Giorno 22 - Antidoto

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Lo so che il corretto ordine delle parole nel titolo dovrebbe essere: Tints, Tones & Shades (mancano anche altre diciture legate a questo mondo), ma ho arbitrariamente deciso di assegnare alle parole questo ordine per una pura questione di piacevolezza di pronuncia consequenziale delle parole. Spero capirete, grazie.


𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵

Prompt giorno 22: antidoto


[Canon Divergence]


IL MALE MINORE

2690 parole


Il corpo di Bloom si muoveva sul letto dell'infermieria di Alfea come colpita da continue scosse elettriche. Le vene messe in evidenza da tracciati neri che sembravano scorrerle al di sotto la cute. Gli occhi piangevano lacrime di sangue e sentiva le voci intorno a lei come fosse sott'acqua. Sudava e si contorceva, piangeva dal dolore contro la sua volontà e spilli di ghiaccio sembravano starsi conficcando nei pori della pelle arrossata dall'instancabile errato grattarsi. La nuca era madida di sudore, i capelli le si erano incollati addosso, così come i vestiti. Dalle voci che aveva riconosciuto, doveva essere circondata dalle sue amiche, Sky, il suo ex-ragazzo ormai, e le infermiere scolastiche di Alfea.

Non avrebbe mai dovuto dare ascolto alla voce che l'aveva guidata fin nello scantinato. Quello che aveva trovato in mezzo agli scaffali impolverati era la ragione del suo male, e nessuno sembrava avere idea di cosa si trattasse nello specifico, né tantomeno se era possibile curarla.

«Dobbiamo pur fare qualcosa, sono giorni che è in queste condizioni. E se morisse per il troppo dolore?» disse Terra con voce agitata, incredula davanti all'espressione di resa del resto del gruppo riunito intorno a Bloom.

«Non conosciamo l'origine certa del male, né che tipo di creatura l'abbia morsa...» rispose la preside Farah.

Bloom aveva incoscientemente preso in mano il libro dalla copertina in legno nero intarsiato, con uno stemma in bassorilievo sul fronte, che sembrava chiamarla a sé. Degli occhi rossi si erano piantati nei suoi azzurri e non era stata in grado di trattenersi dal proseguire la conoscenza della natura e scopo di quel misterioso manufatto. Una creatura simile a una vipera aveva preso vita dalla copertina ora interamente luminescente e l'aveva morsa sul collo. Aveva provato a staccarsela di dosso con la forza, incendiandola, mozzandogli metà del corpo, ma la testa della creatura rimaneva intatta e i suoi denti affilati restarono piantati nella sua carne; la sentiva cibarsi di lei, probabilmente del suo sangue, e in pochi secondi si sentì svenire. Fu ritrovata da Beatrix, che aveva avvisato subito Stella, che si era a sua volta diretta a Sky. Quest'ultimo, interrompendo la catena di passaparola, si era diretto subito dalla preside Farah, e così era stata portata in infermeria.

Quando Bloom aveva sentito, perdendosi qualche parola, il racconto dalla bocca di Aisha, rimastale accanto mentre lei era come in un sonno profondo—la sua mente in qualche modo cosciente—aveva riso mentalmente; pur essendo la situazione drammatica per lei.

Qualcuno le teneva la mano. Non era Sky, avrebbe riconosciuto la sua mano—forse... Doveva trattarsi sicuramente di Musa, probabilmente stava assorbendo il suo dolore. Si sentiva in colpa per l'amica, sapeva che quell'applicazione dei suoi poteri non era la parte preferita di Musa. Bloom avrebbe voluto dirle di non darsi pena, di lasciare che il dolore la inghiottisse—era colpa sua, in fondo, se si era cacciata in quel guaio; l'amica non avrebbe dovuto pagare insieme a lei. Ma le corde vocali sembrano più secche dei mazzi di fiori appesi nella stanza di Flora. Erano nella stagione del raccolto, e ogni mattina l'odore di quei fiori permeava l'intero dormitorio in comune. Era un bel modo di svegliarsi.

Shades, Tints & Tones [Bloom x Sebastian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora