Capitolo 30

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Kathrine

E con mio grande orrore è arrivato il sabato mattina. Mi alzo dal letto leggermente esitante.

Ora è tutto diverso e il centro del mio mondo si è spostato fino a racchiudere me e quel ragazzo dagli occhi color caramello. Mi sento avvolta in una bolla di cristallo, come a proteggere il mio mondo da eventuali aggressioni. Ma quella sera sarei dovuta uscire, e sarei dovuta stare attenta a non farla rompere, perché per quanto sia bella e brillante, è anche fragile e delicata.

Con un sospiro mi chiudo nel piccolo bagno, canticchiando sotto il getto caldo della doccia mentre mi godo il profumo del bagnoschiuma. Esco dopo circa venti minuti, notando con orrore che sono in ritardo, per l'ennesima volta.
Mi vesto in fretta e furia, infilo quattro libri dentro lo zaino per poi guardare rassegnata verso lo specchio.
Ormai sono in ritardo, tanto vale entrare in grande stile. Passo il mascara, prima di asciugare i miei lunghi capelli scuri. Una volta completata la mia opera, sorrido soddisfatta afferrando lo zaino prima di scendere le scale.

-Alla buon'ora- mi prende in giro Max squadrandomi.
–Ho preso da te- ribatto facendogli una linguaccia, mentre lui scuote il capo tornando alla sua tazza di cereali fingendosi offeso.

Arrivata a scuola noto i corridoi completamente vuoti, segno che lezioni sono già iniziate da un pezzo. Entro seconda ora,mi stufa adesso, così mi poggio all'armadietto tirando fuori il cellulare.

A: Justin
Ho saltato la prima ora, io si che sono una dura, mica come te.


Invio il messaggio ridendo soddisfatta.


Da: Justin
Così mi deludi, io ho una fedina penale da rispettare se voglio ottenere una borsa di studio per Oxford.
Non posso credere di averlo scritto davvero.

Rido leggendo il messaggio, ma prima di potere rispondere sobbalzo ritrovandomi il vicepreside davanti che mi guarda con aria infuriata.

-Buongiorno anche a lei- saluto sarcasticamente mettendo il cellulare in tasca.
-Mi spieghi per quale motivo non si trova in aula, signorina Russo- dice.
-Perché ho voglia di entrare a seconda ora, anzi se avessi la possibilità nemmeno verrei più in questa scuola di merda con insegnanti e compagni rompipalle come lei- dico sorridendo soddisfatta, andandomene con grande stile.

Mi siedo sulla gradinata davanti alla scuola ed estraggo velocemente il cellulare dalla mia tasca.

A: Justin
Chiedo perdono, mi aveva fermato il vicepreside. Ouch.

Da: Justin
Forse non dovremmo frequentarci, intacchi la mia reputazione di bravo studente.

Inizio a ridere, fino a quando suona la campanella della seconda ora è sono costretta ad entrare.

Al suono dell'ultima campanella mi dirigo verso il bagno, dove come al solito io e Justin ci siamo dati appuntamento.
Quando lo vedo mi spunta un sorriso enorme, e mi butto letteralmente tra le sue braccia. Ride stringendomi a sé.

-Ma buongiorno- sussurra al mio orecchio lasciandomi un bacio sul collo.
Mi aggrappo alle sue spalle avvicinandomi a lui.
- Stasera ti proteggerò Kathrine , ti guarderò le spalle. non permetterò a nessuno di avvicinarsi a te o farti del male, lo capisci?- dice questo con voce decisa.

Annuisco incapace di dire altro, lasciando che lui mi abbracci.

-Devo andare- dice dopo sciogliendo l'abbraccio e stampandomi un rapido bacio.

Qualche ora dopo.


Sono le dieci, e con mio grande terrore siamo tutti pronti.
Quando Max arriva davanti a me sorride, ma è un sorriso strano, sembra quasi una finzione... Aggrotto la fronte, ma mio fratello si dirige verso Rebecca e le dice qualcosa all'orecchio, baciandole subito dopo la guancia.
Io non dico niente, ma in testa mi faccio mille domande.
Gabriel si avvicina a me.
-Ti devo dire una cosa, per favore lasciami parlare almeno per una volta- dice.
-Okay, parla- dico con voce rassegnata.
-Max e Rebecca stanno insieme e non ti sto mentendo. Lui sapeva che questa cosa non ti sarebbe andata giù, lo sapeva fin dall'inizio, per questo non te l'ha detto- parla velocemente.
Improvvisamente tutto ha un senso.

