Capitolo 21

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- Non mi sono mai allontanato dalla città se non per andare a trovare gli zii. Mi sembra ancora incredibile pensare di essermi imbarcato in questa cosa!

Era da poco passato mezzogiorno e i quattro stavano camminando lungo la strada che li avrebbe portati ad est, verso Irowave.

- Sei già messo meglio di noi. Io e Kyle non eravamo nemmeno mai usciti dal rifugio prima di tutto questo casino.

- Vi giuro, non riesco nemmeno ad immaginare una vita diversa dalla nostra. Alexi mi diceva che voi avete dei cosi.. dei cosi che vi portano l'acqua in casa. E che potete averla calda senza dover usare il fuoco! E poi che avete dei... computer, giusto? Delle macchine che funzionano ad energia elettrica che fanno cose che non ho capito benissimo. E non avete bisogno dei camini per riscaldarvi! E' davvero incredibile...

- Ci crederai quando lo vedrai con i tuoi occhi! - Kyle gli diede una pacca sulla spalla.

- E' anche per questo che sono qui. Voglio questo mondo. Voglio che questo diventi il mondo dei miei figli, di tutti noi.

- Combattiamo tutti per questo.

Camminarono fino a sera. Toby era stanco, ma non si lamentò, né chiese di riposare. Aveva proseguito fino alla locanda, che avevano raggiunto ben dopo l'ora di cena, senza voler mostrare segni di cedimento.

La mattina ripartirono molto presto. La strada per arrivare fino a Ironwave era lunga e, soprattutto, non c'erano vie dirette. Nessuno, nel corso degli anni, si era mai preso la briga di costruirne una. I carri facevano un percorso molto lungo, aggirando le montagne circostanti, mentre i viandanti erano obbligati ad avventurarsi nei boschi per non metterci settimane.

Si fermarono per pranzo nell'ultima locanda che trovarono prima che avesse inizio il loro cammino in mezzo alla natura selvaggia.

Una bambina, non avrà avuto più di tre o quattro anni, codini e vestitino tutto macchiato di latte, iniziò a trotterellare attorno a Kyle. La madre si avvicinò per scusarsi.

- La perdoni, è la prima volta che viaggia ed è così emozionata che non riesco a farla stare ferma un attimo. Lei ha figli?

Kyle parve imbarazzato.

- No, sono un Charial, sono in viaggio con i miei compagni.

- Oh, che meraviglia! Vedrà, ne avrà anche lei al suo ritorno! I figli sono una tale gioia. Sono sicura che entro un anno avrà un bellissimo bambino! Riempirà la sua vita.

- Un anno... può essere, chissà.

La donna si allontanò salutandoli. Kyle rimase pensieroso per un po'.

- Tutto ok? - gli domandò Alexi mentre cercava di evitare che qualche ramo le sbattesse sul naso.

Kyle scavalcò un tronco coperto di muschio.

- Sì, tutto bene. Pensavo solo alle parole di quella donna.

- Ehi, sono troppo giovane per avere un figlio!

Kyle le sorrise.

- Lo so, lo so. E' solo che è la prima volta che mi trovo a pensare ad una cosa del genere. Insomma, la mia prospettiva di vita non ha mai superato i venticinque anni. L'ho sempre saputo, ne ero consapevole e mi andava bene. Non ho mai voluto pensare a ciò che avrebbe comportato. Non tanto a quello che avrei perso, ma più che alto a quello che non avrei mai avuto.

Alexi capiva perfettamente cosa intendeva Kyle. Sognare non era concesso, se stavi andando ad infiltrarti nella tana del nemico.

- Sai una cosa? Noi abbiamo la nostra famiglia, proprio qui. Forse non ci saranno bambini, ma abbiamo una pel di carota e un contadino-guerriero. Non è mica da tutti! E forse, un giorno, potremo anche progettare qualcosa di diverso. Qualcosa che sia a lungo termine. Ma, per il momento, abbiamo già tutto quello che ci serve.

Rebel - Il Giorno dei DoniWhere stories live. Discover now