𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟐𝟒 (𝐩𝐭.𝟐)

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<<Mi stai prendendo per il culo?!>>

Eravamo al Charme Boutique, sommersi in un vasto mare di vestiti, gioielli e scarpe, ma altrettanto vasta era la mia pazienza, solo che non potevo dire lo stesso di Erica.

Sorrisi quando la sentii imprecare dentro al camerino. Era il quarto vestito scelto dalla commessa che si provava. E infatti quest'ultima decise bene di defilarsi e cercare qualcos'altro che mitigasse il malumore della iena.

<<Sembro una...Non so nemmeno come definirmi!>> esclamò e uscì dal camerino con indosso un abito corto e pieno di tulle.

<<Prova questo.>> Le passai un'altro vestito, stavolta scelto da me: un tubino lungo blu notte a mezze maniche con una scollatura profonda sulla schiena.

Con le mani sui fianchi, Erica mi lanciò un'occhiata in tralice. Era palesemente stufa. Si era sciolta i capelli e le ricadevano arruffati sulle spalle.
Niente occhiali. Diffidente. Bellissima.

<<Guarda che è l'ultimo>> mi avvisò.

<<Provalo.>>

La bimba ridusse i suoi occhi a due fessure, mi studiò come un gatto e senza proferire parola prese il vestito e rientrò nel camerino. Aspettai un paio di minuti buoni che mi parvero un'eternità, quando all'improvviso emerse scostando la tenda scura. 

<<Allora, che te ne pare?>> chiese con fare annoiato.

Persi la facoltà di parlare. Era spettacolare quanto illegale, cazzo. Ogni curva del suo corpo veniva enfatizzata lasciando poco spazio all'immaginazione. Alla vista dei capezzoli che spiccavano sul tessuto e della sua schiena completamente nuda mi si seccò la gola, il cazzo pulsò forte e il sangue cominciò a ruggire nelle vene.

Cristo santo, questa ragazza...

<<È perfetto.>> La divorai con lo sguardo mentre si voltava per specchiarsi. Adesso quella schiena guardava me, mi invitava ad accostarmi e affondarci la lingua, i denti e consumarla.

<<Capelli sciolti o raccolti?>>

"Per lui sciolti" tuonò una voce nella mia testa.
Non doveva vederle quella schiena, tanto meno osare sfiorarla con un dito. Glielo avrei spezzato e avrei fottuto lei per averglielo concesso.

Mi alzai dal divanetto e la raggiunsi, inebriandomi del suo calore e del suo profumo. Mi era mancato, cazzo. Notti intere a ricordarlo, a udire l'eco della sua voce, dei suoi gemiti mentre mi allenavo in palestra o fumavo e scolavo qualche drink alle feste organizzate da vecchi amici a Milano; a masturbarmi con l'immagine di lei che mi sfidava, poi che correva e infine che si arrendeva a me, sotto allo soffione della doccia, sul divano, solo nella nostra seconda residenza a Como. Ed eccomi di nuovo lì, con lei, dopo aver trovato fondamento alla preoccupazione della Rossa nei suoi confronti. Avevo anticipato il mio ritorno di due giorni in seguito alla sua chiamata ed ero andato a cercare Erica, scorgendola in piazza, gli occhiali velati di vapore per colpa delle caldarroste che teneva in mano.

In quel momento mi osservava attraverso lo specchio, senza muoversi di un centimetro.
Seguì il mio riflesso e mi permise di scostarle i capelli di lato. Con indice e medio percorsi lentamente la sua schiena, godendomi la sensazione della sua pelle che si tendeva e rabbrividiva. Lei si inarcò appena, come se volesse fuggire da quel lieve contatto, per poi rilassarsi. Posai la mano sul suo fianco e lo strinsi leggermente. Intrecciai le dita dell'altra tra i suoi capelli e li raccolsi, arrotolandoli intorno al palmo, affinché potesse ammirarne l'effetto.

𝐁𝐮𝐫𝐧𝐢𝐧𝐠 𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬 [𝒾𝓃 𝓇ℯ𝓋𝒾𝓈𝒾ℴ𝓃ℯ✍️]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora