quindici: germania

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Michael's P.O.V.

Anno 2040

"Figlioli, quando c'è di mezzo l'amore, i rapporti che funzionano sono quelli spontanei. Un giorno Nathan venne a casa mia per insegnarmi a fare i muffin. Non dico che ero una frana in cucina, ma i muffin avevano creato la crosticina ma dentro erano ancora liquidi, fidatevi comunque che l'impasto era buono. Proprio mentre stavamo per infornarne altri, il suo telefono cominciò a suonare."

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Anno 2016

"Mi hanno appena offerto una borsa di studio in una scuola di cucina che si trova in Germania." Rientrò in cucina con uno sguardo alquanto perplesso. Posò il telefono vicino al piano cottura e si appoggiò al frigo con una spalla, ancora sorpreso.

"Aspetta, Germania in Europa?" Dissi io, preso completamente alla sprovvista. Preferivo se ne andasse in Canada, ma non in Germania.

"È per due anni. Non pensavo di avere possibilità perché ci riescono pochi americani. Ma mi hanno preso." Continuò lui a spiegare. Sembrava quasi cercasse un modo per farmi capire quanto fosse fortunato ad avere quell'opportunità.

"Ma è proprio Germania in Europa?"

"Quale dovrebbe essere?" Alzò un sopracciglio e mi guardò negli occhi. Potevo notare che comunque aveva un sorrisetto divertito.

"Quella del mondo in miniatura." Lui scoppiò a ridere e mi sentii meglio. Sembrava quasi come se quella situazione non fosse reale, anche se lo era. E anche troppo.

Lui non era sicuro di voler accettare e io non ero sicuro di volerlo lasciare andare via da me. Per una volta avevo trovato la persona perfetta e non volevo farmelo scappare. Bisognava prendere una decisione entro qualche giorno e così decise di prendersi qualche giorno per pensare.

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Prima dell'incontro con Nathan passai del tempo con Ashton. Ero in un vicolo cieco. Non volevo perdere Nathan ma sapevo già che il rapporto a distanza non avrebbe funzionato.

"Michael, lo conosci da due mesi. Non sai se lui è quello giusto per te e non sai niente di lui. Gli piacciono più i gatti o i cani? Qual è il suo colore preferito?" Ero seduto sul divano e sfogliavo il giornale, come se quello potesse far scaricare la mia tensione. Riflettei a quelle domande, ma effettivamente non avevo una risposta certa.

"A me piacciono i cani e forse a lui i gatti, ma io vado d'accordo con tutti." Dirlo ad alta voce, magari poteva servirmi era convincermi da solo. Ma una vocina dentro di me (o forse era Ashton) mi chiese 'Ne sei sicuro?'

Così presi il telefono e mandai un messaggio a Nathan. La sua risposta fu: "Amo i gatti."

Non lo conoscevo per niente, non sapevo niente di lui. Ero quasi convinto che lui preferisse i cani e quella distrusse tutte le mie convinzioni. Fu proprio in quel momento che presi la mia decisione.

Uscii di casa, senza neanche salutare Ashton e andai al solito bar. Nathan era già seduto al bancone che mi aspettava. Ero pronto per dirgli di andarsene e di non rinunciare ai sogni per me. Se gli avessi chiesto di rinunciare ai suoi sogni e poi ci fossimo lasciati, io mi sarei sentito come il peggiore stronzo del mondo. E sarebbe stato un po' eccessivo per un rapporto nuovo.

Ero sul punto di parlare, quando lui tirò fuori una scatoletta di cartone. Al suo interno vi era un muffin.

"Ecco come deve venire quando è cotto bene." In quel momento capii che quel muffin era molto di più che un semplice dolce. Qualcosa scattò nella mia testa e tutto prese una svolta inaspettata.

"Non andartene." Dissi io senza neanche ringraziare per il muffin e senza indugiare.

Lui mi guardò negli occhi, rimase in silenzio per qualche secondo e, infine, scosse la testa. "Non posso rimanere."

"Quindi vuoi partire?"

"Io in realtà ero venuto per dirti che volevo rimanere ma ora che me lo hai chiesto ho capito che devo partire." Spiegò velocemente lui e allontanò la scatola con il muffin dando un colpo con la mano.

"Cos'è? Spirito di contraddizione?" Iniziammo così a discutere. Lui non voleva rinunciare ai suoi sogni e io non avevo la minima intenzione di andare in Germania con lui. Arrivammo così alla conclusione.

Era arrivato il momento di rompere.

Quando, però, lo accompagnai all'aeroporto e lo vidi allontanarsi, vidi anche la mia felicità partire con lui. Non potevo farla finire in quel modo orribile. Corsi verso di lui e mi fermai a qualche metro di distanza.

"Che ne dici di un rapporto a distanza?" In quel momento lui corse verso di me annuendo con la testa, portò le sue braccia intorno al mio collo e ci iniziammo a baciare. Saremmo stati l'eccezione, noi l'avremmo fatto funzionare.

Ma non sempre le cose vanno come vuoi che vadano.

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HOLA HIJOS

Michael diventa sempre più sfigato, lo so, ma fa tutto parte del mio diabolico piano muahaha

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- Francy

How I Met Your Father || MukeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora