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Dire che seguo la lezione è un esagerazione. Scarabocchio per tutto il tempo sul mio quaderno degli appunti. Marco mi osserva meravigliato. Devo avere proprio una faccia strana.
Seduta in aula studio ricopio pagine e pagine di appunti. Non mi ero accorta che il professore avesse spiegato tanto.
Marco legge un libro. Non parliamo, io vorrei scoppiare a ridere, mettermi ad urlare, saltare da una parte all'altra della stanza. Vorrei raccontargli cosa è successo, spiegargli come mi sento. Magari chiedergli un parere maschile. Ma ogni volta che lo guardo, che provo ad aprire la bocca, mi manca il fiato. E non so il perché. Le parole mi muoiono sulle labbra, ancor prima di prendere vita sotto forma di suono. Rimangono dei fastidiosi pensieri che roteano e vorticano nella mia testa, vanno a sbattere contro le pareti del cranio, vogliono uscire ma sembrano incapaci di farlo. In tutta risposta lui mi guarda infastidito e io divento rossa.
-ma che hai oggi?
-niente, perché?
-sei strana
scuoto la testa energicamente
-no, ti sbagli
-sicura?
Annuisco e abbassò lo sguardo. Lui ritorna ad immergersi nella sua lettura, io continuo a ricopiare gli appunti. Devo sbrigarmi, voglio finire prima dell'ora di pranzo.

MayaWhere stories live. Discover now