quattordici: la prima volta

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Michael's P.O.V.

Anno 2040

"Quando si incontra una persona speciale, si vivono molte prime volte. Il primo bacio, la prima notte insieme, il primo weekend insieme. Per me tutte queste prime, sono avvenute in solo 48 ore da quando avevo conosciuto Nathan.

Lo avevo invitato a casa mia e passammo 48 ore insieme, chiusi nella mia stanza, con Ashton dall'altra parte che cercava a tutti costi di sapere qualcosa. Avevamo deciso di andarci piano, per via del fallimento alle spalle e per aver bruciato le tappe. Comunque in quelle quarantotto ore non avevamo fatto altro che parlare e scambiarci qualche bacio. Mi piaceva davvero molto e se dovevo andarci piano per averlo, allora ci stavo. Peccato che dopo quasi un mese non avevamo ancora concluso niente."


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Anno 2016

"Non mi sento bene. Come se nel mio basso ventre qualcuno cucinasse dei pop corn." Ero seduto al tavolo del solito bar, una birra davanti a me e di fronte a me c'era Ashton. Quella situazione iniziava davvero a farmi sentire male.

"Ti sta tenendo sulla corda da quasi un mese. Questo non è quello che ti ho insegnato." Disse Ashton mentre sorseggiava la sua birra e faceva qualche occhiolino qua e là non appena vedeva una bella ragazza. In quel momento Luke si avvicinò al nostro tavolo e lasciò una scodella piena di patatine sul tavolo, per poi sedersi vicino a me.

"Buone notizie. Domani non lavoro e il mio coinquilino si esibisce con la sua band. Vi va di venire?" Chiese con un tono tutto felice, come a un bambino a cui regalano delle caramelle.

"Domani porto a cena fuori Nathan, mi dispiace." Dissi io con un tono più basso, un po' mi dispiaceva non poter uscire con i miei amici.

"Io ci sono, fammi poi sapere quando e dove. E anche se ci sarà qualche bella ragazza." Disse Ashton finendo di bere la sua birra, quindi lasciò la mancia a Luke, sorridendo compiaciuto.

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Io e Nathan eravamo seduti sul retro di un taxi, sulla via di ritorno verso casa sua. Avevamo passato una splendida serata al ristorante italiano. L'aria dell'Italia mi metteva sempre di buon umore.

"Sai, il 10 si sta avvicinando. Non vedo l'ora di festeggiare questo mesiversario con te." Dissi io mentre mi sporgevo verso di lui per poter lasciare un bacio sulla sua guancia. Nonostante fossi in quella situazione di astinenza, non mi rifiutavo di riempirlo di baci.

"Aspetta, era il 10? Io non sono in città quel giorno." Disse lui con un tono preoccupato. Si notava dalla sua espressione che si voleva scusare.

"Ma possiamo fare quando ritorni. Tanto andiamo con calma." Effettivamente volevo un po' rinfacciarlo, nonostante fosse la verità. A quel punto, una settimana in più, una in meno, non faceva la differenza.

"Altrimenti possiamo fare stasera." Disse lui, stendendo le labbra in un sorrisetto compiaciuto. Quelle parole suonavano alle mie orecchie come un'armoniosa sinfonia tanto che urlai quasi immediatamente all'autista la via del mio appartamento. Tanto quella sera Ashton sarebbe uscito con Luke.

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Ashton's P.O.V.

Ero ancora a casa quando Michael tornò nell'appartamento. Non mi aspettavo tornasse così presto e non mi aspettavo neanche che fosse in compagnia del suo ragazzo.

Il problema non era tanto che fosse con il suo ragazzo, ma che Luke fosse in casa. L'avevo invitato per poter cenare insieme prima di andare al concerto e in quel momento lui era chiuso in bagno.

Michael non poteva vedermi lì, avrei rovinato i suoi piani, allora scappai in bagno. Luke quasi si spaventò, tanto che gli dovetti tappare la bocca e gli spiegai la situazione. NON POTEVAMO rovinare la prima volta a Michael.

