Un elfo domestico in casa

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Lyra aveva trascorso una delle estati più brutte della sua vita. Essere ritornata a stare dai Dursley, dopo un anno vissuto ad Hogwarts tra incantesimi e peripezie, l'aveva completamente buttata giù. Aveva odiato ogni singolo istante in quella casa. Non sopportava gli zii, non sopportava Dudley e, soprattutto, non sopportava di non poter usare la magia. Le avevano perfino fatto rinchiudere il povero Ashram in una gabbia, senza che avesse il diritto di volare libero, il poveretto era così infelice!

<< Dai Lyra, poco più di un mese e saremo di nuovo a casa>> L'incoraggiò Harry, mentre scendevano per far colazione. La ragazzina lo abbracciò in risposta.

<< Ah, buon compleanno fratellone!>> Gli disse, guardandolo con un gran sorriso.

<< Grazie Ly, sono felice del fatto che almeno tu lo ricordi.>>

I Dursley erano già seduti al tavolo e stavano preparando il discorso per l'importante cena d'affari che avrebbero avuto quella sera. Appena li videro, li guardarono come se fossero stati degli scarafaggi.

Zio Vernon si avvicinò loro con fare minaccioso, puntandogli contro il dito << Vi avverto ragazzi, fate il più piccolo rumore, osate mandare al diavolo l'incontro con i Mason e non rivedrete mai più la luce del sole, intesi?>>

Harry e Lyra annuirono intimoriti. Sebbene fossero due maghi estremamente capaci, con il divieto di usare la magia fuori dalla scuola, non avrebbero potuto difendersi in alcun modo dalle punizioni degli zii.

"Solo un altro mese, poi sarà tutto finito". Si costrinse a pensare la ragazzina.

Finito di mangiare, si concessero una lieve boccata d'aria all'esterno. Raggiunsero il parchetto, a pochi metri da casa loro, e si gettarono esausti su una panchina. Harry aveva lo sguardo triste.

<< Pensi ancora che Hermione e Ron non ci vogliano bene?>> Gli chiese Lyra, aveva già affrontato un paio di volte quell'argomento con il fratello, ma lui continuava ad indugiare nel proprio risentimento.

<< Avevano promesso di scriverci. Non mi pare che ci siano giunte delle lettere...>>

<< Hmm...>> rifletté la sorella << forse c'è un motivo valido dietro tutto ciò.>>

<< Sì, che a nessuno frega niente di noi.>>

Lyra lo guardò, piegando la testa con aria compassionevole << Oh, no Harry...>> Gli mise una mano sulla spalla << dopo tutto quello che abbiamo condiviso, non devi pensarlo neanche per un secondo. Io ho fiducia in loro.>>

<< Ma hai fatto qualche sogno di recente?>> Le chiese.

<< No, da quando abbiamo sconfitto Voldemort non ho avuto ulteriori incubi. Anche le mie visioni mi hanno abbandonata, forse perché non c'è nulla di rilevante e magari quest'anno sarà più tranquillo.>>

<< Hmm... ma per caso Malfoy ti ha scritto?>>

Lyra trasalì << Harry, non ci hanno mandato lettere Hermione e Ron, ti pare che l'abbia fatto lui?>>

<< Chessò, a fine anno sembravate quasi amici...>> Le disse risentito.

La ragazzina scoppiò a ridere <<hai detto bene, quasi!>>

Anche Harry si concesse un lieve sorriso, ma durò poco. Zia Petunia li andò a chiamare e li costrinse a ripulire e sistemare l'intera casa. A fine serata, quando furono costretti ad andare a rintanarsi nella loro stanza poiché i Mason stavano giungendo, erano distrutti. Ma, aperta la porta, ebbero una sorpresa.

<< Ehm... salve...>> Li salutò una piccola creatura dalle lunghe orecchie da pipistrello e due enormi occhi verdi, grandi quanto palline da tennis, << Voi siete i fratelli Potter, è da tempo che Dobby voleva conoscervi, signori.>> Fece un profondo inchino.

<< Ehm... salve signor Dobby, posso chiederle gentilmente chi sia e cosa ci faccia qui? Si è perso, per caso?>> Gli chiese preoccupata Lyra.

Con grande orrore dei fratelli, la creatura scoppiò in un pianto disperato << Mai nessuno mi aveva rivolto parole così cortesi!>> E cominciò a singhiozzare. << Io sono un elfo domestico, costretto a servire una sola famiglia dalla nascita fino alla fine dei suoi giorni.>>

<< Oh... mi spiace molto, signor Dobby>> riprese la ragazza << Perché non si siede un po' e non ci racconta meglio perché è venuto fin qui?>>

Non l'avesse mai detto, l'elfo riprese a mugolare e a singhiozzare << Mai, mai nessuno mi aveva invitato a sedere, trattandomi da pari a pari!>>

Harry guardò Lyra, come a dirle "sta' zitta, fa parlare me". Prese per mano Dobby e lo fece accomodare sul letto, dove dopo un po' si calmò.

<< Sono venuto qui per avvertire Harry e Lyra Potter che quest'anno non devono tornare ad Hogwarts, cose terribili stanno per accadere!>>

Ci fu un silenzio rotto solo dal tintinnio delle posate proveniente dalla sala da pranzo e dal chiacchiericcio dei signori Mason.

<< C-cosa?>> balbettò Harry << Ma noi dobbiamo tornarci! L'anno scolastico comincia il primo di settembre, è l'unica cosa che ci aiuti a sopravvivere.>>

<< Sì, signor Dobby. Lei non sa quanto sia orribile stare qui. Questo non è il nostro posto, Hogwarts lo è.>> Finì il discorso Lyra.

<< No, no, no.>> Squittì l'elfo domestico << Harry e Lyra Potter devono rimanere qui, dov'è sicuro. Loro sono troppo grandi, troppo buoni, troppo gentili per essere perduti. Se Harry e Lyra Potter torneranno ad Hogwarts, correranno un pericolo mortale.>>

<< Meh... signor Dobby, questa non sarebbe una novità...>> commentò la ragazzina.

Lui la fissò intensamente << No, quest'anno c'è un complotto, un complotto per far succedere cose ancora più terribili alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.>>

<< Quali cose terribili? E chi sta complottando?>> Chiese Harry, ma l'elfo cominciò a sbattere la testa contro una lampada, facendo un rumore assordante. Da giù sentirono Vernon alzassi << Oh, Dudley avrà lasciato la televisione accesa, il mio monello!>>

Lyra e Harry nascosero giusto in tempo Dobby nell'armadio che la porta si spalancò.

<< Che diavolo state facendo?>> Sibilò lo zio << Un altro rumore e ne prenderete tante da rimpiangere di essere nati!>>

I due fratelli, tutti tremanti, fecero uscire l'elfo dall'armadio.

<< Lo vede perché dobbiamo tornare a casa? Lì è l'unico posto in cui abbiamo degli amici!>> Lo esortò Lyra, con gli occhi lucidi, era spaventata dall'idea di una punizione come quella dopo l'incidente con il Pitone, l'anno precedente.

<< Amici che neanche vi scrivono?>> Sussurrò Dobby maliziosamente.

Harry si abbatté ulteriormente.

<< Come fa a saperlo?>> Intuì subito la ragazzina.

<< Vi prego, non arrabbiatevi con me. L'ho fatto perché così speravo che se vi foste sentiti soli, non saresti più voluti tornare.>> E tirò fuori dalla sacca che aveva indosso una decina di lettere. Lyra riconobbe la calligrafia di Hermione e le zampe di gallina di Ron.

Lyra cercò di afferrare le lettere, ma Dobby si tirò via con uno scatto fulmineo << Le riavrete, se mi promettete di non tornare a scuola.>>

<< Non possiamo! Giammai!>> Rispose Harry. Lyra pensò che avrebbero anche potuto mentire, per una sera, ma va beh. Suo fratello aveva già decretato.

<< Allora, non mi lasciate altra scelta, lo faccio per il vostro bene!>> E scomparve.

Harry e Lyra ebbero un presentimento funesto e si avviarono di corsa giù per le scale, ma fu inutile. Un urlo disperato si levò dal soggiorno, Dobby aveva lanciato la torta di zia Petunia in testa ai signori Mason.

Per punizione, dopoessere stati brutalmente menati, furono reclusi nella loro stanza, con lesbarre alle finestre.

Le avventure di Lyra PotterWhere stories live. Discover now