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Alle 5 chiudo tutti i libri. Basta. La mia mente è altrove, è inutile continuare così. So cosa voglio fare eppure mi manca il coraggio. Lascio che il mio corpo giaccia abbandonato su questo freddo letto. Faccio un profondo sospiro. Noto una sottile crepa sul soffitto. È sottile e lunga. Mi ricorda l'irregolare percorso di un fiume.  Si, sembra un fiume. Sento il ticchettio dell'orologio che ho al polso. Mi sta facendo impazzire. Il tempo scorre, i secondi passano e io sono ancora qui, sdraiata su questo letto, chiusa in questa stanza. Faccio un profondo respiro. Se continuo così andrà a finire che la vita mi scorrerà addosso, incapace di afferrare quelle rare opportunità che mi si parano dinanzi. Passerà la giovinezza ed io con essa. Diventerò solo l'eco di possibili occasioni mal sfruttate. 

Mi alzo dal letto e mi sistemo il trucco, davanti allo specchio mi pettino i capelli lentamente. La verità è che sto cercando di temporeggiare. Scendo le scale, gradino dopo gradino. Conto i passi che mi separano da quel pesante portone dall'altra parte della strada. Piove. Alzo il passo e corro fino a ripararmi sotto il suo porticato. Ho il cuore in gola. Davanti al suo portone sono indecisa se citofonare o meno. Mi rendo conto che ormai è tardi per cambiare idea, ormai ci sono. Premo il pulsante.

Niente. Forse non è in casa, forse ci riprovo domani. Ora farei meglio a tornare a casa, piove ancora tanto e fa freddo. E invece lui risponde. La sua voce è calda e profonda anche se fuoriesce da quell'apparecchio. Mi invita a salire ed io con il cuore che batte all'impazzata entro nel grande atrio ed inizio a salire le scale. Sento l'eco dei miei passi. Se mi fermo odo il battito del mio cuore. Ad ogni piano guardo le porte che mi trovo davanti. La sua è aperta. Mi sta aspettano sulla soglia.

-ti confesso che avevo i miei dubbi sul fatto che saresti venuta.

Ho la bocca secca. Mi risulta difficile parlare e mi tremano le mani.

-i libri suscitano sempre la mia curiosità.

Mi fa entrare e subito mi trovo davanti un largo e spazioso salotto. Le pareti bianche e ricoperte da mensole e librerie.

-sei bagnata, ti vado a prendere un asciugamano.

-si grazie.

Dico avvicinandomi ad una pila di libri. Molti sono per lo più saggi su argomenti a me incomprensibili. Sfioro le copertine di alcuni libri su una mensola. Alcuni li conosco, altri mi sono nuovi. Continuo a camminare, il mio dito sfiora Dracula, Sherlock Holmes, i dolori del giovane Werther.

-hai visto qualcosa che ti piace?

Compare alle mie spalle porgendomi l'asciugamano. Lo prendo e inizio e strofinarmi i capelli. I suoi occhi verdi sembrano più scuri, o forse mi sbaglio. La sua pupilla è grande. Ma potrei sbagliarmi, non guardo spesso la gente negli occhi.

-avevi parlato di libri di poesia.

Dico sorridendo

-lì.

Indica una mensola dall'altra parte della stanza, affianco alla finestra.

-ti piace Leopardi?

Dico prendendo in mano il volume.

-a te no?

-lo adoro.

Continuo a camminare, osservando i vari titoli.

-vuoi bere qualcosa?

-forse un po' d'acqua.

-e acqua sia.

Dice scomparendo dietro una porta. Mi siedo sul divano grigio al centro della stanza, posizionato davanti la televisione. Qui è bello, è pulito ed ordinato. C'è un buon profumo. La mia attenzione è catturata un libricino sul tavolino. Su una copertina rossa le lettere bianche risaltano maggiormente.

"Amore e Psiche"

Lui ritorna subito dopo con due bicchieri d'acqua. I accarezzo le pagine.

-che storia magnifica, amare l'amante senza conoscerne il volto.

-non l'ho mai letta.

Confesso non riuscendo a staccare gli occhi dal libricino.

-dovresti farlo.

-va bene andrò a comprarlo il più presto possibile.

-tranquilla puoi usare questo. Te lo regalo.

Lo guardo perplessa.

-n-non vorrei approfittarmene.

-per favore accetta o mi offendo. Sposto il mio sguardo dal suo viso al libro più volte. Poi annuisco.

A differenza di Psiche io lo conosco il volto del mio Amore, ed è bellissimo.

MayaWhere stories live. Discover now