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Quando esco dalla mia camera scopro di essere da sola. I miei sono a casa di amici e mia sorella è uscita. Non sapendo che fare mi butto sul divano con una coppa di gelato sulle gambe. In TV non danno niente di interessante. Le solite commedie sentimentali e programmi televisivi di scarso interesse. "A quest'ora sarei potuta essere in giro, non so dove ma sicuramente non in casa" mi trovo a pensare e mi do subito della stupida. Non ho bisogno di nessuno! Non voglio aver bisogno di qualcuno. Aspetto un oretta buona, poi torno a guardare fuori dalla finestra della mia camera. La luce dall'altra parte della strada è ancora accesa mentre il traffico pian piano diminuisce. Mi appoggio al davanzale. Ho dei nuovi vicini? Ma quando sono arrivati? Non ho assistito a nessun trasloco. Si che in questo periodo sono molto indaffarata con lo studio e la preparazione agli esami di settembre, ma possibile che non mi sono accorta di niente? Dalla finestra aperta si riesce a vedere una parete bianca sulla quale è appeso un quadro che sembra raffigurare una donna girata di spalle con una stoffa bianca che le cade sui fianchi lasciando la schiena completamente scoperta. Non riesco ad intravedere nessun altro mobilio. Sto alla finestra per una buona mezz'ora aspettando che qualcuno, dall'altra parte della strada, passi davanti quella finestra aperta. Non arriva nessuno. Mi convinco che la mia più che curiosità è mancanza di alternative e alla fine decido di cambiarmi e mettermi a letto.
Lascio che il vento fresco della sera agiti le tende. Mi addormento guardando quella luce che rimane accesa fino a quando non cado in un sonno profondo e sogno una donna coperta da una sola e semplice stoffa bianca.

Il mattino seguente il mio telefono inizia a suonare dalle otto del mattino. Alzo la testa dal cuscino. I capelli spettinati mi cadono sul viso. Prendo il telefono dal comodino e senza neanche guardare chi sia accetto la chiamata.
-pronto?
Dico con voce roca mentre mi stropiccio gli occhi con la mano libera.
-non dirmi che stai ancora dormendo!
La voce strillante della ragazza mi fa svegliare completamente.
-Ania.. Certo che sto ancora dormendo, sono le otto ed è domenica!
Guardo l'orologio sul comodino. È veramente troppo presto per alzarmi a quest'ora!
-dai sbrigati a vestirti, passo a prenderti tra mezz'ora.
Eh?
-cosa?
-ti devo dire una cosa importante.
Mi sposto delle ciocche dalla fronte e mi metto a sedere.
-va bene, tra mezz'ora sarò pronta.
-grande! Sbrigati e non farmi aspettare!
Dice poco prima di riagganciarmi il telefono in faccia. Rimango qualche secondo imbambolata davanti lo schermo nero del telefono. Poi mi lascio ricadere indietro sprofondando la faccia nel cuscino. Fino a ieri non si degnava di rispondermi al telefono e ora pretende che sia pronta in mezz'ora. Sono sempre stata sfortunata nelle amicizie ma è sempre meglio di non avere nessun amico... Credo.
Mi rimetto seduta. Faccio dondolare le gambe, i piedi sfioravano il parquet. Poi mi alzo e mi sgranchisco la schiena. La finestra è rimasta aperta tutta la notte. La chiudo e noto che anche la finestra di fronte la mia lo è. A quanto pare mi sono arresa troppo velocemente, bastava attendere solo un altro po'. In realtà so già che non dovrò attendere molto per scoprire chi siano i nuovi vicini. Non solo avrò sicuramente modo di vederli per strada o dalla finestra, ma con molta probabilità me li ritroverò in casa. Mia madre ama avere ospiti. Oltre amici e parenti capita spesso di aver avuto per cena un vicino, vecchio o nuovo che sia. Una volta invitò per un caffè una coppia che si era appena trasferita nel condomino infondo alla strada! Sono certa che non si smentirà neanche questa volta. L'appartamento dall'altro lato della strada è bello grande. Sicuramente sarà una coppia. Magari con figli. O spero di no! Non sopporto i bambini, non posso accettare l'idea di sentire vocine strillanti per tutto il giorno e non posso vivere per sempre con la finestra sigillata. L'orologio segna già le otto e cinque. Corro in bagno e mi butto sotto la doccia. Cerco di non bagnarmi i capelli. Non ho il tempo per asciugarli! Ancora in accappatoio corro nella mia camera. La casa è ancora immersa nel silenzio, tutti dormono (cosa che avrei voluto continuare a fare anch'io). Prendo dall'armadio un vestitino blu con delle piccole rose rosa e foglioline disegnate su tutto il tessuto. Non mi va di indossare i jeans e fa ancora molto caldo. Estraggo dal cassetto la biancheria intima che poggio sulla scrivania e lascio cadere a terra l'accappatoio. Mi infilo le mutandine e mi allaccio il reggiseno. Dopo di che indosso il vestito e vado in bagno per lavarmi i denti e truccarmi. Raccolgo i capelli in una coda alta e alle otto e ventisette sono già fuori dal portone di casa. Ho lasciato un post-it sul frigo avvisando che farò colazione fuori casa ma estraggo ugualmente il cellulare dalla borsa ed invio un messaggio.

Ania arriva con dieci minuti di ritardo. E meno male che non dovevo essere io quella a farla aspettare. Salgo sulla Fiat bianca e mi sistemo il vestito.
-a che bar andiamo?
Mi domanda senza scusarsi per il ritardo.
-al Black.
Dico guardando fuori dal finestrino.
-che fine hai fatto in questi giorni?
-niente. Sono stata molto occupata.
Si, come no.
-cosa è successo di tanto importante.
-andiamo al bar e te lo racconto.
Risponde con la sua voce stridula cercando di trattenere, senza però riuscirci, un sorriso.
Non sono neanche le nove. In pratica abbiamo quasi tutti tavolini del bar a nostra disposizione. Mi rendo conto che se vuole vedermi così presto la cosa era seria.
-quindi?
Chiedo prendendo in mano il menù.
-un espressino, per favore.
Dice ignorandomi e volgendo l'attenzione al cameriere che si è appena avvicinato a noi.
-ah... Un cappuccino.
Intervengo notando che entrambi mi guardano. Poi restituisco il menù e torno a porgere l'attenzione sulla ragazza bionda che mi sta seduta davanti.
-quindi?
Lei sospira, congiunge le mani e mi fa un sorriso a trentadue denti.
-quindi penso di essermi innamorata.
Non riesco a trattenere la mia risata e noto il suo sorriso diventare un broncio.
-perché ridi?
-scusa... Scusa veramente...
Mi scendono delle lacrime dagli occhi e mi affretto ad asciugarle con il dito prima che il mascara inizi a imbrattarmi la faccia.
-allora?
-allora ho sentito questa frase uscire dalla tua bocca non so quante volte da aver perso il conto ormai.
-Maya sono seria! Credo veramente di essermi innamorata.
-okay okay...
Dico cercando di riprendere un po' di controllo. Nel frattempo il cameriere ci porta le nostre ordinazioni e versa lo zucchero nella mia tazza.
-allora chi è il fortunato?
-non lo so!
Il sorso che ho appena dato mi va di traverso. Questo è troppo strano perfino per lei.
-in che senso non lo sai?
-non ci siamo presentati. Non so il suo nome.
-vuoi scherzare? Come puoi esserti innamorata di lui se non sai neanche il suo nome?
-devi vederlo! È così figo!
-se lo dici tu mi fido.
Rispondo mentre con il cucchiaino raccolgo la schiuma rimasta sul fondo della tazza. So che è maleducazione e non si fa ma penso che quella sia la parte migliore del cappuccino.
-seriamente Maya, stasera usciamo e te lo faccio vedere.
Ah adesso vuole che esca con lei.
-va bene. Ma come fai a sapere che riuscirai a trovarlo.
-un tizio che lavora nel locale in cui sono andata ieri ha detto che sono già un paio di sere che lo vede.
-bene, hai chiesto informazioni su di lui ha un perfetto estraneo e non hai pensato di presentarti?
Lei sgrana gli occhi e mi guarda come se io provenissi da un altro pianeta.
-ma sei matta!? Che figura!
-okay, allora stasera se lo becchiamo ti presenti.
Concludo alzandomi e dirigendomi alla cassa.
-si! Oddio spero proprio di riuscire a incontrarlo di nuovo!
Dice sorridendo e saltellando verso la macchina.
Bene, quindi mi vuole come spalla. Chi sa perché non sono assolutamente stupita.

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Ciao! Ecco il secondo capitolo. Non siamo ancora entrati nel vivo della storia ma ci siamo quasi. Votate e commentate! Au revoir!

MayaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora