Dissennatori a Privet Drive

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L'estate che seguì superò di gran lunga in bruttezza tutte le precedenti.

Io ed Harry non ricevemmo, per due mesi interi, neanche uno straccio di notizia su cosa stesse succedendo nel mondo magico.

Così, eravamo costretti a nasconderci per cercare di ascoltare dai telegiornali babbani se ci fossero stati eventi catastrofici che potessero suggerire in qualche modo il ritorno di Voldemort.

Le poche volte in cui Hermione e Ron ci scrissero, furono estremamente criptici.

<Lyra, hai avuto qualche visione?> mi chiese una sera Harry, mentre passeggiavamo in cerca di vecchi giornali.

< No... solo incubi in cui rivivevo la notte al cimitero...>

Raggiungemmo un parchetto vuoto e ci lasciammo cadere sulle altalene.

Vidi chiaramente Harry guardarsi intorno nervoso, era sul punto di sbottare e lo capivo.

< Perché siamo bloccati qui? Perché nessuno ci dice niente?> urlò furioso.

<Harry...> cercai di tranquillizzarlo...

< Hermione e Ron sono insieme, lo so io e lo sai anche tu. Dalle loro lettere si capisce che sono al corrente di molte cose, ma perché noi siamo lasciati qui? Perché ci ignorano tutti?!> continuò imperterrito.

Lo guardai addolorata <Harry... ricordi? Già una volta pensasti che ci avessero abbandonati, che nessuno ci volesse bene e poi scoprimmo che c'erano delle motivazioni sotto...> provai a farlo ragionare, come le mille altre volte in cui avevamo affrontato questo discorso.

< L'altra volta, Voldemort non era ancora tornato! Senza di noi, neanche l'avrebbero saputo! Siamo noi che lo affrontiamo, noi che rischiamo di morire!>

Sospirai... non potevo dargli torto. Lanciai uno sguardo alla cicatrice sul braccio. L'anno precedente ero riuscita a salvarmi proprio per un pelo.

Restammo in silenzio per un po', finché non vedemmo Dudley tornare verso casa.

A quanto pareva, aveva picchiato un altro ragazzino di undici anni.

Harry lo provocò. Stava andando in cerca di scontri, voleva finire nei guai solo per sfogare l'ira che gli attanagliava il petto.

< Sta' zitto. Non avresti il coraggio di sfidarmi senza quella, vero?> sbottò Dudley, riferendosi alla bacchetta.

< E invece tu hai bisogno di quattro compari per darle ai bambini... coraggioso!>

<Aspetta che dica a papà che...>

< Ah, adesso corri da papino, eh? Il suo figlio perfetto ha paura della brutta bacchetta di Harry?>

Dudley ci guardò con un sorrisino < io almeno non temo il mio cuscino! Vi ho sentiti, ieri notte>.

<Cos'intendi dire?> m'inserii nel discorso.

< tu stavi piagnucolando " é tornato, il cimitero! Ah, il braccio. Non si faccia uccidere, la prego!>

Avvampai all'istante, ricordando il sogno a cui faceva riferimento mio cugino

< E lui... nessuno mi vuole bene, i miei amici... noooo!>

Appena Dudley finì di parlare, il cielo si fece nero e un freddo gelido piombò su di noi. Fummo circondati da un'oscurità totale, impenetrabile, silenziosa...

< C-che succede?> squittì la voce terrorizzata di Dudley.

<Shhh...> gli feci <zitto e non muoverti!>

Le avventure di Lyra PotterDonde viven las historias. Descúbrelo ahora