Capitolo 16

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Costruirono un rifugio di fortuna su un albero alto e robusto che avevano scelto con cura, poco lontano dalla riva del lago. Lo mimetizzarono alla perfezione, per essere sicuri di non venir scoperti durante la notte. Stabilirono dei turni di guardia, ma nessuno riuscì a dormire molto. Ogni minimo rumore, ogni fruscio, ogni impercettibile variazione del vento, li facevano sobbalzare. Faceva freddo ed Alexi era grata di avere con sè tutta l'attrezzatura necessaria per rimanere al caldo.

Nella sua testa continuavano a balenare le immagini di quelle ultime ore. Gli aerei. I lampi di luce nel nero della notte. Il coltello che tagliava la carne con tanta, troppa facilità. Gli occhi del soldato che si spegnevano. Il rosso del sangue. I corpi abbandonati in mezzo alla piazza. Il dolore sul viso di sua sorella. Non aveva nemmeno trovato il tempo di raccontare a Kyle quello che aveva visto. Chi aveva visto. Pensò a sua madre, a dove la stavano portando. La tortureranno? O la butteranno in una cella come una prigioniera qualunque? In fondo, le donne non hanno mai avuto un ruolo di rilievo nel Governo. E' probabile che non la considerino una minaccia, cercò di ripetersi. Sarà tenuta con le altre donne, starà bene per un po'. Devo salvarla. Devo salvarla ad ogni costo. 

Il dolore per la perdita di Josh era ancora vivo e bruciante, per non parlare di quello per la perdita di suo padre, che non l'avrebbe mai abbandonata. Non poteva, non doveva perdere anche lei. Sentiva che da sola non ce l'avrebbe mai fatta, ma, per fortuna, non era sola questa volta. Aveva Kyle al suo fianco. Kyle e il suo coraggio, il suo talento fuori dal normale. E aveva degli amici, pronti ad accompagnarla in quella che, ogni secondo che passava, appariva sempre più come una missione suicida.

Forse Daphne aveva ragione. Era stata una follia accettare di entrare a far parte di qualcosa che evidentemente era molto più grande di lei. Qualche mese di allenamento non poteva certo compensare gli anni di ferreo addestramento che il Governo imponeva alle proprie guardie della sicurezza. Lei, però, aveva qualcosa che loro non avrebbero mai e poi mai avuto: qualcuno per cui vale la pena morire. Ci sono modi peggiori di andarsene, e se avesse messo al sicuro anche solo una persona della sua famiglia, allora ne sarebbe valsa la pena.

Stava già preparando un piano. Sarebbero tornati di notte a GroundTown, prima di proseguire per Ironwave. Una volta arrivati, si sarebbe intrufolata in casa della signora Seef. Le avrebbe domandato di tenere Rose al sicuro, in nome dei vecchi tempi, ed era sicura che l'avrebbe protetta in ogni modo. Non esisteva nessun altro di cui si potesse fidare. Rose avrebbe sicuramente protestato, ma alla fine non le avrebbe lasciato scelta. Era troppo piccola e quella missione troppo pericolosa da affrontare. Dopodichè, si sarebbe allontanata, forse per l'ultima volta, dal posto che un tempo chiamava casa.

Gli aerei non smettevano di perlustrare il cielo. Alexi era sicura che stessero battendo i dintorni, il che la innervosiva ancora di più. Sapevano che qualcuno di loro era ancora nel bosco. Con un po' di fortuna, li avrebbero lasciati morire da soli dopo un paio di giorni, ma rimanere lì, fermi, facili prede delle decine di soldati che pattugliavano l'area, la faceva impazzire.


L'alba arrivò con una lentezza estenuante. Ai primi bagliori, erano già tutti perfettamente svegli e pronti a ripartire. Quando sentirono i primi rumori in lontananza, Rose non riuscì più a trattenere l'entusiasmo.

- Sono arrivati!

I passi si avvicinavano in fretta. Finalmente se ne sarebbero potuti andare. Ileene stava già per scendere dall'albero, quando Alexi la bloccò.

- Non ancora.

Uno strano tintinnio accompagnava i passi. Forse era solo paranoia, o forse...

- Che nessuno si muova. - sibilò a labbra strette.

Rebel - Il Giorno dei DoniWhere stories live. Discover now