Decisi di spazzolarmi i capelli per scaricare la tensione.
Le volte in cui passai la spazzola furono infinite e il risultato fu di avere i capelli più lisci della seta.
Dopo essermi lavata mi vestii e scesi giù per fare la colazione.
Proprio mentre stavo versando il latte nella tazza, il mio telefono squillò.
Lasciai andare lo scatolo del latte a terra e mi voltai di scatto.
Cos'era? Avevo l'ansia?
Era da tanto tempo che non ricevevo chiamate, era abbastanza strano.
Era presto per la chiamata di mio padre.
Bob iniziò ad abbaiare e corse su per le scale.
Anche io mi precipitai al primo piano.
Entrai in camera mia quasi inciampando nella sedia per la fretta.
Finalmente presi il cellulare: Elena.
Cosa stava succedendo?
Tenni il telefono in mano guardandolo squillare per qualche secondo, poi risposi.
《Elena?》
Mi tremava la voce e non sapevo perché.
Ma qualcosa mi diceva che sarebbe successo qualcosa di brutto.
《Jessica! Devi correre alla radura!》, urlò Elena dall'altra parte.
Era in preda al panico, si capiva benissimo.
《Jessica??》, urlò di più.
《Sì, arrivo》, riuscii a rispondere.
Misi il telefono in tasca e saltai dalle scale rischiando una bella caduta.
Ma chissà perché la fortuna fu dalla mia parte.
Sbattei la porta mentre Bob abbaiava ancora.
La pedalata verso la radura fu la più disperata e la più lenta nonostante andassi veloce.
Ricordai quando percorrevo la strada per andare al maneggio, quando scorsi il boschetto e la radura.
Quel sole caldo di giugno e di luglio che mi aveva accarezzato la pelle.
Quelle corse per arrivare in tempo a casa, quella gioia infinita quando avevo scoperto che Power riusciva a capirmi.
In pochi secondi mi ritrovai in una cascata di lacrime e singhiozzante.
《Non può finire così, io devo restare con te》, dicevo disperata mentre pedalavo a perdifiato.
Se fino a poco tempo fa avevo buttato la bici così dinanzi al boschetto, ora avevo spiccato il volo da questa senza nemmeno fermarmi.
Corsi tra i singhiozzi sulla collinetta per affacciarmi, ma qualcuno mi prese per il braccio e mi trascinò nella vegetazione.
《Dove corri, rossiccia?》
Non ebbi nemmeno bisogno di guardarla per capire chi fosse.
《Rose, dov'è Elena?》, chiesi asciugandomi il viso.
Rosalie mi portò da Elena sempre tenendomi per il braccio: erano scese attraverso la vegetazione, così nessuno avrebbe potuto vederle.
Non appena ci avvicinammo, iniziai a sentire nitriti e lamenti.
《Power!》, quasi urlai.
La bionda mi tappò la bocca con la mano e poi mise l'indice sulle labbra per dirmi di stare zitta.
Io annui e continuammo a camminare fino a quando non arrivammo da Elena.
Teneva entrambe le mani sulla bocca e l'espressione era scioccata.
Corsi da lei e cercai di guardare da lì.
Power era lì, legato da più funi tenute da Victoria e da altri due uomini.
Cercava di impennarsi e di sgroppare ma ogni tentativo sembrava inutile.
Intanto Victoria lo frustava con un frustino da dressage e io stavo morendo dentro.
Ad ogni nitrito sentivo il mio cuore andare indietro, il mio battito sembrava voler decellelare.
《Ora basta! Va al macello!》, urlò la rossa.
Il cavallo drizzò le orecchie, s'impennò e si voltò nella mia direzione, come se mi avesse vista.
Nitrì ancora e sembrava volesse chiedere aiuto.
Mi bastava. Ora non potevo tollerare altro.
Uscii allo scoperto a passo veloce.
Elena uscì con me e dopo Rosalie.
《Basta! Power, vai via!》
Presi una pietra lì vicino e cercai di scaraventarla contro Victoria.
Non la colpii, ma la ragazza disorientata lasciò il frustino e la fune.