Si spiegano gli strani comportamenti di Rebecca, il suo ridere o arrossire, il suo essere sempre d'accordo con mio fratello. Si spiegano anche i comportamenti di Max nei suoi confronti, le sue continua attenzioni, e non posso fare a meno di sentirmi ferita. Le persone che più amo mi hanno mentito, la mia migliore amica e mio fratello mi hanno preso in giro.
Stringo le mani in due pugni, trattenendo le lacrime.
Torno a passo spedito nella piccola piazzetta, cercando di non pensare a ciò che ho appena saputo.
Appena è tutto pronto ci dirigiamo in macchina e partiamo per questa "importante" serata.

Quando ci fermiamo mi si stringe lo stomaco.

Conosco bene quel magazzino circondato da alberi e non posso fare a meno di sentire una fitta acuta al petto.
Scendo come tutti gli altri che silenziosamente tirano fuori la propria pistola.

Max si sta preparando a mettere un esplosivo per fare cadere il magazzino, quando uno sparo alle nostre spalle ci sorprende facendoci sobbalzare

Ci troviamo davanti a loro, armati come noi, capeggiati da Justin che sorride crudelmente verso mio fratello. Sembra quasi un'altra persona. Nei suoi occhi non c'è traccia della dolcezza di quella mattina, sono freddi e spietati.

-Bieber- ringhia Max guardandolo stupito, accorgendosi delle armi strette nelle loro mani.

-Russo- saluta lui con un cenno del capo, fingendosi amichevole.

All'improvviso tutti iniziano a correre, riparandosi dietro alberi, rocce o qualunque altra cosa avrebbe potuto funzionare da riparo.

Mi guardo intorno cercando di distinguere le figure intorno a me, cosa difficile data l'oscurità che ci circonda e i vestiti completamente neri di tutti noi.

All'improvviso qualcuno mi da un calcio facendomi cadere, spunta una ragazza, di cui non vedo molto dato il buio della notte che ci circonda, mi punta una pistola alla tempia, e li penso davvero che sarei morta, quando uno sparo fa urlare la ragazza che cade a terra reggendosi la gamba insanguinata.

Alzo lo sguardo trovando Jake che allunga una mano verso di me. La stringo alzandomi, prima di girarmi verso la ragazza che piange tentando di fermare l'emorragia.
Noi iniziamo a correre lontano da quel posto, non le avrei fatto del male, come Justin non avrebbe fatto del male ai miei amici.

Torno nel prato davanti al magazzino, dove uno spettacolo a dir poco pietoso si presenta davanti ai miei occhi.
Tutti si prendono a botte e ci sono varie chiazze di sangue a macchiare l'erba verde, e per poco non mi sento male.

Trattengo il terrore cercando con lo sguardo Justin e vado nel panico quando non lo trovo.

Faccio il giro della casa, ma non lo trovo da nessuna parte.

Vedo Rebecca prendere a pugni una ragazza, che però viene spinta da Chaz, che mi lancia un'occhiata di intesa, come per rassicurarmi dicendomi che non l'avrebbe uccisa.

Vedo mio fratello caricare la pistola, prima di avvinarsi pericolosamente vicino alla macchina dietro alla quale c'è Justin, che però non può reagire. Lui mi ha promesso che non avrebbe fatto del male a Max e so che avrebbe mantenuto la sua promessa.

E vedo ciò che non avrei mai voluto vedere.
Mio fratello è in piedi, barcollante ma vivo, con un'espressione trionfante in volto e la pistola stretta tra le mani.
Sento le lacrime offuscarmi gli occhi, quando riconosco la figura priva di sensi sdraiata a terra.
Justin, in una pozza di sangue, gli occhi chiusi che per così tante volte ho ammirato fino a rimanere senza fiato, gli stessi occhi che amavo.

Ed è in quel momento che sento il mondo crollarmi addosso, il mio cuore spezzarsi e le gambe cedere, mentre tutto intorno a me perde colore, forma, importanza.

Never Back DownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora