Sempre insieme, eternamente divisi...

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"Stai attenta mi raccomando. Lo sai che è pericolo uscire dopo le 9" Dottie , la cara Dottie, si preoccupa.

"Tranquilla, voglio solo passare a salutare Sally. Torno presto" saluto tutti ed esco. Non mi sono mai ripresa dalla separazione da Argo, ma ho imparato a fingere bene.

Mi avvio al negozio, con la neve che fiocca.
È Gennaio, la temperatura è calata ancora, ma quasi non la sento.
Dentro me c'è un gelo ineguagliabile.

Soffro di incubi, sogno costantemente Argo. E immancabilmente mi sveglio urlando.
Mi manca, anche se capisco perché mi ha allontanato.
Mi vuole proteggere, non vuole che mi usino per arrivare a lui.

"Ciao Sal" saluto, entrando e spazzolandomi via la neve di dosso.

"Ciao principessa, come stai?" Mi chiede col suo sorriso sdentato.

"Male, ma faccio in modo che nessuno lo noti. Non voglio la pietà né essere un peso" a lei dico la verità.

"Oh, piccina mia, mi spiace.
Pensavo che questi giorni, ti servissero a stare meglio" è davvero triste per me.

"Tranquilla Sally, prima o poi imparerò a conviverci " la rincuoro, anche se le parole suonano false perfino alle mie orecchie.

"Mi dai una mano a sistemare le ultime cose arrivate?" Chiede.

"Certo, inizio da lassù. Non mi piace farti salire sulla scala" e detto questo, prendo lo scatolone e salgo sullo scaleo.

Sistemo i viveri, in fila.
Bottiglie di salsa di pomodoro.
Sono tante ed io ci metto un sacco di tempo.
Serve a tenermi occupata, temo sempre il momento in cui non ho nulla da fare, perché i pensieri, i ricordi, affiorano.

Sono così concentrata, che una bottiglia, manca lo scaffale.
Faccio un movimento brusco, nel vano tentativo di prenderla al volo.
La scala traballa ed io perdo l'equilibrio.

Volo all'indietro, preparandomi alla botta.

Finisco, non sul pavimento, tra due braccia forti, che conosco.
Daniel.

"Danny!" Mi aggrappo al suo collo, felice di vederlo.
"Ciao piccola" mi guarda con tenerezza.
Poi diventa triste, preoccupato.

"Va tutto bene?" Ma ho già la risposta.

"No piccola.
Lui..."
Oddio, no!

"No, no tranquilla è vivo.
Ma non per molto" spiega.

"Che vuol dire? che gli hanno fatto?" indago.

"In verità ha fatto tutto da solo.
Si rifiuta di mangiare.
Ha cacciato tutti i famigli.
Se ne sta sempre in camera, solo.
Oppure esce e beve, fino a perdere i sensi.
Il che, essendo un vampiro, ti lascia immaginare quanto alcol ci voglia"

"Perché?" Non posso chiedere altro.

"Gli manchi. Ti sogna, ha degli incubi.
Si sveglia e grida, disperato.
Sa che non era la soluzione giusta, ma ti voleva proteggere.
Non capisce, che insieme siete più forti.
Nessuno vi può toccare" spiega.

"Io lo so' ma a quanto pare... che posso fare?" La parte pratica prende il comando.

"Torna a casa. Non sarà facile all'inizio.
Ma non demordere " ed ecco ciò che volevo sentire.

Saluto Sally al volo e insieme torniamo al rifugio.
La valigia è lì, mai disfatta.
La prendo e saluto tutti.
Corro con Daniel alla macchina, verso casa, verso il mio amore.

"Ti prego non lasciarmi! Astraaa"
Le sue urla, mi trapassano il cuore.

Entro come una furia, la porta sbatte, lui si sveglia.

"Cosa diavolo ci fai qui?" Tuona.

"Questa è casa mia. Sono tornata.
E prima che tu dica qualcosa, non me ne andrò di nuovo.
A meno che tu non mi uccida.
Ecco, quello è l'unico modo" sono dura, non cedo.

"Vattene, non ti voglio qui.
Non è posto per te.
Mi pareva di essere stato chiaro" anche lui è marmoreo, il tono tagliente.

Lo ignoro e vado al comò, apro il mio cassetto e rovescio il contenuto, dentro.

"Astra..." incalza.

"No. Sono stanca, stufa, di gente che decide per me.
Capisco che mi vuoi proteggere, ma che protezione c'è lontana da te? Sono sola,vulnerabile."

"Perché sei così cocciuta? Non sono riuscito a proteggerti.
Se fossi arrivato 10 minuti più tardi, saresti morta.
Vogliono colpirmi, usando l'unico punto debole.
È la guerra, le vittime ci saranno e molte." Cerca di spiegarsi.

"E come credi che mi possa difendere?spiegamelo perché non ci arrivo.
È vero non c'eri quando mi hanno... beh lo sai.
Ma se non fosse per te sarei morta.
Vedi che lontani siamo vulnerabili?
Non vuoi il mio amore perché ti indebolisce? Ok, starò al mio posto.
Ma non voglio più che mi mandi via.
Non c'è nulla per me là fuori.
Mettilo in quella testaccia dura che ti ritrovi.
Io resto, ignorami se vuoi." Detto questo, infilo in bagno.
Mi spoglio ed entro nella doccia.

L'odore di lui, di mare, mi invade le narici e dopo giorni, finalmente, mi torna il sorriso.
Mi lavo velocemente, sono stanca e voglio dormire.
Chiudo la doccia e mi avvolgo in un asciugamano.
Entro in camera, lo ignoro, vado al cassetto.
Prendo quello che mi serve e mi metto comoda per la notte.

"Mi hai rubato una maglietta" afferma.

"Sì. Ha il tuo odore, mi serviva per fingere che tu fossi vicino, con me" basta mentire e nascondere.

"Perché?" Chiede.

"Perché il mio amore per te è immenso.
Non ti avrei mai dimenticato.
Anche se saremo sempre insieme ed eternamente divisi, io ti amerò sempre.
Anche se dovessi morire.
So che non mi vuoi l'ho capito.
Ma io voglio te e se questo, significa dover sopportare l'altro Argo, non avere mai la certezza di restare con la testa attaccata al collo, subire torture...
Va bene, lo accetto" ed è vero.

Mi fissa, non si muove, non respira.
Nulla...

Siede sul materasso, prostrato, sconfitto.
O così credo io.
Le spalle, che erano piegate come sotto un peso enorme, si raddrizzano.
Alza la testa e sorride.
È l'altro Argo, quello crudele.
Ma non ho paura.

"Bentornata a casa, bambina" e poi allarga le braccia.
Corro verso di lui, verso la salvezza.

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