Arena

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Qualcosa di ghiacciato mi piomba addosso, svegliandomi.
Sono sdraiata su una specie di ring quadrato ed enorme, circondata da tutti i vampiri della città.
Sono nell'arena, dove lotterò per avere una morte veloce e indolore.
Peccato che non sia neppure in grado di stare in piedi, figuriamoci se lo sono per lottare.
Lui è seduto su una specie di trono, sopra uno spalto da cui può ben godersi lo spettacolo.
Sorride crudele non appena lo guardo.

"Bene, bene, bene... la bella addormentata è sveglia.
Che il combattimento inizi" e dopo queste parole scoppia il boato.
I vampiri che fanno da spettatori ci incitano.
Guardo il mio avversario, una ragazza esile e minuta.
Guardo i suoi occhi, che sono lo specchio dei miei.
Terrore, paura per la propria vita, e la consapevolezza che nessuna delle due uscirà viva da qui.
Mi alzo in piedi a fatica, la febbre altissima non mi aiuta.
Come farò? Non v'è risposta in me a questa domanda.
La ragazza fa due passi verso di me, io arretro arrivando al limitare del ring.
Tra le risate sguaiate e cattive un paio di mani mi spingono.
Perdo l'equilibrio e cado di faccia, rompendomi il naso.
Urlo dal dolore tenendomi il volto.
Ridono eccitati, lui primo di tutti.
Si divertono, vedendomi indifesa e in difficoltà.
Qualcosa in me scatta, sono stanca di gente crudele, di provare dolore, di sottomettermi.
La ragazza attacca e io riesco miracolosamente a scansarmi.   
Lei cade e io resisto all'impulso di aiutarla.
Si rialza e ci giriamo intorno, come nel wrestling o nelle arti marziali.
Un pugno parte e lo schivo, anni nella casa degli orrori mi sono serviti.
Stavolta, anche se con passo malfermo, attacco io.
La spingo e lei vola per terra.
Un coro di -finiscila- mi incita.
Mi avvicino, con il solo risultato di beccarmi un calcio in pieno diaframma.
Risucchio l'aria, mi sento svenire e mi fa male tutto. Ma reagisco non appena si alza in piedi.
La aggredisco, riuscendo ad avere la meglio. Le sono sopra, il pugno alzato.
Succedono contemporaneamente due cose: lui parla e io ricordo.
"Uccidila" dice ghignando.
Mentre io la guardo piangere, consapevole di stare per morire, ricordo quante volte mi sono trovata io nella sua situazione.
Abbasso il pugno, mi alzo e lo guardo dritto negli occhi.
"No. Io non sono un'assassina."
Porgo la mano alla tipa e l'aiuto a tirarsi su.
Incorrerò nella sua ira, lo so bene, non è tipo con cui scherzare.
Difatti, i suoi lineamenti mutano.
Una rabbia cieca li distorce, rendendolo ancora più terrificante.
Ed è un peccato, sarebbe così bello se non fosse accecato dall'odio.
"Stupida umana! Nessuno contravviene alle mie regole.
Pagherai per questo" ringhia furibondo...
Alzo le spalle e, complice la febbre, pronuncio queste parole:
"Non potrai farmi nulla che non mi sia già stato fatto. Uccidimi, tanto sai fare solo quello" lo sfido.

Il suo volto diventa mostruoso, e senza che riesca a vederlo, me lo ritrovo davanti.
Mi prende per il collo e mi alza da terra.
Non oppongo resistenza, sono stanca di lottare per vivere.
Mi lascio andare e sorrido grata, per la morte che mi accoglierà.
Apro gli occhi, guardo nei suoi.
Mi osserva concentratissimo.
Schermo i pensieri, non voglio che veda. Niente della mia vita gli deve essere svelato.
Sento la pressione che fa per entrare.
Si arrende, o almeno lo credo io.
Le parole che pronuncerà, mi faranno pentire di averlo contrastato.
Perché c'è davvero qualcosa peggiore della morte...

"Bene, ti insegnerò cosa vuol dire
mettersi contro di me.
Ti spezzerò, stanne certa! Imparerai, oh se lo farai."
Mi lascia andare, cado sul sedere e lo fisso.
"Portatela nel buco."
Un attimo dopo, due mani gelide e forti mi afferrano trascinandomi in un posto oscuro, umido e freddo.

Mi dibatto non appena capisco dove sono. Ma è inutile sono troppo forti.

Mi buttano come se fossi un sacco sulla dura pietra, legandomi le caviglie. Non posso più scappare.
Uno strappo secco e poi altri ancora.
Sono nuda e incatenata.

"Vi prego..." mormoro.   

"Pregare? Non serve a nulla.
Ma se ti è di conforto..." la sua voce mi arriva oltre il buio.
Sento un clangore metallico.
Oddio, lo conosco questo suono.
Una cintura che scivola oltre i passanti.
Sento il rumore mentre arrotola il cuoio intorno alla mano lasciando penzolare la fibbia.
So che farà male, lui è più forte.
Mi preparo all'inevitabile, sono abituata alle botte.
Ma quando arriva il colpo strillo dallo spavento.
A ripetizione mette a segno un colpo dietro l'altro, ma dopo la prima volta non voglio più dargli soddisfazione.
Mi mordo le labbra, urlo dentro, e da fuori non esce un fiato.
"URLA, MALEDETTA! IMPLORAMI DI RISPARMIARTI!"
Lo sento di fronte a me, vicinissimo.
Se devo morire che sia a testa alta.
Tendo i muscoli del collo, lo reclino indietro e, con precisione da cecchino, gli sputo in faccia.
Dopodiché, complici il malanno e la fiacchezza perdo i sensi.

Continua...

Eccoci qui, con un nuovo capitolo!
Non ho particolari domande da farvi se non, cosa ne sarà ora di Astra?
Vi aspetto nei commenti...

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Volevo segnalarvi una nuova storia, Tua Comunque, per cui ho avuto l'onore di creare la copertina.
Un nuovo emozionante racconto di  BarryCaitforever...
Passate a leggere, merita molto.

In più, vi risegnalo due storie a me molto care:
Alexander di Erreroberta
Rose e lo sconosciuto di hieronimous85...

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