Segreti

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Un tafferuglio e delle cose che vanno in pezzi, mi svegliano di soprassalto. Non ho più la febbre e i polmoni non fischiano più come pistoni fuori fase. Mi sento bene a dire il vero, benissimo. La mia pelle è di nuovo fresca e anche i dolori alla schiena, sono spariti. Mi alzo e vado in cerca di uno specchio, che trovo nella stanza da bagno. Resto per un attimo imbambolata, alla vista della mobilia che adorna la stanza. Completamente piastrellata di nero, spicca al centro, una grande vasca. Due lavabo identici, sotto uno specchio enorme. I sanitari sono scintillanti e neri, tutti. C'è un mobiletto, suppongo per gli asciugamani, di mogano,vicino alla vasca. Noto anche una doccia enorme, ci si sta benissimo anche in 4. Con scalda salviette elettrico alla parete. Inutile dire che è nero pure quello.

Mi posiziono davanti allo specchio e alzo la maglietta... quasi strillo per la sorpresa. Le cicatrici delle frustate sono scomparse, solo le mie solite sono rimaste ma a quelle vi ho fatto l'abitudine. A quanto pare quel che si mormora è vero, il loro sangue guarisce. Peccato che siano privi di anima, grazie al loro fluido si potrebbero curare quasi tutte le malattie conosciute e mortali. Il cancro, la leucemia...

"Certo, ma non siamo l'esercito della salvezza. Smetti di vaneggiare e preparati, ti aspetto in camera" impone sempre le cose, senza capire che se le chiedesse gentilmente le pers... aspetta, mi devo preparare per cosa? Non vorrà mica... no è fuori discussione. Io con lui, non ci vado di certo, preferisco davvero morire!

Che si fotta, lui e la sua impazienza. Devo lavarmi, sono sudata, sporca e appiccicosa. In più sembra che i miei capelli, siano stati esposti alle radiazioni. Con decisione mi avvio alla doccia e apro l'acqua, mettendola calda. Una bella doccia rilassante, è una vita che non me ne concedo una. Tolgo la maglia e la butto per terra, schizzando sotto il getto caldo. Mi rilasso all'istante, godendomi la calda coccola che mi scivola sul corpo.

Uno spiffero mi fa sobbalzare, e come se non bastasse, un paio di mani gelide, mi afferrano per le spalle.

Argo, in piedi davanti a me, completamente vestito. Non so che cosa fare, sono nuda e indifesa, per non parlare del disagio. Cosa vorrà, sesso? Se lo può scordare, neppure in un milione di anni. Un sorriso beffardo si dipinge sul suo bel viso...

"Neppure in un milione di anni? Non sai cosa ti perdi ma, presto lo scoprirai. Tu sei la mia schiava, sei qui per darmi sangue e piacere, ricordalo sempre. E come a sottolineare il concetto, mi azzanna al collo, forte, senza nessuna cura per me. Fa male, vorrei urlare ma non gli darò mai la soddisfazione. Mi stringo alla sua maglietta bagnata, appoggiandomi con la schiena alle piastrelle. 

Le forze, però, mi abbandonano e d'improvviso tutto diventa buio. Che mi abbia prosciugata? No, sento il cuore battere ed il fiato uscire. Riprendo conoscenza e mi trovo ancora nella doccia, rannicchiata. Di lui non c'è traccia, ha avuto ciò che voleva, perché restare. Mi alzo, con un male tremendo al collo, proprio dove ci sono due forellini, segno evidente dei suoi denti. Lo odio! Come se non avessi abbastanza segni sul corpo, ci mancava il suo marchio.

Inutile tergiversare, esco e mi asciugo, visto che ero rimasta sotto il getto, lasciato aperto. Tampono i capelli, facendo continuamente delle smorfie, che mi escono naturali alzando le braccia. Che palle! Con tutti i posti che c'erano per mordere, proprio sul collo doveva? Rinfilo la maglia, dopo essermi spruzzata del deodorante, beh almeno si lavano.. in effetti ha un buon odore, non puzza di cadavere in putrefazione. Entro in camera e lo trovo disteso sul letto.

"Ti sei messa il mio profumo, che c'è inizio a piacerti?" sghignazza...

"Ti piacerebbe, ma visto che non ho l'occorrente da bagno e non mi piace puzzare, mi sono arrangiata con quel che c'era. Se poi vuoi che puzzi, va bene, la scelta è tua... a differenza di altri!" non riesco a esimermi dal tirargli frecciatine. Per tutta risposta, si mette di fianco e batte la mano sul materasso. Col cavolo, bello, che mi metto lì con te. Opto per la piccola poltrona davanti al camino e mi ci butto con poca eleganza.

"Raccontami" dice, ma non capisco dove vuole arrivare. No, l'ho capito, ma nemmeno se mi torturasse gli racconterei la verità.

"Che cosa vuoi che ti racconti? Cappuccetto rosso, la bella addormentata?" svio il discorso...

"Le cicatrici, voglio sapere come te le sei fatte. E non provare a fare la furba, potrei costringerti soggiogandoti. Quindi adesso mi racconti e bada, fiuto le bugie da chilometri".

Santo Iddio, com'è egocentrico! Lui sa tutto, fa tutto e sempre e comunque meglio degli altri...

"Non c'è nulla da dire, sono cose private, non ti riguardano. A te non interessa sapere cosa mi è successo come a me non importa, sapere com'è che sei diventato così" controbatto spavalda " Tu vuoi il mio sangue e visto che sono prigioniera, sarò costretta a dartelo. Ma altro tra noi non ci sarà, la mia vita è mia e di nessun altro" lo freddo, immediatamente, mettendo i puntini sulle i.

Mi fissa, assorto, sicuramente sta cercando di entrarmi in testa, per cui subito schermo i pensieri e evoco immagini del mare in tempesta. Un po' come mi sento io...

"Mi stai stancando, come ti devo far capire che tu sei in mio potere? Devi obbedire, ed io voglio sapere, non ti conviene indispettirmi, ci sarebbero delle conseguenze" minaccia nuovamente. 

Lo ignoro, passano 5 minuti buoni in cui nessuno emette un pio... Poi si alza e si avvicina. Non lo guardo, non voglio che veda quanto sono spaventata da lui.

Flette le ginocchia e mi prende a mo' di sposa. Lo fisso, incredula, impaurita e tanto altro. Sono convinta che mi voglia sedurre, devo evitare ad ogni costo. Odio il sesso...

"Argo..." lo imploro, questa volta con tutto il cuore, posso sopportare tutto ma non quello. Mi sorride dolce, come a volermi rassicurare, penso che magari mi sono sbagliata, forse anche lui ha un'anima. Il gesto che farà, subito dopo, mi farà pentire di averlo anche solo pensato. 

Apre le imposte con la forza della mente e con un sorriso crudele, stampato sul bel viso, mi lancia dalla finestra...

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