ℭ𝔞𝔭𝔦𝔱𝔬𝔩𝔬 48

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𝐑𝐄𝐀𝐃𝐘 𝐅𝐎𝐑 𝐓𝐇𝐄 𝐒𝐇𝐎𝐖?

✨𝐏𝐢𝐜𝐜𝐨𝐥𝐚 𝐍𝐨𝐭𝐚✨
Vi consiglio di riprendere gli ultimi dialoghi presenti nel capitolo precedente al fine di non perdere il filo del discorso.
Detto ciò, vi auguro una
buona lettura.

𝐄𝐑𝐈𝐂𝐀

"Io sono il frutto di quello che mi è stato fatto,
è il principio fondamentale dell'universo,
ad ogni azione corrisponde una
reazione uguale contraria."
V Per VENDETTA

<<E credi che così facendo mi fermerai; che non proverò a rifare quello che ho fatto oggi?>> ribattei, attingendo a tutta la mia determinazione.

Lo fissai dritto negli occhi. L'ambra delle sue iridi sfavillava stagliandosi nella luce cerulea di quell'inquietante edificio in rovina in mezzo al nulla, e per assurdo mi chiesi se non fosse un'orribile allegoria della nostra relazione. Era piena di crepe e di squarci, di sangue e pezzi rotti che chissà se erano davvero destinati a incastrarsi insieme. Se noi potevamo incastrarci.

Per il momento resistevamo contro le intemperie, proprio come quel capannone.
Resistevamo in attesa di giorni migliori, di lasciarci un passato tormentato alle spalle e di abbracciare un futuro promettente.
Resistevamo per stare insieme, anche se per farlo, a volte, più che contro il mondo e le sue insidie, dovevamo scontrarci l'uno contro l'altro per abbattere i muri e sradicare il filo spinato intorno al cuore che con gli anni avevamo erto intorno nella consapevolezza che queste ci avrebbero resi invincibili.

E in qualche modo era stato davvero così, ma poi avevo scoperto la bellezza e il potere che derivavano dall'unione di due esseri dai cuori in fiamme. Lui me l'aveva fatta scoprire, che fosse cosciente o meno di questo. E da allora appetivo quel potere e quell'unione inossidabili. Avrei fatto qualsiasi cosa per ottenerli. Avrei sfidato tutto e tutti, persino lui. Avrei fatto breccia nella pietra e con quella stessa pietra avrei edificato una barriera che questa volta ci avrebbe attorniati entrambi e protetti. Ne ero convinta e quella convinzione era proprio frutto di quell'assaggio di potere generato dall'insieme.

<<Lo rifarei. Farei questo e altro.>>

<<Ne sono certo>> mi diede manforte con un tono strafottente che alimentò il fuoco dentro di me, e non era quello proveniente dai miei polmoni costretti o dal mio cuore agitato. Era più...viscerale, quasi provenisse dall'anima. 

Frustrazione, rabbia e disappunto ottenebravano la mia vista e la mia ragione. La cosa più saggia sarebbe stata chiudere lì la conversazione che sembrava essere giunta a un punto morto, prendere e andarsene e poi trovare un modo alternativo di raggiungere l'obbiettivo. Ma come ho già detto, la rabbia aveva annebbiato la logica. E poi, io non ero una che la seguivo molto. Anzi, spingevo per andare sempre più in là e superare i confini, rischiando parecchio. 

<<Ti odio>> sputai.

Il suo sorriso si allargò e il calore nel suo sguardo divenne più intenso, equiparando il vigore di quel fuoco che ardeva tra le ossa e i filamenti della carne.

<<Sono certo anche di questo.>>

Sentii i muscoli facciali accartocciarsi per l'ira e le mie unghie scavare dei lunghi solchi sulla sua pelle tonica e calda. Tutto di lui lo era: il suo corpo, lo sguardo, persino quel suo maledetto sorriso che, nonostante mi facesse infuriare, non avrei mai voluto vederglielo strappato via da nessuno, non davvero, e soprattutto non da me. 

𝐁𝐮𝐫𝐧𝐢𝐧𝐠 𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬Where stories live. Discover now