30 - Andrà tutto bene

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- E' una notizia fantastica! Perché non me l'hai detto prima? Mi dispiace solo di non poterci essere fisicamente.

- Non preoccuparti! Lo hai appena detto tu. "Andrà tutto bene!". E chissà, forse al tuo ritorno sarò già in grado di canticchiare.

La strinsi quasi a soffocarla.

Improvvisamente il suo cellulare iniziò a suonare. Lo smartphone era finito sotto i cuscini, vide chi la stava chiamando e rispose immediatamente.

- Nina! Ciao!

- Buongiorno Bella Addormentata, stamattina non dovevamo uscire tutti insieme? Hai sentito Daniel? Non è tornato ieri sera e non risponde alle chiamate di Marco.

- Ehm... E' qua!

Alice, a disagio, non seppe aggiungere altro.

 Io, per toglierla da quella situazione, le presi dalle mani il telefono e continuai la conversazione.

- Ho dimenticato di ricaricare la batteria stanotte. Ci vediamo tutti all'ingresso tra...

Guardai Alice per la conferma.

- ... mezz'ora all'ingresso.

- Ok! Marco mi suggerisce di ordinarti di muovere il sedere e tornare in camera vostra adesso visto che per prepararti ci metti più di Alice sicuramente.

- Ah! Ah! Ciao...

- Ciao e ...

- SBRIGATI!

Nina e Marco urlarono al telefono e Alice, si mise a ridere.

- Io in teoria ci impiego solo quindici minuti, ti ho lasciato un po' di tempo per il profumo ... almeno hai già lavato i denti.

Mi ero arreso da tempo alle loro prese in giro.

La baciai a fior di labbra

- Passo a prenderti tra venti minuti.

- Si! Certo...

Tornai in camera sorridendo e canticchiando.

Aprii la porta: Marco mi stava aspettando con un sorriso malizioso.

- Allora? Hai qualcosa da raccontarmi? Con quella faccia sicuramente si!

- Se faccio tardi anche oggi, Nina mi uccide! Fammi preparare!

- Ma come? Neanche un minimo accenno? Pensavo fossimo amici...

- Che vuoi che ti dica?- Ci pensai un attimo. - La amo: non mi sono mai sentito così in vita mia.

Marco, sorpreso, sospirò.

- Coraggio Casanova! Le nostre donne ci aspettano, e la mia in particolare, diventa anche violenta se aspetta troppo.

Uscì dandomi una pacca sulla spalla.

Dopo quel pomeriggio passato tutti insieme, il Maestro Vela mi segregò in sala prove con una decina di brani: ne selezionammo due, la cover di Everything I do di Bryan Adams e Kiss me di Ed Sheeran.

Il poco tempo libero rimasto lo trascorsi con Alice. Facemmo compere, andammo fuori porta con la chitarra e mi aiutò a fare le valigie... cosa che causò "qualche problema".

- I pantaloni bianchi no! Te lo vieto!

- Perché no? Indossavo questi quando ci siamo incontrati, non ti piacciono?

- Ho detto no... fidati di me!

- Ho capito... sei gelosa eh? Ammettilo... Effettivamente sono un po' stretti e mettono in mostra i muscoli delle mie gambe, non si sa mai cosa potrebbero pensare le mie future fan!

- Sicuramente che li hai rubati a qualche membro di una boyband. Quei pantaloni sono stati motivo di tentennamento nel parlarti quando ti ho visto, per fortuna hai una bella voce. Ti ha salvato quella.

Feci una smorfia.

- Tu ami questi pantaloni e me li vuoi far lasciare solo perché vuoi indossarli tu.

- Effettivamente abbiamo la stessa taglia... e non ti vergogni nemmeno un po'? Con quelle gambe secche?

- Certo che no! La taglia non ha importanza...

- E dove lo avresti sentito questo? Nel corso avanzato di "Quello che le donne non dicono?"

- Ma...

Rimasi senza parole, come faceva a sapere del blog che avevo letto?

- Ahah! La prossima volta, prima di prestarmi il tuo computer, cancella la cronologia di navigazione. Anche se devo dire che alcuni articoli sono molto interessanti.

- Ti denuncio per stalking!

- D'accordo! Ma so che sentirai la mia mancanza! Cercherò di scriverti dalla prigione... chissà se mi faranno seguire i live del tuo tour?

Live, tour, mancavano solo pochi giorni prima della mia partenza e li avevo impiegati per i preparativi finali.

Alice insistette ad accompagnarmi all'aereoporto. Tra baci, abbracci e promesse di sentirci spesso nonostante i ritmi frenetici ai quali mi avrebbero sottoposto, l'avviso dell'apertura del mio gate decretò il saluto finale che avevamo cercato di ritardare il più possibile.

- Ti mando un messaggio appena passo i controlli di sicurezza.

- Va bene.

- Ti amo!

- Anch'io.

Mi ero staccato dal suo abbraccio dirigendomi verso i metal detector.

Dopo l'ennesimo messaggio, Alice mi avvertì che era tornata in Accademia, appena in tempo per la sua lezione di pianoforte.

In aereoporto, in attesa del volo per Londra, ripensai con felicità alle ultime settimane. L'hostess richiamò la mia attenzione chiedermi i documenti di riconoscimento e la carta d'imbarco. Mi avviai lungo il corridoio che mi avrebbe portato direttamente sull'aereo.

Mi fermai un momento, fui tentato di girarmi ma non lo feci, invece guardai avanti accelerando il passo e accorciando la distanza tra me e la mia nuova avventura.



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