Capitolo 12 pt. 1 - Il prezzo della gelosia

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Voltandosi, si alzò appoggiandosi su un gomito, ma mise a fuoco Ryan un pezzo alla volta.

«Hmm» mugugnò, assonnata. «Non ho fatto niente questa volta.»

«Lo so» disse Ryan, la sua voce era così calma che per qualche secondo pensò di stare ancora sognando.

Ryan torreggiava sopra di lei con lo sguardo serio dipinto in volto. Katherine si stropicciò gli occhi semichiusi, ancora intrappolata tra il mondo del sogno e la veglia.

«Ryan, che cosa ci fai qui?»

«Poco fa è arrivata Sophie, ti cercava, ma non riusciva a entrare nella tua stanza, così mi ha chiamato.»

«E non potevate telefonarmi, anziché irrompere senza permesso?»

Katherine sentì Ryan abbozzare un sorriso per poi allontanarsi, al suo posto spuntò la figura snella di Sophie. «Forza, alzati e vestiti» ordinò, e lei obbedì docilmente.

Rex, ancora accanto a lei, sbadigliò per il troppo trambusto e scese dal letto, seguendo Ryan fuori la stanza. Al suo posto, si sedette Sophie che solo in quel momento Katherine realizzò avere in mano un bicchiere da asporto. Lo fissò come in una sorta di trance.

«Te lo do solo se vieni con me a scuola» la ricattò.

«È ingiusto colpire sulle debolezze di una persona» la ammonì, cercando un minimo di farla sentire in colpa.

Comunque si alzò in piedi, ancora rintontita, mentre Sophie restava stravaccata sul suo letto, intanto che Katherine si andava a lavare il viso. «Come caspita avrà fatto a entrare?» si domandò, mentre passava lo spazzolino tra i denti.

«Che hai detto?» urlò Sophie dalla camera da letto.

Quando ebbe finito, tornò in camera e prese le prime cose che le capitarono sottomano. «Ryan» iniziò, mentre si sfilava il pigiama.

«Che ha fatto ancora?»

«È da quando è arrivato Braiden che si comporta in maniera ambigua» osservò, facendo attenzione a parlare a voce bassa.

«Che intendi?»

Katherine sbuffò, facendole un breve riassunto delle ultime ventiquattro ore, senza tralasciare il minimo particolare.

«In sostanza» riprese Sophie a racconto finito, «hai Ryan che ti desidera e Braiden che ti vuole come sua guardiana. La scelta è ardua!» esclamò Sophie, riassumendo in poche parole.

«Non c'è nessuna scelta. Tra Braiden e Ryan, sceglierei sempre e comunque il vibratore.»

Sophie impallidì e Katherine non poté credere di averlo detto davvero, ma all'improvviso entrambe scoppiarono a ridere.

«Non dirlo a nessuno dei due, non la prenderebbero bene. Anche se credo che a Lafyen non li abbiano ancora inventati.»

«Mi dispiace per loro.»

Quando terminò di prepararsi, lei e Sophie si avviarono con una certa fretta verso la macchina, prestando attenzione a non farsi scoprire da Ryan o da qualunque abitante di Palais Daviston. Non avevano la sicurezza che il professor Davis o Peter fossero rincasati, per cui era meglio non rischiare.

«Passiamo per le cucine» propose Katherine, quindi alla scalinata principale, svoltarono a sinistra, entrando dentro la porta scura scesero ancora una rampa di scale che le fece sbucare direttamente alle cucine. Un grande focolare in pietra e ferro battuto dominava la stanza, sotto cui le fiamme bruciavano incessanti. Sopra il fuoco, pentole e calderoni erano appesi alle catene, ma per fortuna della cuoca non vi era alcuna traccia.

Sgattaiolarono in fretta dalla porta che dava al giardino sul retro, raggiungendo la macchina di Sophie parcheggiata poco distante dall'ingresso principale. Con un po' di fortuna, Ryan sarebbe andato a controllare se avessero voluto fare colazione, prima di accorgersi che fossero scappate.

Sophie si bloccò di colpo, e Katherine per poco non inciampò.

Appoggiato alla macchina, spiccava Braiden, i capelli ricci scompigliati e l'aria da don Giovanni che gli illuminava il viso. Katherine superò Sophie, fronteggiandolo.

«Spostati.»

«Dove state andando?» chiese divertito, restando immobile, poggiato sul parabrezza. Sapeva che il professor Davis le avesse proibito di oltrepassare le difese di Palais Daviston, per cui se voleva che mantenesse il segreto avrebbe dovuto offrirgli qualcosa in cambio.

«A scuola» tagliò corto Sophie, e Katherine gli poggiò una mano sull'avambraccio, in un tentativo di smuoverlo.

«Sembra interessante... non ci sono mai stato» disse Braiden.

«Non ti perdi niente di che, te lo assicuro» disse Sophie, aprendo lo sportellone della macchina.

«Bene, ma vengo lo stesso con voi» esordì entusiasta come un bambino a cui i genitori avevano promesso una gita a Disneyland.

Sophie scoccò un'occhiata a Katherine, mentre lei lo guardava corrucciata. Non avevano tempo da perdere per degli inutili battibecchi, per cui acconsentì. «Sali» apostrofò, con un cenno del capo.

Braiden sorrise e salì sul sedile del passeggero, mentre una voce dal portone principale chiamò il suo nome, seguito da: «Dove credi di andare?»

«Indovina? Scommetto che puoi arrivarci anche senza un disegnino» rimbeccò lei, facendo per aprire lo sportellone della macchina.

Ryan, nel frattempo, si era precipitato verso di loro, impedendole di salire. «È fuori discussione» asserì, col suo solito fare imperioso che ormai cominciava a darle sui nervi.

«Non puoi impedirmelo!». Capì di essere inutilmente aspra, perciò si ammorbidì. «Ascolta, ho bisogno di sistemare alcune cose, prima di partire per Lafyen. Ti prometto che starò attenta» lo rassicurò, anche se sapeva che non si sarebbe lasciato convincere così facilmente. «E poi» riprese. «Ci portiamo appresso Braiden proprio per questo» disse, indicando con la coda dell'occhio dentro la vettura.

Ryan si affacciò all'interno, poi sospirò. «Vengo anch'io» decretò, senza dare la possibilità né a Katherine né a Sophie di ribattere in alcun modo.

IL RISVEGLIO DELLE GUARDIANEحيث تعيش القصص. اكتشف الآن