cinque: halloween

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Michael's P.O.V.

Anno 2040

"Io e Luke ormai eravamo solo amici: ci incontravamo al bar, ci raccontavamo della giornata e parlavamo, come amici. Non molto tempo dopo Luke aveva iniziato a uscire con un ragazzo. Non mi ricordo bene il suo nome e ogni volta che racconto questa storia lo chiamo sempre Sherlock. Capirete presto perché.

Dovete sapere che era Halloween e, come ogni anno, io e Ashton partecipavamo alla festa in terrazza organizzata nel nostro palazzo e, come ogni anno, io mi sarei vestito da Ash Ketchum ad aspettare il mio 'scheletro sexy'."

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Anno 2015

E anche quell'anno avevo tirato fuori il mio costume da Ash Ketchum. Ero vestito così quando avevo incontrato lo scheletro sexy.

Lo scheletro sexy era un ragazzo che avevo incontrato quattro anni prima alla festa di Halloween in terrazza. Era un ragazzo con i capelli scuri e i tratti orientali. Suonava il basso in una band, aveva iniziato a studiare economia all'università ma il suo vero sogno era fare musica, tanto da lasciare i corsi. Non ricordavo neanche il suo nome, ero troppo ubriaco e infatti mi aveva lasciato il numero su un foglietto che ovviamente persi il mattino dopo. Ogni anno mi presentavo su quella terrazza vestito da Ash Ketchum nella speranza di rivederlo, ma non si fece mai rivedere.

Ero in terrazza che mi stavo preparando un cocktail quando Ashton, Luke e un ragazzo con un cappello in testa e una pipa in bocca si avvicinarono a noi.

"Questo è il ragazzo con cui sto uscendo." Il primo a parlare fu Luke mentre prese a braccetto il ragazzo con la pipa in bocca.

"Piacere, sono Sherlock Holmes." Si presentò il ragazzo, porgendo la mano in avanti. Si era proprio calato nella parte.

"Piacere Sherlock, io sono Ash Ketchum. Avete per caso visto uno scheletro sexy?" Onestamente, non mi fregava di fare la conoscenza del ragazzo di Luke. Ma non volevo sembrare maleducato, quindi presi un vassoio pieno di salatini. "Ne volete uno?"

"Noi adoriamo i salatini." Disse Sherlock. Un brivido percorse il mio corpo al sentire quel noi.

"Tesoro, io adoro i salatini e tu pure. Adorare non è un'attività di gruppo." Disse Luke al ragazzo, quasi imbarazzato e allo stesso tempo infastidito. A quanto pare neanche a lui piaceva quel modo di fare.

In quel momento un suono di uno schiaffo rimbombò tra le persone. Tutto intorno a noi si fermò, tutte le persone fissavano un punto dietro di me, con un'aria sorpresa. Mi girai di scatto per vedere cosa stava succedendo e vidi che Ashton, in piedi e da solo, con un segno rosso a forma di mano sulla guancia. Nel frattempo una ragazza si stava allontanando da lui e da tutti gli altri con un passo veloce.

"Stavo solo cercando di portarmela a letto." Ashton scosse le spalle, come se potesse essere una scusa valida, mentre si girò per guardare la ragazza andarsene. Tutti i presenti conoscevano Ashton, conoscevano i suoi modi di fare, quindi in pochi secondi tornarono a ballare e a bere come se nulla fosse successo.

Luke e Sherlock si allontanarono per andare a ballare, Ashton se ne andò, completamente offeso e io ero di nuovo da solo.

I miei occhi scorrevano da una persona all'altra, da un costume all'altro, ma nessuno era quello che cercavo io. Tutto quello che vedevo era la gente che si divertiva, che ballava e che si abbracciava. Più che una festa di Halloween, era una scusa per le coppie di farsi vedere in pubblico. E tutto quello che desideravo era vedere il mio scheletro. Quello scheletro che ogni anno ad Halloween mi riempiva il cuore di speranza, permettendomi di non rinunciare.

Ma anche quella volta non si presentò.

Alla fine della festa mi sedetti per terra, contro un muretto e mi misi ad osservare la gente ancora una volta: guardavo le persone uscire in gruppo, chi per mano, chi a braccetto, fino a quando la terrazza non fu completamente vuota.

Qualsiasi cosa io facessi nella mia vita, finivo sempre per rimanere da solo.

All'improvviso Luke varcò la porta che dava sulla terrazza, con la giacca di pelle addosso. Senza dire una parola si avvicinò a me, si sfilò la giacca e si sedette vicino a me, posando la testa sulla mia spalla.

"Io e Sherlock ci siamo lasciati. Non mi piaceva il fatto che parlasse al 'noi'. E poi lui ha accettato di fare la parte dell'idiota per me, mentre io non ci sono riuscito. Perché non sono Watson?" La sua voce aveva quasi un tono deluso.

Mi dispiaceva vedere Luke così. Nonostante io provassi qualcosa per lui, non potevo vederlo così. "Non hai ancora trovato il tuo Sherlock. Un giorno conoscerai un uomo che ti farà desiderare di sentirti un idiota."

"Mike, spiegami come fai. Come fai a stare tutta la sera seduto al freddo ad aspettare il tuo scheletro e avere fiducia che lui arrivi?" Aveva girato il viso verso di me, i suoi occhi mi fissavano.

"È che sono un po' ubriaco." Ciò era vero. L'alcol nel mio corpo mi teneva sveglio. "Lo so che è improbabile che alle tre meno venti del mattino il mio scheletro arrivi, ma questo è un posto come un altro per aspettare." Scossi le spalle e abbassai il viso.

Pochi secondi dopo la sua giacca era sulle nostre cosce, in modo che ci potesse riparare dal freddo. Passammo la notte lì, uno di fianco all'altro. Per la prima volta non ero solo, seduto a terra ad aspettare in una fredda notte autunnale.

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Hey! Questo è uno dei primi capitoli che ho iniziato a scrivere con più concentrazione infatti inizia ad essere più decente rispetto agli altri. Cosa ne pensate? Lasciate qualche commento per farmi sapere.

Come va? State passando una bella estate? Io sono ancora in Spagna e torno sabato sera, NON VOGLIO TORNARE A CASA

Vi auguro una buona sera. A presto!

- Francy

How I Met Your Father || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora