𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏𝟔 (𝐩𝐭. 𝟏)

2.6K 52 1
                                    

𝐅𝐈𝐄𝐑𝐘 𝐀𝐖𝐀𝐊𝐄𝐍𝐈𝐍𝐆

ERICA

"Fummo quello che non si racconta né si ammette, ma che mai si dimentica."
FRIDA KAHLO

Non avrei mai pensato di trovarmi in una situazione del genere, che un ragazzo sbucasse fuori dal nulla e fosse presente quando ne avevo bisogno. L'ho sempre fatto io, sono sempre stata io quella ad aiutare e non viceversa, ma le cose a volte cambiano.
In quell'occasione ebbi modo di riflettere su molte questioni, ma una di queste fu specialmente Enrico. Prima di allora avevo pensato che lui fosse come tutti gli altri, che fosse il classico Riccone egocentrico e arrogante, ma sotto quell'aspetto i fatti mi avevano smentita e più trascorrevo il mio tempo con lui, più ci bisticciavo, più mi piaceva. Era una personalità incredibilmente contorta, composta di innumerevoli strati che andavano scoperti e disaminati con una diligente perizia mediante i dettagli, e non era un'operazione agevole, tutt'al contrario. Era gravosa, a tratti estenuante ma non per questo meno avvincente.

Mi svegliai sentendo qualcosa di caldo e morbido sotto la mia testa, e allo stesso tempo duro, il che non poteva trattarsi certamente del cuscino. L'eco di un battito più veloce degli altri valse a incuriosirmi. Ancora in uno stato di dormiveglia, iniziai a scorrere le dita lungo quella fonte di calore. Non ne ero totalmente convinta, ma avevo come il sentore di star sfiorando della pelle liscia e tonica. Continuai avvertendo dei solchi profondi. Erano muscoli e fremevano, si tendevano sotto al mio tocco... Era magnifico. Inebriata, scesi più giù, le mie dita salivano e scendevano quelle lievi colline di carne, finché non mi fermai su una parte più morbida delle altre, tondeggiante e calda come l'inferno. La accarezzai e, avvinta dalla curiosità di scoprire esattamente cosa fosse, la strinsi dolcemente.
E finalmente compresi cos'era quella cosa...

Aprii gli occhi giusto in tempo per incrociarne un paio color miele che mi fissavano languidamente. Un sorrisetto depravato incurvava le sue labbra sensuali. Enrico se ne stava lì, immobile, con un braccio dietro alla testa a fargli da elemento di supporto, a godersi il tocco delle mie dita come fossero delle carezze, la mia stretta sul suo cazzo come un atto di possessione da parte mia. Non aprì bocca. Si limitò a guardarmi con un luccichio periglioso che gli danzava nelle iridi obnubilate dal desiderio.

Lo guardai di rimando. Non riuscivo a fare altro. Ero come intrappolata, da lui da quella sensazione calda e formicolante nel mio palmo. Il suo sorriso divenne affilato e senza fiatare abbassò gli occhi, invitandomi a fare lo stesso per rispondere alla mia domanda inespressa e convincermi della risposta.

Seppur indugiando e con gli zigomi in fiamme, lo feci e mi si seccò la bocca. Mio Dio. Sentii la lingua ingrossarsi e soffocarmi. Il suo pene era così duro e caldo contro il mio palmo, così eccitato che temetti avrebbe bucato i pantaloni delle tuta da un momento all'altro. Per quanto tempo lo avevo...sfiorato? Non avevo mai toccato un cazzo in vita mia e con questo procurato un'erezione a qualcuno. Con Aron avevo avuto la mia prima volta, ma non mi ero spinta a tanto. Ero stata inesperta e riluttante a lasciarmi andare completamente con lui. Il mio atto audace lo avevo trovato più che sufficiente. Scopare un tatuatore...Non volevo ammetterlo, ma ogni volta che ci rimeditavo provavo ancora vergogna. Come diavolo mi era saltato in mente? Con il senno di poi non lo avrei mai fatto. Non lo avevo mai fatto. Molti cercano conforto e una valvola di sfogo nel sesso. Io ci avevo provato, era stato liberatorio, ma solo per i primi cinque minuti e non volevo diventarne dipendente. Stavo già guerreggiando contro una dipendenza, che erano le sigarette, e accollarmi anche il sesso...No, volevo che fosse qualcosa di più. Più procelloso, più attorto, deviato, carnale e decisamente più fuorviante.

𝐁𝐮𝐫𝐧𝐢𝐧𝐠 𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬 [𝒾𝓃 𝓇ℯ𝓋𝒾𝓈𝒾ℴ𝓃ℯ✍️]Where stories live. Discover now