dodici: rullo di tamburi

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Michael's P.O.V.

Anno 2040

"Ragazzi, spesso la vita ci offre momenti belli e romantici che la rendono degna di essere vissuta. Ma c'è un problema: questi momenti passano e, nascosta dietro l'angolo, c'è una strega brutta e cattiva e con i capelli crespi che si chiama Realtà. Così la sera del matrimonio, la realtà era il peggior nemico.

Ashton quella sera ci stava provando con una delle damigelle della sposa. Non doveva andare così. In teoria avrei potuto finalmente dichiarami a Luke. Ma la realtà si era messa di mezzo. Trevor lo chiamò, aveva bisogno di lui: era la sua grande occasione. Così andai da solo al ricevimento. Ma, all'improvviso, lo vidi. Aveva i capelli scuri, la pelle chiara e due occhi così luminosi che in confronto le stelle erano nulla."

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Anno 2016

Il giorno dopo il matrimonio

"Hey, Mike. Si può sapere dove eri finito ieri sera? Avevo trovato un bel ragazzo per te." Mi disse Ashton non appena uscii dalla mia camera da letto. Mi ero appena svegliato e avevo la felicità alle stelle, il sorriso che avevo sulla faccia prendeva da orecchio a orecchio.

"Ashton, sono lieto di comunicarti che è stata la festa più esaltante della mia vita." Ed era veramente così, non avevo mai passato una serata così magnifica fino ad all'ora.

"Spero tu stia parlando della torta. Aveva un gusto divino e il mio stomaco mi diceva 'hey bello, non so cosa tu stia buttando giù visto che è buio, ma continua perché è superbo'." Non potevo trattenere la risata, secondo me era ancora un po' ubriaco, ma non abbastanza da non capire la mia storia.

Il giorno del matrimonio

"Ho una regola: niente storie ai matrimoni. Sono convinto che certi momenti romantici siano stupendi mentre li vivi, però non sono reali." Stavamo parlando da circa dieci minuti e già mi stava simpatico. Non la pensava così male in fondo, nonostante io fossi uno alla costante ricerca dell'amore della vita.

"Sai, hai perfettamente ragione. Tipo prima quando ti ho visto ho pensato tu fossi l'amore della mia vita. Per fortuna, ho imparato a riconoscere gli abbagli. Ed ecco spiegato perché non ci sto provando con te." Stava ridendo, per una volta mi ero sentito a mio agio con una persona appena conosciuta. Forse non credeva alla mia storia del 'non ci sto provando', ma insomma, cosa importava?

"Senti, ho una soluzione. Io sono dell'idea che ciò che rovina tutto è sempre il giorno dopo." Ero alquanto confuso da ciò che volesse dire, ma aveva quel sorriso che illuminava la faccia e morivo dalla voglia di sapere cosa aveva in mente, così lo lasciai proseguire. "Ora ti spiego cosa ho in mente: stasera staremo insieme, balleremo, scherzeremo e rideremo, passando una magnifica serata. Ma quando sarà finita noi non ci vedremo più. Niente numeri di telefono, niente cognomi. Questa sera deve dare origine a un ricordo che anche quando saremo vecchi, quando ripenseremo a questa serata, sarà ancora perfetta."

L'idea della serata perfetta, del ricordo perfetto con il ragazzo perfetto, attirava la mia attenzione e la mia voglia, tanto che annuii con la testa, accettando.

Lui si chiamava Nathan, nonostante volesse fingere di chiamarsi Victor. Ma non importava.

Il giorno dopo il matrimonio

"Mike. Per favore, sembra un giochino da bambini di quattro anni." Ashton non ce la faceva a stare zitto e lasciarmi raccontare la mia storia.

"Ho passato una splendida serata, non lo rivedrò mai più e quindi? Il ricordo sarà indelebile."

"Come posso spiegarti." Ashton fece un sospiro, guardando all'aria come alla ricerca di ispirazione. "La torta di ieri sera era buonissima. Tu credi che mi basti il ricordo? Io troverò chi l'ha fatta e porca puttana, io ne mangerò una tonnellata."

Il giorno del matrimonio

Le regole erano stabilite, io e Nathan ci alzammo dal tavolo e ci allontanammo, non dopo però aver attirato l'attenzione di tutti da un'altra parte e aver rubato il bouquet della sposa senza che nessuno se ne accorgesse.

Andammo in una stanza dove non c'era nessuno, solo un bellissimo pianoforte era posto in mezzo. Mi prese la mano e mi fece sedere vicino a lui. Iniziò a suonare un pezzo stupendo: mi stava facendo sentire davvero bene. Quella melodia mi fece sognare, mi trasportò in un mondo perfetto. Quando finì, si girò verso di me e mi guardò negli occhi. I nostri visi erano a qualche centimetro di distanza e proprio sul momento in cui stavo per lasciare un bacio sulle sue labbra, lui si allontanò.

"Se noi due ci baciamo, tutto questo diventerà reale. Però, sai, la parte migliore di un bacio è l'istante che lo precede, prima che le labbra si tocchino. Sai, il rullo di tamburi. Che ne diresti se tutta questa serata fosse un rullo di tamburi?" Per quanto mi costasse ammetterlo, avevo voglia di rimanere sul rullo di tamburi. E fu così che ci avvicinammo di nuovo, le nostre labbra a pochi millimetri dal toccarsi, ma non successe.

Il giorno dopo il matrimonio

"MICHAEL. Il rullo di tamburi?! E dopo sei tornato a casa e cos'hai fatto? Il solitario?" La sua voce era indignata, schifata, delusa e arrabbiata.

"Senti, era simpatico, carino, c'era sintonia tra di noi. Ma tanto non lo rivedrò mai più." Mi ero diretto in cucina nel frattempo, alla ricerca di qualcosa da mangiare. Per quanto il servizio fosse stato buono e la torta ancora di più, in me c'era ancora un buco che doveva essere colmato. Mi fermai però all'improvviso, con il pacco di biscotti in mano, riflettendo su quello che avevo appena detto. Non potevo credere alle mie stesse parole. Io, Michael Clifford, che rinunciavo a un ragazzo.

Mi girai velocemente verso Ashton, che continuava a guardarmi in modo indignato. Stavo sbagliando e lui lo sapeva. Lui sapeva sempre quando sbagliavo. "Cazzo, lo devo ritrovare."

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Michael Clifford aka persona più stupida del mondo

Lo so che questo capitolo non è per niente muke ma EHI NON GIUDICATE mi serve per la storia ):

Come state? Avete ricominciato la scuola?

Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto lasciando qualche commento

- Francy

How I Met Your Father || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora