Capitolo 13

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Justin
Voglio rivedere quella ragazza, oltretutto ho il suo cellulare, perciò penso sia una buona scusa per rivederla.
Pov Kathrine
Siamo ritornati a casa ormai da un'ora, penso di essere orgogliosa di me stessa in questo momento. Un fastidioso ticchettio alla finestra interrompe i miei pensieri di vittoria. Mi alzo e mi dirigo alla finestra, per andare alla finestra e uccidere il fastidioso uccellaccio del malaugurio. Appena sposto le tende, rimango estremamente sorpresa, perché me lo ritrovo sempre davanti? Ufff...

Che vita...

Gli apro o no? Mentre penso se gli devo aprire lui prende il mio cellulare dalla tasca e me sventola in faccia. Come a dire "se non apri non lo avrai mai". Apro la finestra e lui entra, ma appena cerco di prendere il cellulare...lui se lo rinfila in tasca.
-Pensavi veramente che te lo avrei dato? La tua ingenuità mi sorprende- dice divertito.
-Che vuoi?-  dico incrociando le braccia al petto irritata.
-Voglio che esci con me- dice con nonchalanche.
-Che?!?- dico confusa.
-Hai sentito, non farmelo ripetere- dice .
-Oggi non posso- dico fredda.
- perché?- chiede .
-Non sono cazzi tuoi- dico facendogli l'occhiolino e aprendo la finestra per farlo uscire.
-Non lo rivuoi il cellulare?Bene allora rispondi- dice.
-Devo uscire con un mio amico- dico, visto che dovevo uscire con Jake.
-Ah- dice pensieroso.
-Annulla, tu stasera esci con me, ti aspetto giù- continua uscendo dalla finestra.

Telefono a Jake, e mentre il cellulare suona, penso "non rispondere " "non rispondere", ma ecco che risponde.
-Hey- dico balbettando.
-Hey- dice lui.
-Stasera non posso uscire- dico dispiaciuta
-come mai?- chiede lui.
-devo...devo...prepararmi per un compito in classe- rispondo sapendo che è una scusa di merda.
-Non ti chiedo il perché ho capito, però la scusa fa schifo, non la usare più- dice ridendo.
-Sissignore, a domani- dico ridacchiando
-A domani, bimba- dice chiudendo la telefonata.

Scelgo una maglietta nera con una scritta bianca, i jeans e delle all star nere.

Mi dirigo verso la porta d'ingresso dove trovo mio fratello che è appena entrato.

-Dove vai?- chiede.
-Da Rebecca- rispondo .
-Ah okay, perché?- chiede incuriosito.
- Ci deve essere un motivo per andare dalla propria migliore amica?- rispondo ridendo.
-Okay- dice ridendo pure lui per la stupidità della sua domanda.

Esco avvicinandomi a Justin, fermandomi a poca distanza, incrociando le braccia davanti al petto.
-Quale onore!- dice Justin, fingendosi lusingato dalla  mia presenza.
Alzo gli occhi al cielo .
-Non ti fare strane idee, lo faccio solo per il bene del mio cellulare- dico sbuffando.
Entro in macchina, mentre lui si siede al posto di guida.

-Non lo so nemmeno io perché ho accettato di venire con te.- penso ad alta voce scuotendo la testa incredula.
-Qualche idea ce l'avrei- scherza, dice sorridendo maliziosamente. Io non gli do retta, perché queste sue allusioni sono stupide e insensate, dato che lo faccio solo perché mi ha minacciata. I miei non mi permetterebbero mai di comprare un cellulare nuovo.

-Continuo a pensare che tu sia un idiota e che non dovrei essere qui, soprattutto dopo tutto ciò che è successo sta mattina- dico dopo un po' ricordando il modo in cui mi ha minacciato. Mi ripeto mentalmente più volte di non mostrare le mie debolezze e le mie paure agli altri perché le potrebbero usare contro di me, eppure non riesco a non reagire in quel modo al pensiero dei fatti accaduti quella mattina.

-Mi dispiace- dice con voce roca e bassa.
Annuisco senza proferir parola.

-Kathrine?-mi chiama sospirando.
Non dico niente
-Ti prego, guardami- mi chiede fermando la macchina e girandomi il viso in modo tale da poterlo guardare in faccia.
Guardo i suoi occhi sono i più belli che ho mai visto!
Sembra quasi che ci sia dell'oro liquido nel loro interno, fuso con del miele, mentre delle sfumature di nero e caramello contribuiscono a rendere meravigliosi i suoi occhi, improvvisamente ardenti di sincerità, dolci, innocenti, senza traccia della violenza di cui sono stati pieni questa mattina.
-Sono stato un idiota e per questo ho intenzione di farmi perdonare, infatti ti sto portando a cena fuori- mi dice facendomi l'occhiolino e regalandomi uno dei suoi sorrisi mozzafiato, capaci di levarti il respiro.
Mi chiedo come una persona possa cambiare carattere da un'ora all'altra, ma sto ragazzo che soffre di bipolarismo? Bho è strano, non penso che lo capirò mai. Mi chiedo come Justin possa passare dal volerti uccidere al volerti invitare a un appuntamento...aspetta...ma è un appuntamento?

-E' un appuntamento?- chiedo incuriosita.
-Vuoi che lo sia?- chiede a sua volta avvicinandosi troppo per i miei gusti.
-Io.. ehm.. – farfuglio.
–Cioè.. non..- continuo, arrossisco incapace di parlare.
-Si- dice facendomi sussultare.
-Si cosa?- domando perplessa.

-Si, è un appuntamento- afferma sorridendomi

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