𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐𝟏 (𝐩𝐭.𝟐)

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Erano le due del mattino. Con le gambe intorpidite per l'alcol e il sonno salii lentamente le scale ed entrai in camera. Erica dormiva profondamente rivolta a pancia in giù, le braccia affondate sotto al cuscino. Muovendosi si era scoperta e la mia maglietta era salita rivelando il pizzo delle mutandine e parte del sedere. A quella visione il respiro divenne pesante, il cazzo duro come una roccia. Mi aspettava una lunga notte davanti. Avrei dovuto legarmi le mani e tagliarmi la lingua per non usarle su di lei. La sua sola presenza era una sfida al mio autocontrollo.

La coprii con il piumone e le scostai una ciocca ondulata di capelli dal viso avvertendone la setosità sulle dita. Erano semi asciutti.
La osservai dormire, notando la serenità incresparsi ogni volta che un demone veniva a tormentarle il sonno. Aggrottava talmente tanto la fronte che non si sapeva se fosse arrabbiata o se stesse patendo le pene dell'inferno, ma almeno non stava piangendo o gridando come l'ultima volta.

La lasciai dormire e mi diressi alla scrivania. Accesi l'iMac e aprii il file criptato che il mio contatto mi aveva spedito. Mentre stavo scendendo le scale per raggiungere i ragazzi alla sala da biliardo, gli avevo scritto di inviarmi le ultime novità inerenti al caso e di farmi avere tutto ciò che aveva scoperto su Calogero Scarpa. Cinque minuti dopo mi aveva inviato un messaggio su Nebula, l'app di messaggistica criptata che utilizzavamo per scriverci e chiamarci al telefono, informandomi di aver spedito i file.

Le informazioni sono potere, anche più dei soldi.

Ora mi ritrovavo con due cartelle aperte contenenti abbastanza documenti per conoscere entrambi gli uomini che avrei presto fatto sparire dalla faccia della terra. Studiai l'ultima, quella di Calogero, e accantonai l'altra annotandomi mentalmente di riprenderla subito dopo. Erica era la priorità in quel momento. Non mi sarei sentito in pace se prima non avessi scoperto con chi avrei avuto a che fare e se non avessi elaborato un modo tanto rapido quanto crudele per disintegrarlo, assicurandomi così che Erica non corresse più alcun pericolo.

Quello che scoprii mi investì. Quella ragazza non aveva la più pallida idea con chi si fosse scontrata. Memorizzai ogni singolo dato su di lui, ogni foto, il più piccolo dettaglio, vita, morte e miracoli sulla sua famiglia. C'erano così tante informazioni che non mi sarei stupito se avessi trovato anche l'ora e il luogo esatto dove ogni singolo membro andava a cagare. Era meticoloso nel suo lavoro.

Chiusi infine il file e passai all'altro che avevo accantonato. Il tempo passò alla stessa velocità con cui il mio cervello divorava la sfilza di dati e numeri riflessi sullo schermo del Pc e i miei bulbi oculari si seccavano a causa della luce artificiale. Il corpo intanto implorava di andare a dormire, di perdermi nell'oblio del sonno e dimenticare il mondo per un paio d'ore, ma non lo ascoltai. Ero determinato a memorizzare tutta la cartella, aggiungere quei dati al mio hard-disk mentale e modificare di conseguenza il mio piano cambiandone i tasselli, studiando le mosse compiute finora dal mio avversario, agire di conseguenza e batterlo. Era da tre anni che non facevo che giocare con la mia vita come fosse una partita a scacchi e non avrei certo mollato in quel momento.

Mi lasciai assorbire dai numeri, prosciugando le ultime gocce di energia rimaste. Altri due documenti da analizzare e avrei finito per quella notte. Stavo per iniziare quando sentii un fruscio alle mie spalle seguito da un sibilo. Mi girai, il mio viso per metà illuminato dal display, e vidi Erica mettersi a sedere, i suoi capelli ricaderle in avanti e coprirle i seni nudi sotto alla maglietta. Si stropicciò gli occhi e mi guardo con la fronte aggrottata per il risveglio.

<<Sembri un cazzo di hacker>> borbottò, la voce arrochita dal sonno. <<Sono le tre del mattino. Non credi che dovresti essere già a letto?>>

𝔇𝔢𝔳𝔦𝔩𝔦𝔰𝔥 𝔓𝔩𝔞𝔶 [𝒾𝓃 𝓇ℯ𝓋𝒾𝓈𝒾ℴ𝓃ℯ✍️]Kde žijí příběhy. Začni objevovat