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Dicembre porta con se la gioia del Natale. L'aria diventa improvvisamente più dolce e le luci che decorano le strade ti lasciano sperare in un futuro più felice. O almeno spero che lo sia il periodo delle festività, se non è chiedere troppo.
Sono le sette e l'aria fredda della sera produce nuvole di vapore intorno la mia bocca. Stringo tra le mani le buste della spesa. Sento il rumore della plastica che di tanto in tanto sbatte contro le mie gambe. Le suole delle scarpe contro l'asfalto producono un suono quasi rilassante. Il cielo è coperto, questa sera niente stelle. Non è una novità, a causa dell'inquinamento luminoso è già quasi impossibile scrutarle dalla finestra della mia stanza. Eppure alcune volte sono fortunata ed eccole lì, che creano una magnifica ragnatela sulla mia testa.
-posso aiutare?
Qualcuno mi si avvicina, riconosco la voce e quasi saltello per lo spavento.
-non avevo intenzione fare questo brutto effetto.
Dice sorridendomi. Sorrido anch'io.
-no scusami, è che non me lo aspettavo.
Gli porgo una busta e ci incamminiamo verso casa. Ma di che mi stupisco? In questo quartiere ci vive anche lui. Camminiamo in silenzio, non sapendo bene cosa dire preferisco restare zitta.
-come mai così taciturna?
Alzo le spalle.
-anche tu lo sei.
-già.
Volge lo sguardo sulla strada. Qualche macchina ci passa di fianco senza rallentare.
-allora, cosa farai per le vacanze di Natale?
-penso niente.
Mi volto verso di lui.
-perché quello sguardo?
Mi riprende
-non vai dai tuoi?
-no, io e la mia famiglia non andiamo molto d'accordo, preferisco restare qui.
-e Ania?
-non lo so, l'altro giorno ha accennato a qualcosa come una vacanza in montagna.
Annuisco, in realtà non ne sapevo niente. È da un po' di giorni che non mi sento con lei.
-e tu cosa farai?
Ci fermiamo davanti il portone di casa mia.
-Di solito passiamo il Natale da mia nonna. Non vive da queste parti, quindi le uniche occasioni per vederci sono queste festività.
-sembra una vacanza..
-..tranquilla.
Concludo io. Riprendo in mano le mie buste e lo saluto prima di aprire il portone.
-grazie per l'aiuto.
-figurati.
Salgo le scale un gradino alla volta. Quando apro la porta di casa un dolce profumo di vaniglia mi riempie le narici. Ultimamente mia madre è in fissa per alcune candele profumate e ogni giorno ne prova una diversa.
Dopo cena mi chiudo in camera mia. Sono seduta davanti il davanzale della finestra. Poggio il braccio suo termosifone mentre cerco di leggere qualche pagina del libro di testo che ho davanti. Il telefono continua a squillare. È Marco. So che devo prendere delle decisioni e metterle in pratica. Ma non ci riesco. Non ora almeno. Ho paura di rimanere senza niente e nessuno. Guardo fuori dalla finestra. La bella signora è dall'altra parte della strada.

MayaWhere stories live. Discover now