ℭ𝔞𝔭𝔦𝔱𝔬𝔩𝔬 37

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𝐒𝐄𝐂𝐑𝐄𝐓𝐒 𝐑𝐄𝐕𝐄𝐀𝐋𝐄𝐃

Ho detto che avreste avuto bisogno dei fazzoletti, ma non ho mai detto che sarebbero serviti solo per le lacrime.
Buona lettura.

ERICA

"I giovani, come vetro puro, conservano le impronte di quanti li toccano.
Alcuni genitori li macchiano, altri li incrinano,
altri ancora li frantumano in mille pezzi,
senza possibilità di recupero."
MITCH ALMBOM

Un mese dopo.

<<In piedi!>>

Non vedevo un tribunale da quattro anni, dal giorno in cui i miei genitori avevano divorziato e io preso il coraggio di denunciare mia madre di violenza domestica. Avevo creduto di non rimetterci più piede, che la giustizia di Dio e degli uomini non avrebbe mai aiutato me o le persone a me care. Eppure, eccomi lì, avvolta dall'odore del legno, a seguire l'udienza conclusiva del processo tra Anna e Calogero. Anna era al banco degli avvocati accanto a Teresa Marino, sua avvocatessa e seconda in bravura soltanto a Catia Romano, madre di Matteo. Per ovvie ragioni non poteva essere chiamata a difendere Anna, ma insieme al marito aveva contribuito enormemente sostenendo noi ragazzi in tutti i modi possibili, dal prepararci al processo al rimpinzarci di tramezzini e caffè, e Teresa durante l'incarico. All'altro capo sedevano Calogero, con l'aria spocchiosa, vestito di tutto punto, i capelli castano scuro affogati in litri di gel, e il suo avvocato, un bastardo di prima categoria nell'ordine degli avvocati; dietro invece Antonia con in braccio il bimbo.
Il Giudice, un uomo sulla sessantina, alto e dall'espressione arcigna, fece il suo ingresso e si accomodò al suo seggio. Ci intimò di fare altrettanto con un cenno della mano, si sistemò poi gli occhiali e cominciò a leggere i documenti, rinfrescandosi la memoria in merito al caso. 

<<Vedrai che oggi sarà tutto finito>> assicurò Chiara a Silvia. Ero seduta in mezzo a loro, attendendo il momento che gli avvocati prendessero parola e ponessero fine al processo. Natale era alle porte e volevamo brindare all'arresto di Calogero prima del suo arrivo.

<<Lo spero. La stanno tirando troppo per le lunghe>> rispose Silvia, la voce annoiata in netto contrasto con l'espressione concentrata sul suo volto, mentre oscillava lo sguardo sui presenti in sala. In verità, avrebbe potuto andarci di peggio. Un processo può dilungarsi per mesi, se non per anni, ma non nel nostro caso. Eravamo preparati e Calogero non si era rivelato scaltro come avevo supposto, ma soprattutto era solo.
Seppure facente parte di una famiglia potente, era solo. Ero certa che la facilità del processo fosse dovuto agli errori madornali da lui compiuti quanto dalla mancanza di sostegno da parte della famiglia. Lo avevano affidato a un avvocato e se ne erano lavati le mani, forse per non infangare il loro buon nome, che ricordai essere Caruso e non Scarpa, dal momento che Calogero era un figlio bastardo.

<<È praticamente finita>> si intromise Stefano sporgendosi tra me e Silvia.
I ragazzi sedevano dietro di noi.

Lo era davvero. Le prove che avevamo raccolto contro lo stronzo erano inconfutabili. Avevamo le registrazioni dell'aggressione alla festa di Halloween, quelle del centro commerciale, nonché gli indumenti con cui Calogero si era mascherato per sorprendere Anna ai camerini. Enrico si era dimostrato meticoloso come al solito. Aveva raccolto tutto in gran segreto consegnando le prove alla Signora Romano. Inoltre, avevamo conservato la vecchia SIM di Anna come ulteriore prova e richiesto di esaminare il cellulare di Calogero, le chat, anche se consapevoli che lui aveva cancellato tutto.
Eppure, niente sparisce mai dalla Rete, non un messaggio, non una foto compromettente.
Abbiamo creato noi la Rete, ma così come ogni altra arma, la Rete ha il potere di distruggere le nostre vite per sempre con un misero clic.

𝐁𝐮𝐫𝐧𝐢𝐧𝐠 𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬 [𝒾𝓃 𝓇ℯ𝓋𝒾𝓈𝒾ℴ𝓃ℯ✍️]Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu