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Harry' s pov

Il giorno dopo Henry fece come gli avevamo suggerito e disse che sì, ci sarebbe andato, all'appuntamento. Credo che il motivo di quel repentino cambio d'idea fosse dovuto al fatto che gli fosse piaciuto molto Bill. Esteticamente, forse. Mi disse, peró, che non era solo per per quello. Gli piaceva il suo modo di muoversi e di parlare. Non aveva resistito, e lo era andato a salutare. Si erano dati appuntamento per il venerdì sera, in un bar. Henry aveva specificato che non volesse niente di troppo formale, perché altrimenti si sarebbe imbarazzato, e gliel'aveva detto proprio cosí. Gli avevo consigliato di essere sincero e mi aveva promesso che lo sarebbe stato. Louis era piuttosto curioso di sapere come sarebbe andata a finire, e lo ero anch'io.

Mentre ero in ufficio, durante una delle solite giornate noiose, dimenticandomi dell' unica regola tra me e Louis, che, tra l'altro, avevo istituito io, chiamai la mia segretaria e feci venire Tomlinson nel mio ufficio. Quando arrivó, aveva un' espressione giustamente meravigliata. Chiusi la porta dietro di lui e mi rimisi a sedere sulla mia poltrona in pelle nera con le rotelle rotte.
-"Che cosa... vuole?" Mi chiese, avvicinandosi.
-"Perché mi dai del lei?"
-"Siamo in ufficio, hai detto che.."
-"Lo so, lo so. Peró... non avevo niente da fare e.. tu sei solo due pareti in là.."
Venne ancora piú vicino, mettendosi a sedere sulla mia scrivania.
-"Ok, che cosa vuoi fare?" Usó un tono basso, con una punta di malizia.
-"Pensi sempre subito male. L'ultima volta che ti ho chiamato qui ti ho tirato un pugno...avevo paura a chiamarti di nuovo."
-"Non ti ho evitato, poi. Non sono scappato."
-"No, lo so, ma... volevo solo parlare un po'."
-"Anche l'altra volta dovevamo solo parlare."
-"Louis...devo chiederti una cosa."
-"Devo preoccuparmi?"
-"No -sospirai- non credo."
-"E allora, cosa devi chiedermi?" -"Perché.... perché..ti piaccio?" Dunque, non era nei miei piani chiederglielo davvero, ma ormai erano mesi che avrei voluto farlo, e quello mi sembrava un momento buono.
Aprí leggermente gli occhi e sul suo viso si dipinse un' espressione di pura meraviglia.
-"Non ti aspettavi che te lo chiedessi?"
Si ricompose e si alzó in piedi, avvicinandosi alla mia sedia e guardandomi come se mi stesse facendo uno scanner. Ok, forse avrei dovuto stare zitto. Fece girare la sedia, con me sopra, verso di sé ed avvicinó il viso al mio.
-"Credevo che fosse ovvio. Perché vuoi sentirtelo dire?" Aveva le sopracciglia aggrottate. Era davvero perplesso.
-"Uh... n-non lo so.." Ottimo, avevo perso l'uso della parola. Non riuscivo a dire niente senza farneticare. Continuava a guardarmi dritto negli occhi e non riuscivo a staccare lo sguardo dal suo.
-"Harry.." Inizió, ma non finì la frase. Mi fissava, aveva puntato i suoi occhi azzurri nei miei ed io non capivo piú niente. Quell'effetto me l'aveva sempre fatto, ma in quel momento mi aveva congelato.
-"Harry, davvero vuoi saperlo? Non lo so esattamente, il perché. Mi piaci e basta. Non mi sono chiesto il perché. Forse... é perché sei più riflessivo di molte altre persone che conosco. Perché non giudichi tutti. Perché sei razionale quando é opportuno esserlo, ma sai essere anche irrazionale quando serve. Sei la perfetta via di mezzo tra razionalità ed irrazionalità, sei paziente e non ti arrabbi quasi mai. E mi sembri felice. Non so se tu lo sia, ma lo sembri, e mi fa certamente bene stare con una persona così."
-"Uh, ok, scusami..forse non avrei dovuto chiedertelo, ma era molto che me lo chiedevo. Cioè...mi chiedevo come fosse possibile che tu volessi stare con me."
-"Pensavo che avessi più autostima, Harry, e che non servisse dirtelo, ma... vedi, hai ragione. A volte ci sono cose che bisogna sentirsele dire, per poterci credere a pieno. Quindi, hai fatto bene a chiedermelo. Non ho finito la risposta, peró."
-"Bhé...guarda, puó anche bastare...." Risi leggermente.
-"Oh, no, Harry. Non ho finito, me l'hai chiesto, adesso ti rispondo."
Si avvicinó ancora di piú a me, fino a sedersi sulle mie ginocchia.
-"O-ok" Sibilai, cercando di non guardare le sue gambe attorno al mio bacino.
-"Mi piacciono i tuoi capelli." Disse, con tono basso, passando una mano tra quest'ultimi.
-"Mi piacciono i tuoi occhi." Avvicinò il viso al mio, facendo scontrare, quasi impercettibilmente, il mio naso col suo.
-"Ah e anche le tue labbra." Ci passó un dito sopra, facendomi rabbrividire ancora di più. Eppure, erano mesi che ci toccavamo. In quel momento, peró, era come se mi avesse sfiorato per la prima volta.
Sembrava soddisfatto dell'effetto che mi aveva procurato, ma continuó.
-"Mi piacciono le tue mani." Me ne prese una e guardó ogni singolo dito.
-"E come scorrono sul mio corpo." In quel momento stavo boccheggiando, mi sentivo come un pesce arenato.
-"Mi piace il tuo culo." Sussurrato ció, me lo strinse leggermente con una mano.
-"Vuoi che continui? Perché da ora in poi parlerei solo del tuo fottuto cazzo e di quanto lo ami." Si avvicinó a me e mi leccò il collo, soffiandoci poi sopra.
-"N-no, ok, basta cosí. Mi hai convinto.."
-"Peccato, ci avevo preso gusto. Non sapevo che dirti queste cose ti facesse quest'effetto. Lo terró a mente." Aveva assunto un'espressione maliziosa, estremamente maliziosa.
-"Ottimo, ci sei riuscito." Gli dissi, cercando di riprendermi.
-"A far che?"
Abbassai lo sguardo.
-"Ti sei eccitato? - rise per un secondo, poi tornó serio- Mi piace anche il fatto che io ti ecciti cosí in fretta. Anzi, questa é la tua qualità migliore."
-"Spero che tu stia scherzando..."
-"Hai ragione, la tua qualità migliore è... bhè, lo sai, solo tu mi scopi così bene."
-"Meno male che dovevamo solo parlare."
-"Lo stiamo facendo. Non hai specificato l'argomento, e l'argomento più interessante, quando mi sei cosí vicino, é il sesso."
Sbuffai, alzando gli occhi al cielo, poi ripresi il contatto visivo e lo baciai. Non protestó, anzi, si spinse contro di me, muovendosi leggermente.
Il resto della giornata si puó immaginare. Rimanemmo chiusi nel mio ufficio fino all'ora di pranzo, poi ritornammo alla vita lavorativa di sempre.

Never be complete || LarryWhere stories live. Discover now