due: dio benedica i gay

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Michael's P.O.V.

Anno 2015

"Mikey, come è finita ieri sera con il biondo?" Alzai lo sguardo dallo schermo del mio cellulare e notai Ashton, in compagnia di una ragazza.

Nulla di nuovo insomma, tutto normale.

Presi una patatina dalla porzione che avevo appena ordinato e la portai alla bocca, aspettando che i due si sedettero di fronte a me al nostro tavolo.

Da quando ci eravamo trasferiti a New York e frequentavamo quel bar, ci eravamo sempre seduti in quel posto, proprio quel tavolo, quindi apparteneva praticamente a noi e ogni sera ci ritrovavamo là, anche se abitavamo nello stesso appartamento.

Ma lui durante il giorno solitamente spariva, quindi avevamo pensato che fosse un ottimo punto di ritrovo.

Non avevo mai capito il lavoro che faceva Ashton, ma preferivo non saperlo.

"Se tu non mi avessi abbandonato, lo avresti saputo. E comunque non sono riuscito a dire niente. È scappato subito." Dissi con un tono infastidito. Tempo di alzare lo sguardo, già le sue labbra erano attaccate a quelle della bionda.

Dio che schifo, come poteva piacergli.

Dio benedica i gay.

All'improvviso sentii qualcuno sedersi vicino a me e portare un braccio intorno alle mie spalle.

"Tutto ciò è disgustoso." Questa volta era una voce abbastanza profonda a parlare.

Mi girai di lato per capire chi era e mi ritrovai un ragazzo biondo che guardava la scena con una faccia disgustata. Era l'ultima cosa che mi potevo aspettare da quella giornata. "Questi etero arrapati mi fanno salire il vomito." Continuò a dire.

Ovviamente non riuscii a dire una parola: potevo pensare solo che quel ben di Dio era gay e alle patatine che mi aveva appena fregato.

"Scusami per ieri sera, non volevo sembrare antipatico. Sono Luke." Disse con un tono entusiasta mentre stese le labbra in un grande sorriso e portò la mano in avanti.

Aveva proprio un bel sorriso. Dopo qualche secondo però capii che dovevo rispondere e avvicinai la mano alla sua per stringerla, ricambiando il sorriso. "Piacere Luke, io sono Michael." Non potevo dire che sapevo già il suo nome. Sarei sembrato uno stalker.

In quel momento Ashton e la bionda si staccarono e si misero a guardarci.

"Dobbiamo giocare più volte a Hey, lo cono-" Ashton subito iniziò a parlare, ma non fece in tempo a terminare la frase che la ragazza gli sussurrò qualcosa nell'orecchio. "Scusate, dobbiamo risolvere alcuni affari. Sapete, lavoro. Mikey, non tornare prima delle 11." Disse Ashton, facendomi un occhiolino. I due si alzarono di scatto e uscirono dal bar, mano nella mano e con dei sorrisi compiaciuti sulle labbra.

"Qua l'unico lavoro che si faranno è quello di bocca." Sospirai prendendo una patatina e la portai alla bocca. Tra me e Luke si era formato il silenzio.

"Ti porto una birra e un panino, offro io. A quanto pare passerai una lunga serata." Fu lui a rompere il silenzio. Aveva capito che quella cosa non mi andava a genio. Luke si alzò prima ancora che io potessi ringraziare o dire qualcosa.

Dopo cinque minuti tornò al tavolo con due calici e due panini e si sedette davanti a me. "Non posso lasciare un povero ragazzo indifeso da solo in un bar con un calice di birra." Il suo tono era quasi divertito dalla situazione.

"Non sono povero e tanto meno indifeso." Iniziai a ridere poco dopo e presi il calice portandolo alle labbra. Spostai lo sguardo e mi misi a guardare Luke mentre mi fregava un'altra patatina.

In quel momento capii che avrei passato una lunga e piacevole serata.

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E anche questo è un capitolo piuttosto corto ma posso dire in mia difesa che l'ho scritto quasi un anno fa.

Mi ha fatto molto piacere vedere che il primo capitolo e il prologo sono piaciuti e vorrei non deludervi.

Questi sono solo capitoli iniziali e servono solo a introdurre un po' le situazioni e i personaggi.

Cosa ne pensate?

- Francy

How I Met Your Father || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora