Capitolo 6

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Alexi sentiva il forte bisogno di lavare via gli ultimi due giorni. Cercò la tinozza da riempire ma non trovò nulla. Nemmeno un lavatoio. La cosa più simile era una specie di piccolo contenitore sospeso all'altezza del suo bacino con sopra delle leve. Ne mosse incerta alcune e acqua limpida e corrente iniziò a scorrere dal tubo. Rimase meravigliata.

- Rubinetti! - esclamò ad alta voce.

Ne aveva sentito parlare da suo padre. Le aveva raccontato che le persone ricche avevano acqua sempre disponibile. Anche calda. Immaginò dunque che quella dietro di lei fosse una doccia. Mosse i rubinetti e vide scendere una cascata di acqua bollente. Si lanciò sotto quel piacevole turbinio sentendosi una principessa.

Nell'armadio trovò dei vestiti della sua misura che erano evidentemente stati portati prima del suo arrivo. Non c'erano gonne, solo pantaloni neri attillati, di un tessuto elastico che non conosceva. Alexi non aveva mai portato i pantaloni in vita sua. Li trovò così comodi e caldi che decise che non avrebbe mai più indossato nulla di diverso. 

Aveva ancora un paio di ore prima della cena, per cui decise di riposare.

Appena toccò il letto crollò addormentata in un lungo sonno senza sogni. 


Colpi improvvisi la fecero svegliare di soprassalto. Scappa! fu il suo primo pensiero. Poi si ricordò del viaggio, della città-ribelle e andò ad aprire. Sua sorella Rose la guardava dal basso in alto. 

- La mamma mi ha detto di dirti che la cena sarà servita tra venti minuti. - poi, senza aspettare un invito, corse a sedersi sul letto. 

- Josh non torna più, vero?

Alexi non sapeva cosa rispondere. Rose capì, appoggiò la testa sulle sue ginocchia e si lasciò accarezzare i capelli.

Daphne arrivò poco dopo. Prese una spazzola e acconciò i capelli di Alexi.

- Ecco! Questa è la meravigliosa figlia che ho cresciuto.

Poi prese un piccolo rossetto dalla borsa, che usava solo per le grandi occasioni. Se ne mise un po' sul dito e lo passò delicatamente sulle guance della figlia, che improvvisamente presero colore.

Le diede un bacio. Alexi si osservò incredula. Non aveva mai avuto molto tempo per pensare al suo aspetto, ma d'improvviso, senza capelli crespi e impolverati e con il viso luminoso, le sembrò di guardare una nuova sè.

- Bene, possiamo andare.

- Ma mamma, il tuo chignon? - le domandò Alexi.

- Non più. Non qui.

Uscirono dalla stanza lasciandosi alle spalle tante domande.

- Meglio mamma, sei più bella così.  


Il tavolo che le stava aspettando era immenso. Almeno cinquanta persone erano sedute a chiacchierare allegramente. Il clima festoso del Natale si percepiva ad ogni angolo, tra addobbi e volti felici. Sentì un grosso peso opprimerle il petto, ma lo scacciò dopo un istante.

Cibi che Alexi non aveva mai visto e di cui non conosceva nemmeno il nome troneggiavano su grossi piatti bianchissimi come i veri protagonisti della festa.

Darius le accolse con un caloroso benvenuto e le fece accomodare nei posti accanto al suo. 

- Qui con noi ci sono alcune delle menti più geniali di tutto lo Stato. - esordì - In grado di coltivare qualunque cosa. Nei prossimi giorni vi mostrerò la serra. Uno spettacolo! E che dire dei nostri chef? Difficilmente troverete di meglio in giro! Ma coraggio, mangiate, mangiate tutto quello che volete! 

Rebel - Il Giorno dei DoniWhere stories live. Discover now