Bizzarro

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Mi sveglio rendendomi conto che sono ancora nel suo letto. Lui dorme, in pace e sereno. Evidentemente le mie parole, ieri, sono servite. Qualunque sia l'incubo che ha avuto, doveva essere atroce. Mostrarsi così, debole e ferito, non è da lui per questo so' che quando si sveglierà tornerà ad essere il mio Argo, antipatico ma adorabile. Mi alzo, vado in bagno e controllo che fuori ancora ci sia la neve. Voglio fare una passeggiata immersa nel bianco.

Una volta sistemata, stavolta ho messo dei vestiti pesanti, torno in camera e mi siedo vicino a lui, dalla parte del suo letto. Deposito un bacio sulla sua fronte e resto momentaneamente incantata a guardarlo. E' bello, oltre ogni umana comprensione, soprattutto adesso che i lineamenti sono distesi e non v'è traccia di cattiveria o altro.

Apre gli occhi, beccandomi in flagrante, e mi lancia uno strano sguardo, come fosse felice di trovarmi lì. Non aspetto che mi scacci, faccio da sola.

"Ciao, non ti volevo svegliare. Stavo uscendo, voglio fare una passeggiata nella neve, ci vediamo più tardi" non posso, non voglio, dargli il tempo di rovinare tutto con qualche sua cattiveria. Ma la verità è che non voglio metterlo a disagio. So bene quanto la debolezza di ieri sera, gli sia costata, così come mi rendo conto che devo fare ammenda per averlo infilato in questa baraonda. Me ne vado silenziosa, senza neppure fare colazione, nonostante lo stomaco ruggisca.

Ho solo il tempo di aprire uno spiraglio di porta che una mano, la richiude violentemente. Ecco, ci siamo, lo sapevo. Mi volto e senza aspettare, passo all'attacco.

"Lo so, non c'è bisogno che lo dici" affronto l'argomento con grinta.

"Ma davvero? Sentiamo, cos'è che sai?" reagisce, non con la solita freddezza.

"So' quello che mi dirai... Che ieri è stato un momento di debolezza, che non mi devo aspettare un lupo trasformato in agnello, che sono solo una stupida umana, ecc. ecc. Risparmia il fiato, lo so' da me" concludo con più amarezza, di quanta ne ammetterei mai.

"Curioso, io ti stavo per dire di fare colazione" detto questo, si volta andando nel cucinotto e si mette a trafficare con i fornelli. Mi sento una vera stupida, l'ho aggredito senza motivo, ho dato per scontato che fosse di nuovo l'altro sé... Nonostante, mi avesse chiesto di non pensare subito male. Ci credo che di me non ha fiducia, non la ho neppure io.

"Che cosa fai lì impalata? Vieni a mangiare, non vorrai svenire mentre ti insegno a nuotare" mi chiama.

Nuotare? ci saranno 20 sotto zero, non crederà che io faccia il bagno, o anche solo metta un piede, nell'acqua gelida?

"Non essere sciocca, non andremo nel lago, moriresti assiderata. C'è un altro posto in cui ti voglio portare, ma devi fidarti di me" mi osserva assorto, no, in aspettativa della mia risposta. Vuole veramente che mi fidi di lui, ma la domanda è, ci riuscirò? Sempre imbambolata sulla porta, scavo in me per trovare la risposta, ma lei, è già lì illuminata col neon.

"Sì" rispondo.

Qualcosa passa sul suo viso, troppo veloce per poterlo capire. Una miriade di emozioni, si susseguono rincorrendosi.

"Bene, vieni, prendi un caffè ti scalderà e ti manterrà in forze."

Faccio come dice, gustandomi la bevanda calda.

"Devi mettere un costume sotto i vestiti, non vorrai nuotare con tutta quella roba addosso?" mi prende in giro, notando la mia espressione di terrore, ogni volta che si nomina l'acqua. Silenziosamente vado in camera e frugo nei cassetti, trovando quel che cerco. Un costume intero, semplice, adatto allo scopo. Velocemente lo indosso e qualche minuto più tardi lo raggiungo.

Si è cambiato anche lui, ha messo una tuta ed una maglietta, tutto rigorosamente nero. Sono talmente terrorizzata, che mi tengo per me la battuta che volevo fargli da qualche tempo.

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