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"Io credo che questo sia il momento perfetto. Come vorrei che il tempo si fermasse." Disse Nathan, o almeno credo. Io e Luke eravamo attaccati con l'orecchio alla porta del bagno e cercavamo di ascoltare quando se ne sarebbero andati in camera.

Nathan e Michael erano seduti sul divano del soggiorno e stavano guardando un film romantico. Non capivo come mai la tirassero tanto per le lunghe.

"No, un momento così è bello proprio perché passa. Ci scivola fra le dita, diventando ancora più prezioso." Questa volta era Michael a parlare. Stavo quasi per vomitare l'involtino primavera che avevo mangiato qualche ora prima.

"Questa è davvero pietosa. Sembra uscita da un giornalino per liceali." Disse Luke, staccandosi con l'orecchio dalla porta. Erano tre quarti d'ora che quei due continuavano a parlare e da tre quarti d'ora ascoltavo Luke dire cose del genere. Lui si andò a sedere sul water, dopo aver abbassato il coperchio e si passò una mano tra i capelli. "Non possiamo uscire?"

"Luke, se usciamo ora scopriranno che siamo rimasti chiusi qua dentro a origliare tutto quello che dicono e poi lo ascolti tu Michael che si comporta come una donna incinta." Conoscevo ormai il mio pollo e potevo immaginarmi ogni singola reazione.

"Non può essere incinto." Disse lui. Pensavo avesse capito la mia ironia. "Per essere incinti bisogna aver prima fatto sesso." Portai una mano davanti alla bocca e cercai di trattenere una risata. Non pensavo avesse un senso dell'umorismo del genere.

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Era ormai passata un'ora e mezza e ancora quei due non avevano fatto niente. Quella situazione stava diventando fastidiosa e non pensavo fossero così lenti. Avevano avuto un'ora e mezza per poter fare qualcosa e non avevano trovato dieci secondi per andare in camera.

Luke era sempre più frustrato e quella situazione non mi piaceva. Si stava torturando le dita e con fare ossessivo si passava le mani tra i capelli, con dei movimenti veloci e nervosi. E in quel momento capii. "Luke, ma a te piace Michael."

Alzò lo sguardo verso di me, aveva gli occhi lucidi. Ma almeno aveva finito di passarsi la mano tra i capelli. "Ashton, a me non piace Michael. Ha voltato pagina e sono felice per lui. Ora lasciami essere felice per lui."

"Okay, allora continuiamo ad ascoltare quello che fanno. Va bene?" Volevo suscitare in lui qualche reazione ma ci fu solo il silenzio. O almeno per qualche minuto.

"Tu non glielo dirai, vero?" Fu tutto quello che disse.

"No." Gli sorrisi, non volevo che stesse male. "Tra amici non si fa. Un amico non dice mai a un amico che un amico ha una cotta per lui." Iniziò a ridere. Finalmente quella situazione era meno tesa. Lui si alzò e si avvicinò a me. Portò le sue braccia intorno al mio corpo e mi abbracciò e io ricambiai. Fu proprio in quel momento lo sentii sussurrare un 'grazie'.

Ci vollero altri dieci minuti prima che i due piccioncini se ne andassero. Non appena lasciarono la via libera, io e Luke scappammo e uscimmo dalla casa. Per fortuna non ci perdemmo tutto il concerto di quella sera.

La band faceva bella musica, l'atmosfera era tranquilla, niente di esagerato. E sapete, quel Calum, coinquilino di Luke, non era poi così male.

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GRAZIE A DIO È VENERDÌ

Luke finalmente ha aperto il suo cuore, o quasi, e ha ammesso ciò che tutti sapevamo

Cosa ne pensate? Lasciate qualche commento per farmi sapere

Scusate se ho aggiornato di venerdì, ma ho deciso di aggiornare ogni 9-10 giorni siccome è quasi finita la prima parte della storia e voglio creare un po' più su suspense

Come state?

- Francy

How I Met Your Father || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora