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Harry' s pov
Finimmo la cena e dividemmo il conto, visto che Louis minacció di mangiarsi una banconota se non gli avessi fatto pagare la sua parte. Una delle sue solite reazioni esagerate. Rubammo, come souvenir, qualche bustina di salsa piccante.
Salimmo in macchina e ci guardammo negli occhi per un po'. Credo che il nostro dialogo silenzioso riguardasse il 'cosa fare' dopo. Alla fine inziai io a parlare.
-"Possiamo andare al cinema? Non ho guardato i film che ci sono, ma qualcosa troviamo."
-"Cinema. - ci pensó un attimo- Sí, va bene. È tanto che non ci vado."
Misi in moto la macchina e partii. Il tragitto fu silenzioso, finchè Louis non incominció a parlare.
-"Se non si ha niente da dire, é meglio stare zitti. O no?"
-"Esatto Louis, quindi, perché tu hai iniziato a parlare?"
-"Perché ho qualcosa da dire."
-"Dilla allora."
-"Fermati nella prima laterale possibile."
-"Cosa vuoi fare?"
-"Se ti fermassi ora, lo vedresti." Purtroppo la mia curiositá era troppa, quindi accostai, fermandomi.
-"Spegni la macchina."
La spensi.
-"Bene, ora chiudi gli occhi e stai zitto. Non fare niente, appoggiati completamente allo schienale e stai fermo."
Lo feci, e continuó: -"Ascolta. Che rumori senti? Concentrati solo sull'udito."
Ci provai, ma non c'era molto da ascoltare se non il mio respiro, il suo e qualche auto che sfecciava nella perpendicolare alla stradina.
-"Harry senti qualcosa?"
-"Poco Louis. Cosa dovrei ascoltare?"
-"Niente. C'è calma, qui. Ecco, é così che mi vorrei sentire, se proprio devo sentire qualcosa."
-"Cosa si puó fare per farti sentire cosí?"
-"Darmi degli occhiali da sole, dei tappi per le orecchie..."
Mi girai e lo guardai negli occhi. -"Louis, non so come reagire o cosa dire."
-"Non dire niente.- sospiró - vieni qui."
Scavalcai il cambio e la zona del freno a mano e mi misi sulle sue ginocchia.
-"Harry... ti prego."
-"Mi preghi di fare cosa?"
-"Quello che vuoi. So di essere insopportabile, ma non voglio farci niente."
-"Non voglio cambiarti."
-"Neanche io voglio cambiare te."
-"Ah no. Troppo tardi Louis. Qualcosa in me é giá cambiato." -"Cosa?"
-"Bhè.. la concezione che ho dei nostri colleghi, per esempio. La signora di prima. E anche qualcosa che riguarda me stesso. Mi sto iniziando a fare delle domande."
-"Sono bravo a rovinare la vita delle persone."
-"Non credo. Sono più ottimista di te, sai? E posso essere anche piú menefreghista."
-"Non esserlo."
Mi abbracció, stringendomi.
Poi continuó: -"Non essere menefreghista. Sono io che ho dei problemi a relazionarmi col mondo, non voglio trasmetterli anche a te. Anche se... per difendersi da questa societá bisogna esserlo, alla fine, non significa che sia una buona cosa."
Annuii, poi tentai di cambiare discorso.
-"Louis, ora...vuoi andare al cinema sí o no? A me va bene tutto."
-"Sinceramente non lo so Harry. E se andassimo semplicemente in un bar a bere qualcosa?"
-"Sí. Va bene. Andiamo. Peró mi dovresti mollare ora."
Mi strinse di più e mi bació, con lentezza.
-"E se non volessi farlo?"
-"Rimaniamo qui per tutta la notte?"
-"Va' a guidare." Rise.
Tornai al mio posto e ripartimmo.

Qualche minuto dopo trovai un bar ed andai a parcheggiare.
Entrammo e mi accorsi subito che non era un bar. Era una specie di discoteca con bar all'interno e ristorante sul retro. Uno di quegli ibridi che non hanno molto senso. Louis la doveva pensare come me, ma non disse niente. Arrivati all'entrata gli richiesi se volesse davvero andarci, ed annuí, quindi varcammo la soglia della porta. La solita puzza di alcol, sudore e fumo m'investì. Il tizio del guardaroba ci prese i giubbini e c'informó che la serata era a tema. Ci si doveva mettere una collana di fiori hawaina, perché il tema erano le Hawaii. Louis non tentó neanche di protestare, se la lasció infilare e, appena abbandonato il guardaroba, se la sfiló e la mise sul banco del bar. Appena il barista ci vide, ordinammo qualcosa da bere. Lui acqua, io vodka. Aveva deciso di guidare lui fino a casa, così mi presi quello che volevo. Una volta finita la consumazione, per di più obbligatoria, lo trascinai verso la pista da ballo, nonostante fossi quasi certo che non gli piacesse molto ballare. Forse neanche io avrei voluto davvero farlo, ma la vodka decise per me. Una volta sul posto lo guardai e gli chiesi se volesse ballare. Lui annuí con un'espressione sconfitta. Gli misi le mani sui fianchi e lo tirai verso di me.
Ballammo per un po', poi mi stufai e lo riportai fuori.

Never be complete || LarryWhere stories live. Discover now