Capitolo 18

1.9K 119 19
                                    

Io lo sapevo.
Sapevo che sarebbe andata a finire così e proprio per questo avrei dovuto fare qualcosa per impedirlo, ed invece no.
Non ho fatto niente come non sto facendo niente ora; non riesco a reagire, sono bloccata qui da dieci minuti.
La schiena comincia a farmi male, ma non riesco ad alzarmi perchè vorrei che lo facesse lui, Gilinsky.
È come se lo stessi aspettando convinta del sua arrivo, ma no.
Illusioni e delusioni hanno lo stesso sapore amaro in bocca.
È sempre così e non posso farci niente.
Mi asciugo le lacrime e mi faccio forza: poggio le mani per terra per darmi la spinta ma prima di alzarmi qualcuno mi porge la mano.
Alzo lo sguardo per vedere di chi si tratta e non appena incrocio gli occhi scuri del bruno difronte a me sospiro sollevata.
Afferro la sua mano e mi tiro su, poi, raccolgo anche la mia borsa, mi sistemo il vestito e mi porto un ciuffo ribelle dietro l'orecchio.
"Reb"Cameron si passa una mano tra i capelli sorridendo, ma quando si accorge della mia espressione stanca e triste, gli angoli della sua bocca si rivolgono verso il lato opposto in cui erano"hai pianto?"
"Cos...cosa te lo fa pensare?"cerco di sviare fingendo un sorriso.
"Hai gli occhi rossi e lucidi"mi fa notare, così abbasso lo sguardo.
"Mi sento così stupida"confesso singhiozzando.
"Non lo sei. Cosa è successo?" chiede sollevandomi il mento facendo rincontrare i nostri occhi.
"Temo che tu non possa capire"scuoto la testa.
"Prova a spiegarmi"mi incita ed a quel punto crollo tra le sue braccia.
Sento il bisogno di avere conforto e sono felice di vedere che Cameron è pronto a darmelo.
Non so cosa mi stia prendendo, so di star cambiando, di star mettendo da parte i miei difetti e di star uscendo la mia parte tenera, ma non voglio.
Ritornerei ad essere una ragazza piccola ed indifesa.
"Cameron, non riesco a spiegarti quello che mi succede, perché non lo so nemmeno io, ma grazie
Sei una persona dolcissima, sei troppo gentile e credo di non meritare tanto affetto"
"Ma cosa dici? Ogni ragazza lo merita e se c'è qualcuno che ti sta facendo soffrire dimmelo che lo sistemo io"serra i pugni dietro la mia schiena.
"Perchè? Cioè, ci conosciamo da poco e tu sei sempre pronto ad aiutarmi"dico.
"Sai? Io e i ragazzi ci sentiamo sempre e mi hanno parlato molto di te, quindi è come se ti conoscessi da tanto ormai.
Ho potuto capire che sei una ragazza speciale, anzi, una donna matura.
Che difende se stessa e da sola, che allontana la gente indesiderata.
Una vera leader insomma, dura e orgogliosa di se.
Mi chiedevo dove trovassi la forza di essere così.
Molte ragazze tendono ad essere il contrario ed è questo che ti rende fantastica, però ho capito solo adesso che la tua è un'armatura ed una volta che si frantuma, ha bisogno di essere ricostruita.
Io ci sono e ci sarò, perchè te lo meriti e perchè la tua vicenda mi sta particolarmente a cuore.
Se hai costruito questa armatura è perché qualcosa di brutto è accaduto nel passato"mi stringe di più a se.
"Grazie, ma... tu dovrai partire per tornare a casa tua! Non potrai rimanere sempre qui, anzi, pensavo lo avessi già fatto"
"È per questo che stavo per darti il mio numero. Parto oggi pomeriggio, sappi che se hai bisogno puoi scrivermi o chiamarmi"mi fa l'occhiolino passandomi un pezzo di carta con su scritti ina serie di numeri.
"Grazie ancora"sospiro sorridendo"come posso sdebitarmi?"
"Non piangere mai più"mi da un bacio sulla guancia che poco dopo ricambio.
"Sembri il mio papà. Lui era come te"
"Era?"mi chiede.
"Si, è morto quando avevo 11 anni. Da quel momento in poi la mia vita è cambiata in peggio"confesso sopportando il dolore alla gola causato dal trattenere le lacrime pronte ad uscire nuovamente.
"Ehi ehi ehi!"mi richiama"mantieni la mia promessa. Niente più lacrime"
"Ok"sussurro.
"Bene"si stacca da me"volevo salutare Jack G, manca solo lui, dopodichè mi dirigo in aeroporto"
Annuisco e lo lascio passare.
"A presto"mi saluta prima di bussare.
Io faccio altrettanto e poi cerco il mio telefono nella borsa per chiamare il proprietario del mio appartamento per chiedere il suo mazzo di chiavi.
Sollevo lo sguardo quando sento gli occhi dei due ragazzi difronte a me studiare i miei movimenti.
"Hai dimenticato questo"Gilinsky esce da casa sua per porgermi il telefono"era sul letto"
Annuisco con decisione e poi glielo tiro via.
Mi decido a non guardarlo girarsi e non appena sento la porta richiudersi sbatto i piedi atterra.
Nemmeno ad azzardarsi a chiarire le cose...
---
"Ecco le chiavi signorina, faccia presto che devo scappare"il signor Stilinsky arriva in mio soccorso.
Afferro il mazzetto, apro la porta di casa e poi glielo riporgo.
"Già che ci siamo, dato che manca poco al mese prossimo, potrebbe pagarmi ora l"affitto. Per non passare una seconda volta"propone.
"Certo, aspetti un'attimo"chiedo, lui annuisce ed io entro a prendere i soldi.
Quando lo raggiungo, li consegno e lo congedo.
Mi richiudo la porta alle spalle ed infine sospiro.
Perchè deve perforza essere tutto così complicato?
Io sono venuta qui per stare in pace con me stessa ed invece è passato un mese e sono punto e dacapo.
Fanculo alla vita sempre così drammatica...
•Ehilaaa, nuovo capitolo!!
Che ve ne pare?
Iniziate già a shippare Reck (Reb e Jack) o Remeron (Reb e Cameron) ?
Io boh shippo tutti e due.
Gilinsky è Gilinsky;
Cameron invece e troppo dolce in questa ff.
Cosa pensate?
Votate e commentate e se ci sono errori perdonatemi☆
PUBBLICITÀ
Passate a leggere la nuova ff su Cameron Dallas di @ineedshawnssmile !!!
È fantastica e si chiama "The aftertaste of the pain".
~BaciNoa•

In my mind and in my heart||J.GDove le storie prendono vita. Scoprilo ora