diciotto: la danza della pioggia

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n.a.: leggete poi la nota alla fine del capitolo, è importante

p.s. non uccidetemi alla fine del capitolo e non togliete la storia dalla biblioteca perché continuerò a pubblicare i capitoli su questa storia

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Michael's P.O.V.

Anno 2040

"Ragazzi, erano ormai due settimane che io e Nathan ci eravamo lasciati e io e Luke avevamo chiarito. Mancava poco al campeggio di Luke, con quel Calum, suo coinquilino e quell'altro amico.

Mancavano pochi giorni alla sua partenza e io volevo fare di tutto per poter conquistare il suo cuore. Decisi così di parlarne con Ashton."

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Anno 2016

"Allora cosa ne pensi?" Eravamo seduti al bancone del bar e stavamo aspettando che arrivassero i nostri ordini. Per fortuna Luke si era preso un giorno e c'erano scarse probabilità di incontrarlo lì.

"Non di nuovo Luke. È chiaro che l'universo intero non vuole che tu e Luke stiate insieme. Non farlo incavolare o altrimenti ti prenderà a schiaffi." Sempre la solita delicatezza. Poteva semplicemente dirmi che non mi sopportava più.

"Lo so, ci ho già provato in passato a dimenticarmi di lui, ma qualsiasi cosa io facessi, tornavo sempre a lui. Perciò, ci devo riprovare." Non lo avessi mai detto. Ashton allungò la sua mano verso di me e mi tirò uno schiaffo sulla guancia. Quella non era una mano. Era una cazzo di pala a forma di mano. Sulla mia guancia rimase il segno rosso della sua mano, nonostante non avesse usato chissà quale forza.

"Non sono stato io. È stato l'universo." L'universo, certo. Doveva ringraziare che non avevo ricambiato lo schiaffo o altrimenti saremmo finiti a litigare.

"Dammi l'ultima possibilità, con un bel gesto plateale e super romantico. Se sarà un sì bene, se sarà un no allora mi arrenderò e lo lascerò andare."

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Quella sera ero nascosto nell'appartamento di Luke. Avevo riempito la sala di statuette di animali di colore blu, mettendo in bella vista l'elefante rubato al nostro primo appuntamento. Il tutto era decorato con bellissimi cestini pieni di rose. Io ero là in centro con una rosa in mano, lo stereo al mio fianco e aspettavo solo il momento che Luke varcasse la porta di casa. Per fortuna anche quel giorno, il coinquilino di Luke non c'era. Mi sarei sentito a disagio se ci fosse stato anche lui.

Non ci volle molto prima che Luke arrivasse. Non appena entrò accesi lo stereo e feci partire uno dei miei pezzi preferiti di sempre: Can't help falling in love di Elvis. Dovevo ammettere che era una canzone alquanto sdolcinata, ma davvero la amavo. Lui mi guardò con gli occhi spalancati. Non se lo aspettava e per un momento vidi i suoi occhi diventare lucidi e avvicinarsi a me. Ma allungò una mano verso lo stereo e fermò la musica.

"Sei pazzo." Disse con la voce ancora sorpresa nonostante sul suo viso ci fosse un accenno di divertimento alla situazione. Mi fece segno di sedermi e io lo guardavo negli occhi, aspettando un suo commento. "So quello che vuoi, ma abbiamo appena ripreso ad essere amici. Non che non ci abbia mai pensato, però noi cerchiamo cose diverse. Se dico che voglio stare con te e poi non funziona, avrò perso anche te." Si girò e smise di guardarmi negli occhi. Stava girando per la stanza e si bloccò quando notò gli animali blu.

"Perché non vuoi provarci?" Chiesi io con un tono basso. Mi lasciai cadere sul divano dietro di me, continuando a tenere la rosa in mano. I miei occhi si muovevano a ogni suo singolo movimento, il mio cuore batteva velocemente e l'ansia di ricevere una sua risposta aumentava ogni secondo di più.

How I Met Your Father || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora