Giorno 7 - Vergogna

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Lo so che il corretto ordine delle parole nel titolo dovrebbe essere: Tints, Tones & Shades (mancano anche altre diciture legate a questo mondo), ma ho arbitrariamente deciso di assegnare alle parole questo ordine per una pura questione di piacevolezza di pronuncia consequenziale delle parole. Spero capirete, grazie.


𝘘𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘦𝘤𝘪𝘱𝘢 𝘢𝘭 𝘞𝘳𝘪𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 𝘥𝘪 𝘍𝘢𝘯𝘸𝘳𝘪𝘵𝘦𝘳.𝘪𝘵

Prompt giorno 7: vergogna


[Canon Divergence]


VERGOGNA

890 parole


L'aveva baciata.

Sebastian l'aveva baciata, e Bloom non si era opposta in alcuna maniera. Anzi, gli si era spalmata addosso e aveva avvolto le braccia intorno al suo collo, tirato i corti ciuffi di capelli neri con le dita per non farlo sfuggire dal bacio-da lei, prima che la parte meno virtuosa di Bloom si fosse ritenuta soddisfatta del peccato che stava consumando a pieni polmoni.

Una volta separati, insieme ai loro respiri corti, le labbra ancora a un soffio le une delle altre, e i pozzi neri che erano gli occhi di Sebastian, Bloom si rese conto che è in quell'esatto momento che iniziò a farsi strada in lei la vergogna. Vergogna di essersi spinta oltre, vergogna di non avergli impedito di avvicinarsi a lei in quel modo, vergogna per aver tradito tutti: le sue amiche, Sky, la sua integrità e morale... Per l'ennesima volta, Bloom aveva sbagliato su tutti i fronti.

"Complimenti, non impari mai" si disse mentalmente, con sprezzo verso se stessa. La sua impulsività aveva da sempre contaminato tutti gli aspetti della sua vita, insozzando quei pochi legami che riusciva a costruire con le persone che provavano a stare al passo della sua spericolata vita. Ne aveva appena avuto l'ulteriore conferma.

«Non doveva succedere...» sussurrò Bloom a testa bassa.

Sebastian la teneva vicina a sé, non permettendole di fare un passo indietro, in tutti i sensi. Le sue grandi e calde mani poggiate sui fianchi di Bloom, in una morsa che portava alla mente immagini ben più ardite e peccaminose, aumentò il suo sentimento di confusione e smarrimento.

Si chiedeva se quello che era accaduto avrebbe cambiato le cose, se significasse che anche lei era perduta in una spirale di oscurità. Se le sue amiche, o chiunque altro, avesse scoperto quello che che aveva appena consumato nel negozio di Sebastian, con lo stesso uomo sinonimo di tutti gli attuali problemi che la Dimensione Magica presentava, nessuno-a parte, chiaramente, Sebastian-l'avrebbe mai voluta con sé... Aveva lottato una vita per appartenere a qualcosa, a uno scopo, ed era finita con il permettere alla parte più primordiale e oscura di sé di prendere il sopravvento.

«E invece era esattamente quello che doveva succedere, Bloom» le disse Sebastian. Con una mano le tenne una guancia, sfiorandone con il pollice lo zigomo. L'altra mano si spostò, fino a circondarle il retro della sua schiena bassa e ancorarsi al fianco opposto. L'attirò a sé e provò a baciarla di nuovo.

Quella volta, ripreso il controllo della sua persona, dopo che l'adrenalina del momento cominciava a scemare, evitò il bacio spostandosi all'ultimo; le sue labbra andaro a finire sull'angolo della bocca di Sebastian. Aveva calcolato male le distanze e non era riuscita a impedire il contatto intimo.

O forse, suggerì di nuovo quella zona della sua mente che la intralciava continuamente, non vuoi davvero sfuggire alle attenzioni di Sebastian.

Per allontarlo, e per allontanarsi, gli poggiò una mano sul petto e spinse forte, portando entrambi a distaccarsi definitivamente. Sapeva che la sua sola forza fisica non poteva essere stata abbastanza per riuscire a spostare il corpo di Sebastian lontano da lei, ma aveva apprezzato il fatto che lui non si fosse opposto fisicamente e che avesse assecondato il suo desiderio di spazio. Tuttavia, era confusa... Sebastian era davvero il gentiluomo che aveva conosciuto, quello simpatico e dallo spirito di protezione, o era davvero stata tutta una farsa e il vero Sebastian era quello che aveva fatto del male a tantissime fate solo per rubare loro i poteri e destinarli a una morte dolorosa? O si trattava di due metà appartenenti alla stessa persona?

Come poteva fidarsi nuovamente di lui, come poteva essere sicura che quello davanti a lei non fosse nuovamente una maschera di gentilezza e affabilità che le stava mostrando solo per convincerla a fidarsi nuovamente di lui?

Troppe domande, troppe possibili risposte e il tempo sembrava non bastare mai. La sua mente e la sua pancia le dicevano cose differenti, e lei voleva egoisticamente seguirle entrambe.

«Dimostrami che posso fidarmi di nuovo di te» lo sfidò, celandogli la parte più insicura di sé che bramava conforto e accettazione.

«Te l'ho già detto, sono una persona che ispira fiducia» le sorrise sfacciato, ma con una punta di quella che sembrava essere tenerezza che gli costellava i tratti del viso.

Poi Bloom ci pensò meglio, si fece due conti, e tradusse meglio quello che aveva davanti a lei; senza indulgiare in futili desideri di appartenenza. Ciò che vide a una seconda lettura, era un'espressione e aria di godimento che si sprigionava dalla figura immobile di Sebastian.

Sembrava un predatore pronto a lanciarsi sulla preda.

Bloom sapeva di non essere innocente, le sue azioni passate, circa la perdita di controllo dei suoi poteri, parlavano da sole, ma in quel momento capì di essere stata manipolata da Sebastian per tutto il tempo. Dal secondo in cui aveva messo piede nel suo negozio.

La vergogna si trasformò in rabbia e in una frazione di secondo l'intero negozio era in fiamme. Non si distinguevano più le pareti dal soffitto, tutto le crollava intorno come grandini di cemento. L'odore del fumo e della polvere le inebriava le narici. Respirò l'aroma della sua rivincita, seppur temporanea.

Sebastian scappò dal retro, probabilmente per andare a nascondere la sua di vergogna-sempre che fosse in grado di provarne.

Shades, Tints & Tones [Bloom x Sebastian]Where stories live. Discover now