𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟒𝟒 (𝐩𝐭.𝟐)

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✨𝑷𝒊𝒄𝒄𝒐𝒍𝒂 𝑵𝒐𝒕𝒂✨
Ho modificato titolo, citazione e aggiunto un'altra piccola modifica al testo verso la conclusione della prima parte, ma vi spiegherò meglio nella
nota conclusiva.
Vi auguro una buona lettura.

Non avevo mai trovato difficile seguire una lezione prima e non avevo mai detestato andare a scuola, perché per me la scuola aveva sempre rappresentato una piccola parentesi all'interno delle mie giornate grige, dove poter dimenticare per qualche ...

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Non avevo mai trovato difficile seguire una lezione prima e non avevo mai detestato andare a scuola, perché per me la scuola aveva sempre rappresentato una piccola parentesi all'interno delle mie giornate grige, dove poter dimenticare per qualche ora cosa mi avrebbe atteso una volta arrivata a casa, tutta quella merda che scorgevo guardandomi intorno, la superficialità e la falsità, la malvagità celata sotto alla plastica cortesia; aveva costituito una sorta di zorb ball nel quale rotolare senza ferirmi e osservare l'esistenza umana in un'ottica diversa, attraverso la lente d'ingrandimento di letterati e filosofi, di storici e artisti, a volte concordando con il loro punto di vista, talvolta contraddicendolo, specialmente se la visione in questione si presentava come riduttiva, rosea o prometteva la redenzione, scatenando di conseguenza un moto di irritazione in me e il risveglio del dolore che affliggeva il mio corpicino livido di botte quando, un tempo, veniva seviziato.

Ma quel giorno non volevo ascoltare niente e nessuno, se non Travis Scott, Eminem e Drake, e vedere il mondo per com'era davvero tramite la loro musica, spoglio di ogni edulcorazione da parte della Società.
Le AirPods erano nascoste dai capelli sciolti, lo sguardo incollato sulle pagine del libro di filosofia, per fingere di prestare attenzione.

Argomento del giorno: il terzo stadio dell'esistenza di Kierkegaard.

Avevo particolarmente apprezzato il primo stadio, ovvero quello estetico, ma mi aveva persa a quello etico, poi del tutto a quello religioso. Quanto meno concordavamo sul libero arbitrio e sull'angoscia spesso associata ad esso.

Scelta.
Scelta. 
Scelta.

Ero coinvolta sempre in una scelta: parlare o tacere, agire o pazientare, e in quell'ultimo caso accettare l'invito a cena dei Ferrari o rifiutare. 

Dopo aver parcheggiato l'auto, Enrico mi era venuto incontro a pochi passi dal cancello della scuola e insieme eravamo andati a prenderci un caffè veloce da Da Bets prima dell'inizio delle lezioni, ma non avrei mai previsto che tra le altre cose mi avrebbe messo al corrente del desiderio di sua madre di conoscermi. A quanto ero venuta a sapere, Caterina, la sorella di Enrico, aveva vuotato il sacco con Agatha, raccontandole della nostra cena a Padova in seguito all'aiuto datole con il trasloco. Non era necessario scervellarmi tanto su ciò che poteva averle detto sul mio conto, così come non era necessario riflettere sulla decisione da prendere.

𝐁𝐮𝐫𝐧𝐢𝐧𝐠 𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬 [𝒾𝓃 𝓇ℯ𝓋𝒾𝓈𝒾ℴ𝓃ℯ✍️]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora