Capitolo 2

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Varco la soglia dell'appartamento e subito mi lascio travolgere dall'entusiasmo.
Mi chiudo la porta alle spalle ed avanzo lentamente ammirando ogni singola cosa.
Il rumore delle mie scarpe che si scontrano col parquet, rimbomba nella stanza principale.
È già tutto arredato con mobili modernissimi e questa  cosa  mi colpisce molto.
Pago pochissimo e mi viene offerto il ben di dio.
Certo, è piccola come casa, ma è abbastanza accogliente.
I colori che prevalgono sono il bianco, il marroncino e tutte le tonalità di verde e li adoro, perchè rallegrano il salotto.
I raggi del sole che passano attraverso la grande finestra scorrevole tra l'altro, illuminano benissimo.
Mi avvicino a quest'ultima, curiosa di vedere fuori e noto che c'è un piccolo balcone che si affaccia al cortile, così esco per godermi il panorama.
Difronte a me ci sono dei grattacieli immensi che sembrano tagliati in due dalle nuvole, mentre in basso, c'é un grande campo da basket.
Mettendo meglio a fuoco peró, riesco a riconoscere un gruppo di ragazzi che corrono sul loro overboard e dopo poco, mi accorgo che tra i tanti c'è anche il ragazzo con cui mi sono scontrata.
Tornando a lui...razza di maleducato.
Avrebbe veramente potuto scusarsi o almeno presentarsi, ed invece non ha fatto altro che pensare a se e al suo stupido aggeggio.
Mi sento così tonta.
Sono scappata dal mio paese perché pensavo che solo li ci fossero persone così stronze ma a quanto pare non esiste posto in cui non ci siano.
Continuo a seguirlo con lo sguardo, pensierosa e solo poco dopo faccio caso al resto dei ragazzi e mi concentro un po' su quello che stanno facendo.
Non riesco a vedere bene, ma comunque vedo quanto basta per dedurre che sono una massa di rincitrulliti.
Ridono e scherzano, facendosi gli scherzi a vicenda e quasi rido anche io per la loro stupidaggine, ma poi la smetto, perchè mi sembra tutto così patetico.
Tra l'altro uno di loro, quello che ho incorato prima, è stato scortese con me, quindi deduco che siano tutti come lui e non voglio assolutamente cambiare idea sul loro conto.
Torno dentro ad ammirare l'appartamento.
Mi sposto in bagno e poi in camera da letto e mi lascio trasportare dal bellissimo pensiero di riposare.
Lascio le valige sparse per tutta la camera e poi sprofondo nel soffice piumone.
Chiudo gli occhi e come niente mi addormento, mandando al diavolo tutte le commissioni che avrei dovuto sbrigare.
Mi sveglio che sono le cinque del pomeriggio e mi decido a sistemare tutta la roba nell'armadio.
Più tardi mi faccio una doccia, mi cambio e decido di andare a fare la spesa per 'sfamare' il mio povero frigo.
Non appena apro la porta però, quasi vengo assalita da una mandria di caotici ragazzi.
Sembrano più o meno sei e a primo impatto non li riconosco, ma poi squadro tra i tanti sempre lui, il ragazzo che da stamattina mi tormenta e deduco che questi siano i famosi e stupidi ragazzi che scherzavano nel cortile.
Quando si accorgono di me, immediatamente zittiscono ed io li guardo perplessa.
Mi chiedo cosa stessero facendo d'avanti alla porta di casa mia.
"Beh? Che c'è avete perso la lingua?"chiedo  poi, mettendo le mani sui fianchi.
I ragazzi si guardando per un'attimo ridendo e poi tornano a me con uno sguardo provocatorio.
Non capisco proprio cosa vogliano, ma so per certo che se non spariscono, finisce male.
"La finite di guardarmi così?"quasi urlo, ma loro non obbediscono.
Subito uno dei tanti si fa spazio per vedermi meglio.
Mi squadra bene con i suoi occhi celestiali e poi, prima di mettere le mani nei suoi corti capelli scuri dice"Ragazzi, questa non sa veramente chi siamo" facendo ridere gli altri.
Li guardo nuovamente ma continuo a non capire.
Chi dovrebbero essere scusate?
"Certo che non lo so, e non mi interessa!"esclamo uscendo di casa e chiudendo la porta irritata.
"Quindi sei la nuova ragazza del palazzo, sai, abbiamo sentito molto parlare di te"dice uno identico al ragazzo con gli occhi celesti, solo che lui ha i capelli molto più lunghi.
Sbuffo e poi rispondo"Wow, non ti scappa niente, complimenti"
Tutti ridono anche se in realtà la mia non era una battuta.
"Jack ci ha parlato di te"un ragazzo dai capelli biondi  tendenti al bianco e gli occhi scuri, indica uno dei tanti alla mia destra.
Capisco di chi si tratta quando il ragazzo appoggiato col braccio al cornicione della mia porta dice"Ehi"sorridendomi maliziosamente.
Lo riconosco subito.
Allora è così che si chiama.
Davvero bel nome, e devo ammettere che anche lui lo è, come il resto dei ragazzi che mi circondano, ma ci stiamo dimenticando un particolare.
Il suo carattere non è di certo bello quanto il suo aspetto.
"Spero tu gli abbia detto di quanto io sia pericolosa"sbotto e lui sorride.
"Oh, si, puoi contarci"mi provoca.
Lo fulmino con lo sguardo.
Deve smetterla di guardarmi così, potrebbe uccidermi da un momento all'altro soltanto grazie al suo sorriso smagliante, ma io lo so che lo fa soltanto perchè pensa che io possa cadere ai suoi piedi, ed è per questo che devo resistere.
Non voglio che lui la vinca.
Io non sono una di quelle stupide galline che sicuramente frequenta.
"Comunque noi siamo Hayes Grier"dice il ragazzo con gli occhi azzurro cielo"Nash Grier"lo segue quello identico a lui"Sammy Wilkinson"continua il biondino"Nate Maloley"il ragazzo fossetta mi saluta"Jack Johnson"un ragazzo biondo e magrolino, il più basso di tutti si fa avanti"Jack Gilinsky " finisce lui sorridendomi ancora.
Stranamente quest'utlimo mi sta più antipatico degli altri, così lo ignoro.
"E viviamo ognuno in un'appartamento proprio su questo piano, guarda te che fortuna"il ragazzo fossetta digrigna i denti
"È stato davvero un piacere"mento cambiando discorso"e...anche se so che molto presto dimenticherò i vostri nomi, devo andare" mi faccio strada per andare via.
Anche da girata, sento i loro occhi fare pressione su di me e non posso fare a meno di origliare quello che dicono.
Così a passi lenti raggiungo l'ascensore ma nel frattempo una scia di sussurri mi entra nelle orecchie.
Cominciano a commentare il mio atteggiamento ed ogni cosa che dicono io la prendo come complimento.
Appena apro la porta dell'ascensore mi riesce impossibile ascoltare ancora, cosí entro nella cabina e digito il pulsante del primo piano, impaziente che le porte si chiudano automaticamente.
Quando passano alcuni secondi, capiso perchè non lo stiano facendo.
Jack...Gilinksy mi pare, si è messo sotto al sensore e così manda in tilt l'ascensore.
"Hai intenzione di entrare o cosa?"chiedo.
Lui non mi risponde ed appena entra, capisco che questo coso è troppo piccolo per contenerci e ci costringe a stare estremamente stretti.
Si mette difronte a me e la forte invidia per la sua altezza si fa sentire.
Non che io sia bassa, voglio dire, sono perfetta, ma lui d'altro canto é troppo alto ed io gli arrivo un po' più sotto al mento.
Lui mi fissa silenzioso mentre io cerco in tutti i modi di non arrossire.
Questa situazione è alquanto imbarazzante, sono così vicina a lui, che ad un certo punto riesco a sentire solo il suo profumo.
"Bella scenetta quella di prima"sbuffo.
Lui si fa scappare una risata e poi risponde"non fare caso a loro, tendono sempre a mettere in risalto la loro personalità"mi invita.
"Tu non sei da meno e poi...non ti sei ancora scusato"dico senza problemi.
Jack sospira e poi dice"oh, ancora con questa storia"
Io lo fulmino con lo sguardo e mentre l'ascensore giunge a destinazione, rimedia.
"No, ok, perdonami"dice rendendomi soddisfatta.
Io mi sistemo la maglia e per ultimo gli sorrido falsamente.
Non sa che questo non basta per far si che non mi stia più sul culo.
Io lo so che non cambierà il suo atteggiamento, così esco dall'ascensore e lo lascio lì perplesso immerso nei suoi pensieri.

In my mind and in my heart||J.GDove le storie prendono vita. Scoprilo ora