Il cavallo finalmente si sentì libero di sgroppare e, forse, tirò un calcio a qualcuno.
Per tutto quel tempo, non sentii il cuore battere, nè il mio respiro.
Era stato tutto al rallentatore.
Power si liberò anche dalle altre funi e corse verso di me, come se fossi stata la sua salvezza.
Quando mi venne vicino mi scaraventai addosso abbracciandolo.
Stavo di nuovo piangendo.
Ma quando sollevai la mano vidi il peggio.
Lo avevano frustato così tanto da procurargli delle ferite enormi.
I miei occhi si riempirono di nuovo di lacrime.
Non feci in tempo ad alzare lo sguardo che Victoria e gli altri uomini stavano tornando.
La rossa era su tutte le furie, glielo leggevo negli occhi.
《Jessica, cosa vuoi fare?》, chiese Elena nel panico.
《Salite tu e Rose, dobbiamo portarlo via, al maneggio》
Ero determinata e non l'avrei mai lasciato lì.
《Stai scherzando? Da me non si lascia avvicinare》, urlò Elena.
《Oggi deve farlo》, insistetti.
Non potevo essere io a portarlo via: non sapevo galoppare.
Presi Elena per la mano e mi avvicinai rapidamente a Power.
Dovevamo essere veloci.
Il cavallo fece per impennarsi, ma io ed Elena fummo più veloci: le diedi gambe e la lanciai su.
Power sembrava stabile e non dava troppi segni di nervosismo.
Elena si teneva alla sua criniera e teneva gli occhi sgranati.
Poi fu il turno di Rose.
La lanciai ancora più velocemente ed Elena partì al galoppo risalendo la collinetta prima che Victoria potesse prendere Power.
Però, quest'ultima riuscì ad afferrare il mio braccio.
《Cosa vuoi fare al mio cavallo?》, chiese con tutta la furia che aveva.
Io riuscii a dimenarmi e a liberarmi dalla sua presa.
Iniziai a correre all'impazzata su per la collina.
《Voglio renderlo felice》, gridai una volta in cima.
La vidi agitare il frustino e poi mi diedi alla fuga.
Per fortuna la bici non si era rotta e io montai immediatamente.
Pedalai con tutte le forze che mi erano rimaste come se non ci fosse stato un domani.
Per la strada non avevo incontrato nessuno, evidentemente Elena era riuscito a portarlo al maneggio.
Entrai dentro con la bici e trovai una folla di persone attorno al cavallo morello.
Elena era ancora su con Rosalie e cercava di dire alle persone di stare calme.
Scesi dalla bici e corsi da loro.
Power, intanto, si agitava e nitriva, era ancora sotto shock.
Mi feci strada fra le persone e riuscii a raggiungere le ragazze.
《Elena, qui non va bene. Ci sono troppe persone》, suggerii ad alta voce.
《Aiutami a far allontanare la gente》
Io annui e alzai le braccia verso le persone per farle andare via.
《Non c'è nulla da vedere, andate via, per favore!》, gridai.
Le persone sembravano allontanarsi  poco a poco e finalmente Power si calmò.
Mi avvicinai e feci scendere Elena e Rosalie.
Elena scappò verso un box per prendere una capezza e una longhina.
Rosalie cercava di tenere lontane le persone mentre io tenevo calmo il morello con delle carezze.
Elena tornò con il necessario e me lo pose, stando sempre lontana.
《Sai come fare》
Io annuii ancora stordita per ciò che era successo prima.
Mi avvicinai piano al cavallo, ma questo si ritrasse vedendo l'arnese.
《Tranquillo, lo sai che io non ti farei del male》, lo incoraggiai a fargli indossare la capezza.
Tentai di fargliela annusare e poi gliela infilai lentamente.
Agganciai la longhina e lo portai via da lì con Elena.
Le persone sembravano volerci seguire, ma Rosalie le teneva lontane.
《Vieni, andiamo in un box vuoto》, mi suggerì la ragazza, anche lei scossa.
Elena mi fece strada e voltammo l'angolo notando un leggero sollievo visto che non si sentivano più le persone parlare.
