Capitolo 45

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Justin

Mi sveglio a causa della luce che arriva dritta sul mio viso. Sbatto più volte le palpebre per abituarmi alla luce, per poi girarmi dall'altra parte. Sorrido automaticamente mentre ammiro Kathrine , che dorme beatamente. Quando dorme sembra così innocente, quasi una bambina.
Il mio angelo.
Le do un bacio sulla guancia rosata, per poi alzarmi dal letto attento a non svegliarla, afferro i boxer e un paio di jeans, poi scendo di sotto dove trovo i ragazzi seduti al bancone della cucina.

-'Giorno Bieber- mi saluta Chaz dandomi una pacca sulla spalla.
-Abbiamo messo a punto la bomba per far saltare in aria quel bastardo di Jason con i suoi amici- dice Jaden.
-Perfetto, quando sarà il momento procederemo, sperando che non succeda niente prima- dico bevendo il mio caffè.
-Comunqueeee- dice Dan sorridendo.
–Passata una bella notte?- continua mentre tutti gli altri scoppiano a ridere.
–Taci o giuro che te ne pentirai- lo minaccio senza trattenere una piccola risata. Lui alza le mani in segno di resa.
–Okay okay calmo, tanto la risposta penso sia chiara a tutti.- mormora mentre Chaz mi porge un piatto fumante con dei pancake.

-Grazie- dico mangiando.
Alzo lo sguardo quando sento la sedia alla mia destra spostarsi. Vedo Kathrine con gli occhi ancora socchiusi.
Prende posto al mio fianco prima di sbadigliare, facendo ridacchiare tutti.
In quel momento spalanca gli occhi accorgendosi della presenza dei ragazzi. Tira la mia maglietta giù per coprire le gambe scoperte.

-Guai a voi se provate a guardare una zona al di sotto della sua vita- Avverto i presenti mentre tutti annuiscono.
-Fratello, ma per chi ci hai preso?- chiede Chaz fingendosi offeso.

-Vado a casa, mi devo cambiare- annuncia avvicinandosi a me per baciarmi. Stringo il suo corpo al mio, approfondendo il bacio prima che si stacchi da me con un sorriso soddisfatto.
-Dobbiamo andare a scuola- mi ricorda ridendo.

Kathrine

Una volta lavata e vestita con abiti puliti, prendo lo zaino di scuola, ci infilo qualche libro, per poi scendere nel salone.
Esco di casa avvicinandomi alla macchina di Elis che con un sorriso mi invita a salire.
-Andiamo, non voglio arrivare in ritardo anche oggi- esclama facendo l'occhiolino a me e alle altre ragazze, per poi sfrecciare via.

Una volta arrivata nel cortile scendo dalla macchina, guardandomi intorno. Sorrido quando vedo Justin scendere dalla sua Range Rover. Si passa una mano tra i capelli, per poi sistemare la giacca di pelle nera e iniziare a camminare lentamente verso di me con le mani in tasca.
Tutti gli studenti ci guardano con gli occhi sgranati.

Le voci sulla nostra relazione girano ormai da tempo, ma non hanno mai avuto la conferma davanti ai loro occhi.
Quando Justin è davanti a me afferra i miei fianchi attirandomi possessivamente a sé, per poi iniziare a baciarmi con passione, ignorando tutti i presenti.
-Cazzo, staccati da mia sorella in questo fottuto momento- urla Max.
Mi giro di scatto ridendo, mentre dalla sua macchina scendono gli altri.
Max scende dalla macchina avvicinandosi a Justin, che gli porge la mano. Max la stringe amichevolmente, sotto lo sguardo allibito di tutti gli studenti che iniziano ad avvicinarsi tra loro e a iniziare a spettegolare.

Max torna alla sua macchina –Ci vediamo dopo, io e te abbiamo dei lavoro da svolgere- dice rivolto a me, sorridendomi prima di ripartire.

-Che lavoro?- domanda Justin aggrottando la fronte incuriosito.
– Stasera ti spiego, ora non c'è tempo- rispondo mentre sentiamo  la campanella suonare.
Lui annuisce avvolgendo il suo braccio intorno alla mia vita, accompagnandomi poi alla mia classe.

Verso la fine dell'ora mi arriva un messaggio.

Da Rebecca
Possiamo parlare alla fine dell'ora?

Mi giro guardando verso il suo banco e vedo le lacrime che le scendono sulle guance, forse la dovrei perdonare, in fondo si è pentita.

A Rebecca
Okay.

Usciamo dalla classe, fermandoci in un corridoio deserto.
-Senti, penso che tutto questo stia andando per le lunghe. Tu hai sbagliato e io penso di avertela fatta pagare abbastanza, non credi?- chiedo.
–Io.. mi dispiace Kath. Sono stata una stronza, la peggiore migliore amica di tutta la Terra. Ci eravamo promesse di non tradirci mai, e invece sono stata io a rovinare tutto nascondendoti la mia relazione con tuo fratello, tradendoti. -si ferma abbassando la testa.

Senza pensarci ancora l'abbraccio.
-Dispiace anche a me, tanto. Non pensiamoci più, mi manca la mia migliore amica- mormoro  al suo orecchio, facendola ridere.
-Grazie- dice sciogliendo l'abbraccio e asciugandosi le lacrime.
Le sorrido –Andiamo- mormoro passando un braccio intorno alle sue spalle. Andiamo nella mensa, attirando gli sguardi di tutti.
Vedo Justin e gli altri seduti al solito tavolo
Justin mi sorride, capendo al volo, così come tutti gli altri.

Vado a sedermi vicino a Justin, che lascia un bacio sulla mia guancia.

-Sono felice che vi siate chiarite- mormora sorridendomi.

-Si, anche io- confermo annuendo per poi tirare fuori il mio cellulare.

Da Max
Sono qui fuori.


Mi alzo prendendo il mio zaino
–Io vado- dico guardando gli altri che mi guardano confusi.
-Dove?- chiede Marco.
-Con Max- rispondo vedendo Jake annuire.

Mi giro verso Justin per lasciargli un rapido bacio.

Lui mi guarda preoccupato –Stai tranquillo, sarò a casa prima che tu possa accorgerti della mia assenza- lo tranquillizzo facendogli l'occhiolino.
–Meglio per te- mormora facendomi ridere.
Esco dalla scuola trovando mio fratello nel parcheggio. Salgo in macchina girandomi verso di lui, che sorride.
Esco dal cruscotto della macchina una pistola e la metto nella tasca posteriore dei jeans, mentre sento partire la macchina.

Il viaggio è stato stranamente silenzioso.

Max ferma la macchina di fronte ad un grande magazzino, con una scritta che si legge poco in arancione, da quel che ho capito è un negozio di auto ricambi.
Controllo che la pistola sia carica.

-Allora tu dovresti distrarre il ragazzo e fai in modo di farlo allontanare dalla cassa, io prendo i soldi.- mormora avvicinandosi al negozio.
Annuisco sbottonandomi la camicetta, in modo da far vedere il reggiseno nero.

–Se usa troppo le mani urla o dagli un calcio nelle parti basse- si raccomanda facendomi ridere.
–Certo - dico girandomi verso il negozio.
Entro nel negozio, sentendo addosso lo sguardo lussurioso del commesso seguirmi mentre mi dirigo a passo lento, ma deciso, verso la cassa.
-Scusi, mi potrebbe aiutare a trovare delle cose per la mia auto- dico con voce più sensuale possibile.
-Certo signorina, mi segua- dice balbettando, portandomi in un corridoio isolato.
Tutto sta andando secondo i piani.

Mi giro osservando mio fratello entrare di soppiatto nel negozio, dirigendosi verso la cassa.
Il ragazzo si avvicina a me, iniziando a baciare il mio collo.
Poi posa le sue mani sui miei fianchi, stringendo così forte, da farmi quasi male.
Faccio qualche gemito finto, tanto per far sembrare tutto più vero, anche se in realtà mi viene semplicemente da vomitare.

Proprio mentre il ragazzo sta sbottonando il resto dei bottoni della camicetta, squilla il mio telefono. Senza pensarci due volte do una ginocchiata nelle parti basse del ragazzo, che si piega in due dal dolore. Ne approfitto per svignarmela, uscendo rapidamente dal magazzino per salire in macchina.
Mio fratello parte accelerando, mentre tutti e due scoppiamo a ridere –Quel poverino era completamente impazzito- sghignazza mio fratello.

Dopo un po' vedo casa ed esco dalla macchina, preparandomi a spiegare ciò che ho fatto questo pomeriggio a Justin.

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