Buon Natale...

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Nell'immagine Kellan,a cui presta il volto il grande attore Eric Roberts.

"Sei sicura di non voler venire?" Mi domanda, mentre si riveste.
È la Vigilia di Natale, vuole andare a comprare un albero e le decorazioni.
Visto che non l'ho più festeggiato.

"Sicurissima! Dormirò ancora un po' e dopo farò un pupazzo di neve!".

"Va bene, allora a tra poco.
Dovrei tornare tra un paio d'ore " si allunga sul letto e mi bacia.
A lungo, facendomi ricordare la notte appena trascorsa.

È stato stupendo.
Lui era parte di me, io di lui, e ci completavamo.
Non c'è stata paura, imbarazzo, mentre suggellavamo l'unione dei nostri essere.

Il suo corpo, si è adattato al mio, la sua anima si è fusa con la mia, in una danza lenta.
È stato dolce, delicato.
Ha baciato una per una, tutte le mie cicatrici.
Io, beh, ho baciato lui.

Abbiamo passato ore, immersi nell'intimità che mai avevo conosciuto.
Mi ha amata, mi ha fatta sentire donna.
Ma al di sopra di tutto, ha fugato le mie paure, ha schiacciato i miei traumi, con solo sé stesso.

È stato magico, un'estasi sublime.
Finalmente i sensi liberi, il cuore puro.
Senza la contaminazione del passato.
Solo un nuovo, brillante futuro.
Mi ha accarezzata e cullata per il resto del tempo.
Ed ora, nonostante sia senza forze, tutto sboccia di nuovo.
Con un ginocchio sul letto, ed una mano su di me, dice:
"Lasciami andare, o l'albero non lo avremo mai".
I suoi occhi, dicono il contrario.
Vorrebbe restare, vorrebbe di nuovo perdersi in me.

Lo spingo, ridendo,  per poi alzarmi.
Mi grida un ciao e la porta si chiude.
Faccio una doccia calda, per rilassarmi, visto che sono molto indolenzita. 

Esco e mi vesto, andando fuori a fare il pupazzo.
Raduno la neve, seguo meticolosamente le istruzioni che mi ha dato.
Riesco a mettere insieme un pupazzo decente.
Gli metto la mia sciarpa, però ancora non ha il naso e gli occhi.

Forse qui intorno ci sarà quello che mi serve.
Mi allontano poco, senza di lui mi potrei perdere.

Trovo dei bastoncini.
Sono ideali per fungere da braccia e naso.
Ma per gli occhi?
Il lago!
Vado verso la distesa d'acqua.
Sulla sponda ci sono molti sassolini.
E visto che non nevica per ora, non sarà difficile trovarli.

Mi piego ed inizio a scavare, per fortuna indosso i guanti.
Trovo quel che cerco, mi rialzo.
Prima che possa voltarmi, sento due braccia che mi avvolgono.

"Hai fatto in fretta"...

"Mai quanto vorrei!" La voce mi ghiaccia.
Il terrore si impossessa di me, mentre la figura mi volta, costringendomi a guardare il suo volto.

Mi faccio la pipí addosso dalla paura.
Kellan, mostruoso, mi guarda ghignando.

"Tu..." Non riesco a parlare, mi battono troppo forte i denti.

"Oh sì, io.
E adesso, mi divertirò un bel po'" ...

"Ti prego, non farmi male" ritorno in un baleno, ad essere bambina.
Troppo spaventata, per reagire.

"Oh no, mia cara. Non voglio farti male, non adesso almeno.
Voglio che tu viva i prossimi tempi nella paura."
Mi fissa negli occhi e fa qualcosa di strano.
Vedo le pupille stringersi ed allargarsi.
Poi dice...



"Ehi bambina sono a casa! Sei ancora a letto? Perché potremmo..." Ma in camera non c'è nessuno.
Dove si è cacciata?
La cerco nelle altre stanze, senza trovarla.

Ritorno fuori ed apro le narici per fiutare.
Non sento nulla.
Le tracce, sul terreno, sono state ricoperte da nuova neve fresca.
Fa freddo, si gela, spero sia coperta.

Qualcosa in me succede.
Non è mai accaduto in tanti anni di vita.
Smetto di respirare, i polmoni, la trachea ed il condotto nasale, sono invasi dall'acqua.
Sto annegando.

Raggelo, perché so che cosa sta succedendo.
Non sono io, è lei.
Sta annegando.

Corro, verso il lago, ma ad un certo punto mi blocco.
Uno dei suoi scarponi è riverso al suolo.
Vado avanti e poco dopo trovo l'altro.
Seguo la scia, i suoi vestiti giacciono nella neve, dimenticati.
I calzettoni, che le ho prestato.
I pantaloni, le mutandine, il reggipetto e la maglia, di lana pesante.
Il giubbotto, i guanti ed il cappello.
Appesi ad un ramo.
Ci sono 10 gradi sotto zero, sarà assiderata.
Con crescente orrore, mi avvicino.

Trovo poco prima della riva, una scritta sulla neve.
Inorridisco, quando fiuto che è scritta col sangue.

'PERDONAMI'....

Urlo forte e compio i pochi passi che mi separano.

Una voragine mi si apre dentro.
Il cuore, che pulsava forte dopo che mi ha riportato alla vita, adesso è un macigno.

Sento le forze che mi lasciano, assistendo a quello spettacolo.
In tutti questi anni, non ho mai visto nulla di simile.
I miei occhi, tutto me stesso, non sono preparati a quell'abominio.

Nel mezzo del lago, circondato da acqua color cremisi....





Il suo corpo, privo di vita.

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