Osservai Power: aveva le orecchie dritte e muoveva la testa in tutte le direzioni disorientato.
Gli feci una carezza e gli sorrisi.
《Ora andrà tutto bene》, sussurrai abbracciandolo.
Elena, vedendoci, fece un gran sorriso prima di aprire la porta del box.
Power si irrigidì immediatamente e si piantò a terra con gli zoccoli.
Immagginai fosse spaventato dopo ciò che aveva passato con Victoria.
Guardai Elena come per chiederle cosa fare.
《Devi riuscire a convincerlo, solo tu puoi farlo. Entra con lui, fai un giro all'interno e poi esci》, consigliò scuotendo la testa.
Tirai un respiro enorme.
《Okay, Power. Ascoltami: ciò che ti ha fatto Victoria non te lo farò io.
Ti prego, fidati di me ancora una volta》, lo implorai.
Il cavallo sembrò essersi calmato e con l'aiuto di qualche carezza riuscii a condurlo nel box e a sfilargli la carezza per poi uscire.
Elena chiuse il box e restammo a guardarlo mentre annusava il suo nuovo posto.
Ma io non riuscivo ad essere per nulla tranquilla, era successo un disastro.

Poco dopo arrivò Miranda e io dovetti spiegarle tutto.
《Mi dispiace, davvero, ma questa storia non sarebbe potuta andare avanti così》, mi giustificai.
Eravamo nel suo ufficio.
《Hai ragione, ma adesso verranno i suoi proprietari qui e non posso tenere questo cavallo》
Cercava di essere calma, ma in realtà stava già pensando ad ogni singola conseguenza.
Ed era tutta colpa mia, avevo messo in pericolo un intero maneggio.
《No, ti prego, no! Non puoi lasciare che lo portino via, che gli facciano ancora del male》, la supplicai a mani giunte.
La porta si aprì e io e Miranda ci voltammo entrambe a guardare.
Era Nathan che teneva le mani sul viso e aveva un'espressione indecifrabile.
Sembrava impazzito.
《Jessica, prova a parlarci tu con quel cavallo. Non si lascia disinfettare nè toccare》, disse esausto.
Mi alzai e corsi al box per cercare di capire la situazione.
Elena era all'interno e stava cercando di calmare Power.
Rosalie reggeva in mano uno strano liquido e c'era un secchio d'acqua.
《Lascia fare a me》, dissi ad Elena.
La ragazza uscì dal box e lasciò il posto a me.
《Okay, ora devo disinfettarti. Stai tranquillo》, sussurrai.
Il cavallo si calmò e smise di muoversi.
Passai il panno con l'acqua e la strana sostanza sulle ferite.
Power sembrava scattare ogni volta che poggiavo il panno sui graffi.
Provavo una gran pena.
Una volta finito il lavoro, sospirai e uscii dal box.
Guardai i paddock dai quali si vedeva il mare.
《Jessica, ora cosa si fa?》, chiese Elena mettendo una mano sulla mia spalla.
《Non lo so e mi dispiace di avervi trascinati in questo casino》, sbuffai.
《Sei mia amica ed era mio dovere avvisarti di ciò che stava succedendo》
《Perché eravate lì?》, chiesi curiosa.
《Volevo vedere se c'era》, rispose con aria sufficiente la ragazza.
《Ti piace come cavallo, vero?》, chiesi maliziosa.
Elena ridacchiò sotto i baffi e lo feci anche io.
C'era troppa tensione nell'aria.
《Jessica, vieni, ci sono problemi!》, sentii una voce maschile.

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Ciao! Che casino è successo in questo capitolo... sì, lo dico io a me stessa hahaha.
Cosa ne pensate? Come potrebbe finire per voi?
P.S.: forse in estate potrò tenere con me un pony per una settimana!❤
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Volevo solo scrivere una cosa per la mia sistah minore che abita a circa 700 km di distanza da me, SaraBayles. Grazie mille per tutto ciò che fai per me, vorrei poterti dare un abbraccio ma ci sono alcuni problemi fisici haha. Ricorda sempre che Casall è con te!❤

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