessuno importava della sua situazione, né qualcuno né era a conoscenza... Tranne Sehun. Certo, non gli aveva mai parlato dei suoi problemi, ma era l'unico che lo conosceva abbastanza bene. Era stato sicuramente lui; nessuno avrebbe potuto oltre lui. Si sentì pieno di rabbia, avrebbe lanciato tutto all'aria se ne avesse avuto le forze. Non riusciva a capire perché Sehun avesse fatto una cosa simile. Si sentiva quasi tradito.

Mentre era in aula, a fine lezione, si alzò di scatto infuriato per andarlo a cercare in tutta la scuola, e, quando lo trovò vicino agli armadietti non si risparmiò, a parole.

"Come diamine ti sei permesso?!" imprecò contro il moro, che lo guardò confuso.

"Di fare cosa?"

"Cosa sei andato a raccontare ai miei genitori?! Che diavolo gli hai detto?! E soprattutto come ti sei permesso?! Vogliono mandarmi da un fottuto strizzacervelli per colpa tua, te ne redi conto?!"

"Luhan di cosa parli...?" chiese confuso.

"Non fingere di non sapere nulla. So che sei stato tu. Cosa cazzo hai detto ai miei genitori?!"

"Io... Ho solo detto che sono preoccupato per te" ammise la verità Sehun, che si sentiva stretto in un angolo.

"Cosa?!"

"Te lo giuro, non sto mentendo" scosse il capo.

"Dovevi farti gli affari tuoi"

"Sono affari miei" ribatté allora, con tono fermo.

"No Sehun, non sono affari tuoi. È la mia vita, non la tua!" urlò con rabbia.

"Io tengo a te, non voglio che tu stia male"

"Dovevi pensarci due volte prima di farlo"

"Luhan, guardati! Guardati dannazione! Cosa hai intenzione di fare: sparire lentamente dalla faccia della terra?!"

"Sì" rispose secco.

A Sehun gli si spezzò cuore a sentire quella risposta tanto fredda. Non avrebbe voluto sentir dire quelle cose da Luhan, non dal suo Luhan.

"Non puoi, non te lo lascerò fare, per questo ho detto a tua madre di fare qualcosa, perché non voglio che tu stia ulteriormente male"

"Dannazione Sehun, esci fuori dalla mia vita. Non voglio più vederti, né parlarti" urlò infuriato, con un tono gelido.

"Luhan... Dici davvero?" Il ragazzo sentì quasi un dolore fisico nel sentir dire quelle parole, che sembravano tanto crude e schiette.

"Mi hai rovinato la vita. Non voglio più vederti, Sehun."

"Luhan..." provò a scusarsi.

"Sparisci dalla mia vita"

Sehun sentì un peso al cuore, e le lacrime farsi spazio e risalire lentamente. Abbassò lo sguardo e sospirò.

"Se... Se è quello che vuoi, Luhan, va bene. Ma per favore, non continuare così" si allontanò leggermente "mi dispiace averti deluso" sorrise in un modo tanto amaro da far sentire Luhan in colpa.

Cosa ho appena fatto, pensò Luhan.

Skin and Bones [HunHan.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora