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Harry' s pov
Nelle settimane successive diventammo molto amici con Dory. Uscivamo quasi tutti i giorni, parlavamo di tutto, e ci fece conoscere anche alcune sue amiche ed alcuni suoi amici. Alcuni erano insopportabili, altri più simpatici. Nonostante tutto, ci divertivamo molto. I nostri colleghi non si accorsero di niente, un po' perché avevamo stabilito la regola di non parlarci in ufficio, per evitare inutili spargimenti di pettegolezzi e gossip che i nostri colleghi non vedevano l'ora di sentire. Anche io e Louis parlavamo il meno possibile in ufficio, ma quando eravamo a casa non facevamo altro che parlare. E, ok, scopare in tutti i modi possibili.
Una volta un'amica di Dory ci chiese se Louis ed io fossimo fidanzati. Lo eravamo? No. Louis diceva che fossimo in rapporto simbiontico e che quello fosse molto di più che esserlo. Non se ne parlava neanche di chiamarci 'fidanzati'. Iniziava ad urlare a proposito delle etichette, dicendo che non siamo delle marmellate su cui appiccicare un' etichetta. Già aveva fatto fatica a dire 'amore', figuriamoci parlare di 'fidanzamento'. Neanche a me piaceva molto, quella parola. Sapeva di 'trappola' da cui non si riesce a scappare più e di tremenda noia. Quindi, all'amica di Dory, rispondemmo che no, non lo eravamo, ma che probabilmente lo eravamo molto di piú di altri che si considerano così. L'amica non la prese molto bene, perché inizió a parlarci di quanto fosse meglio avere un anello di fidanzamento al dito, mostrandoci il suo. Louis dopo un po' s'incazzó e le disse che sperava che il suo 'fottuto anello di merda', parole sue, finisse nel suo luogo naturale, ovvero il water. E che fosse solo un 'oggetto metallico di forma circolare assolutamente inutile, neanche bello da vedere'. Lei se la prese e, dopo aver raccolto tutte le sue cose dal tavolino del bar in cui eravamo, se ne andó, marciando via con aria offesa. Credo che Dory stesse per morire dal ridere. Quella lì faceva parte della maggioranza delle amiche di Dory: le insopportabili. Ci credevo che Dory si lamentasse di loro...forse era un bene che non la capissero. Se l'avessero capita, avrebbe voluto dire che anche lei fosse come loro. Gli amici di Dory, invece, erano abbastanza sopportabili. Ci spiegó che, a seconda del suo umore, usciva con determinati amici. Sapeva in anticipo di quali argomenti le avrebbero parlato, quindi lei li aveva catalogati e, se aveva voglia di parlare di corsa, usciva con Jim, se aveva voglia di parlare di vacanze, usciva con Rick, etc.. Sia a Louis che a me, sembrava che Dory non ne potesse piú di tutti i suoi amici, amiche comprese, ma non riuscisse a liberarsene. Tanto che, ogni volta che uscivamo con lei, avevamo l'impressione che ci avesse portati per litigare con loro, così non le avrebbero più parlato. Non ne eravamo sicuri, peró. Louis, di certo, si divertiva molto a scardinare le loro convinzioni, lasciandoli sempre incazzati neri, confusi o in una profonda crisi esistenziale.
Un giorno, uscendo dall'ufficio, la incontrammo e ci chiese se volessimo conoscere il suo fidanzato. Ce ne aveva parlato poco, ma, se era come i suoi amici, doveva essere abbastanza insopportabile e tutt'altro che taciturno. Comunque curiosi, le annuimmo entrambi. Cosí, un sabato sera, Dory ed il suo fidanzato vennero a mangiare a casa mia. Convinsi Louis a non partire prevenuto nei suoi confronti e a mangiare vestito, vista la sua immutata abitudine di star senza vestiti continuamente.
Appena il campanello suonó, andai ad aprire, ma c'era solo Dory, che entrò in fretta, salutandomi.
-"Ciao, Henry sta chiudendo gli specchietti della macchina, arriva tra poco."
Nonostante avesse detto che sarebbe arrivato dopo poco, Dory chiuse la porta, dicendo: -"Suonerá." Io annuii, e tornai in cucina. Ero preoccupato, perché sapevo che Louis ci avrebbe litigato, in qualche modo. Avevo ancora chiaro in mente il ricordo della terribile serata con Cindy. Era una situazione diversa, ma Louis.. non era cambiato, era il nostro rapporto ad essere cambiato. Dopo un po' sentii di nuovo il campanello suonare, e chiesi a Dory di aprire. Doveva aver iniziato a piovere in quel momento, perché il suo fidanzato, Henry, era completamente bagnato. Lo guardai meglio. Aveva un cappellino da pescatore, blu sbiadito, completamente bagnato, tanto che gli aveva inumidito anche i capelli, degli occhiali con una spessa montatura nera di forma quadrata, in quel momento completamente appannati, un giaccone blu che probabilmente era di tre taglie in più della sua, dei pantaloni in fustagno, blu anch'essi, che gli erano corti e degli scarponi da montagna quasi bianchi che non c'entravano molto col resto. L'unica parola che mi venne in mente per descriverlo fu 'nerd'. Sembrava terribilmente nerd. Si muoveva un po' impacciato per il corridoio, probabilmente a causa degli occhiali appannati. Gli chiesi se volesse un asciugamano, e luí annuí flebilmente, alzando le spalle. Quando si fu asciugato, gli chiesi cosa fosse successo, e lui rispose partendo dalla descrizione del ciclo dell'acqua, arrivando, finalmente, dopo dieci minuti d'orologio, al fatto che fosse iniziato a piovere in quel momento e che non avesse pensato di prendere un ombrello, data 'la vicinanza della portiera della macchina alla porta di casa tua'. Fortunatamente lo interruppe il trillo del forno. Conoscendo Dory e temendo che Louis se la prendesse con me per aver cucinato un pollo, avevo optato per scamorza fusa e caprese, che non avevano molto senso insieme, ma non me ne preoccupai. Dory avrebbe mangiato il pomodoro e l'insalata volentieri, Louis la scamorza, ed Henry...non lo so. Dory ce lo aveva descritto come estremamente accontentabile. Ci disse che 'dove lo mettevi, lui ci stava, senza lamentarsi', quindi, sperai che si facesse andare bene quello che avevo preparato. Dopo aver sfornato la scamorza, la misi in tavola e chiamai tutti. Arrivarono poco dopo.
-"Spero che vi vada bene quello che ho fatto... ero abbastanza indeciso sul menu.."
Dory sorrise, poi disse:-" La caprese va benissimo, sia per me che per Henry."
Henry annuì leggermente.
-"Harry dammi la scamorza." Disse Louis.
-"Sapevo che avresti chiesto quella.." gli dissi.
Mi sorrise. Forse era di buon umore, quindi tirai un sospiro di sollievo.
Una volta serviti tutti, calò un silenzio tombale. Non sapendo che fare, cercai d'iniziare una conversazione.
-"Allora... Henry.. che lavoro fai?" Dory ce lo aveva giá detto, ma non avrei saputo che altro chiedergli.
Lui, dopo averci pensato un attimo, iniziò a parlare, e, mentre lo faceva, capii finalmente chi mi ricordasse. Clark Kent. L'alter ego impacciato e timido di Superman. Era uguale, anche se Henry non faceva il giornalista ed era vestito molto peggio di Clark.
-"Lavoro in un' officina.- inizió- Sono un ingegnere meccanico. Produciamo pezzi di ricambio per auto d'epoca e, nella sezione piú moderna, ne progettiamo di nuovi per auto elettriche. Sto anche lavorando ad un progetto per la costruzione di un prototipo di hover car."
Louis, fortunatamente, sembrava interessato e gli fece una domanda.
-"Le hover car sono quelle che dovrebbero sfruttare il magnetismo...vero?"
-"Sì- Annuì Henry- si potrebbe dire che siano le auto del futuro, anche se, come sapete, in Giappone stanno già viaggiando su treni che sfruttano lo stesso tipo di energia."
-"Sì,-intervenni io- ne ho sentito parlare."
Annuì e riprese a mangiare.
La cena andó avanti con noi che gli facevamo qualche domanda, e lui che rispondeva a monosillabi. Sembrava...spaventato? Forse era solo timido. Temevo che fosse geloso, o qualcosa del genere. O che ci odiasse. Quindi, quando lui chiese di andare in bagno, Louis lo accompagnó ed io potei chiedere qualcosa a Dory.
-"Secondo te... ci odia?"
-"No, anzi.. gli ho parlato molto di voi, voleva conoscervi. É fatto così, annuisce sempre e sta buono."
-"Ah ok.. ma é anche timido, vero? Mi sembra spaventato.."
-"Per me- Dory rise un po'- é perché gli ho detto che lo avreste scopato."
Gli occhi mi sabbero potuti cadere dalle orbite, in quel momento.
-"Ma..gli hai detto una cosa del genere davvero? Perché?"
-"Volevo solo vedere la sua reazione. Alla fine é venuto, no? Secondo me lui vorrebbe che lo faceste."
-"Ne sei sicura? Secondo me, no."
-"Se vi va, fatelo. Magari non proprio scoparlo, ma...qualcosa.."
-"Ma non saresti tu a dovergli fare queste cose?"
-"É più complicato di quel che sembra, Harry. So che sembra assurdo, ma ho un buon motivo per chiedervelo. Molto buono. Ora non te lo posso dire, ma se avró ragione, ti dirò tutto."
-"Dory ma.. sei sicura che lui sia d'accordo? Non credo che lo sia. É carino, perché tu non.." M'interuppe.
-"Perché non credo che gli piaccia, e non piace neanche a me. So che é carino. Anzi, se gli cavi quegli orrendi occhiali, gli metti a posto i capelli, e lo svesti, ti accorgi che é veramente figo. Ma.. lui non lo sa. Credo che sia.. frustrato dal punto di vista sessuale. Non ha detto di no a venire qui. Neanche quando gli ho detto che lo avreste scopato. Era preoccupato, ma é venuto. Penso che abbia bisogno di... non so, qualcosa."
-"Quindi vuoi che gli facciamo..cosa?"
-"Quello che avete fatto a me. Io gli voglio davvero tanto bene, ma non posso aiutarlo."
-"Io non so se sia una buona idea..."
-"Chiedeteglielo. Lo conosco abbastanza bene da sapere che non dirà di no. Magari annuirá senza troppo trasporto, ma annuirà."
-"Ok.. va bene. Dopo ne parlo con Louis, ma credo sarà d'accordo." Le dissi, ancora contrariato, peró.
Dory mi sorrise. -"Fidati di me. Ho davvero dei buoni motivi per chiedertelo."
-"Ma e se... non lo so.. non gli piace? Non credo che gli possa piacere.."
-"E se invece gli piacesse?"
-"Ecco, se gli piacesse, cosa faresti?"
-"Sarei contenta."
-"Sinceramente non ti capisco..."
-"Non capirmi, allora. Se Henry vi piace, se pensate di poter fare quello che ti ho chiesto, fatelo."
-"Ok. Ma.. no, va bene." Infine annuii, sospirando e ripromettendomi di chiederlo poi a Louis.
Quando tornarono dal bagno, Louis aveva un' aria scocciata, quindi colsi il momento per portarlo via e parlargliene. Ovviamente fu d'accordo. Anzi, sembrò piuttosto contento. Io ero ancora contrariato, ma alla fine smisi di pensarci. Appena tornammo, Dory ci guardò con aria interrogativa, ed io le annuii, sorridendole. Lei mi sorrise di rimando e chiese ad Henry se volesse ancora caprese. Annuì flebilmente, come sempre. Secondo me aveva bisogno d' imparare a dire di no a qualcosa. Diceva sempre di sì! Mi domandai se fosse così anche a lavoro. In tal caso, credo che avrei avuto paura ad usare una sua macchina.
-"É davvero sempre così? Anche a lavoro?" Sussurrai, di soppiatto, a Dory, che mi aveva raggiunto nell'angolo cottura per aiutarmi a portare i piatti.
-"No. A lavoro no. A lavoro é un'altra persona."
-"Ah bhé...per fortuna! Insomma.. se fosse così anche lí sarebbe un problema."
-"É così appena esce dalla 'modalità lavoro'. Sono sette anni che lo conosco, sette anni che mi dice di sì a qualsiasi cosa."
-"Ma non é che ha detto di sí a venire qui per questo? Lui per me non vuole che.."
-"Harry, fidati di me." Dory era veramente decisa.
-"Ok, ok. Adesso la smetto."
Mi sorrise e tornó in sala da pranzo.
Erano sette anni che lo conosceva, ma non sembrava che stessero insieme. Erano gentili l'uno con l'altro, ma quando si guardavano avevano la stessa espressione con cui si guarda un vaso etrusco chiuso in una teca di un museo. Lo guardi, ma non ti dice niente, dopo averne visti altri duecento uguali. É lì, ma che ci sia o meno, non t'importa davvero.

Tornai in sala anche io, e li osservai meglio. Non un minimo di coinvolgimento, non un minimo d'interessamento. Erano vicini fisicamente, ma lontani mentalmente. Non so se fosse perché Dory non era particolarmente brava a mostrare i propri sentimenti, e quindi Henry evitasse di mostrare anche i suoi, o se fosse perché nemmeno Henry era davvero preso da lei. Non ne avevo idea, ma sperai davvero che Louis ed io non diventassimo cosí. Era quello che volevamo proprio evitare.
Sorrisi a tutti, cercando di non far notare i miei pensieri tramite le mie espressioni.
Arrivó l'ora del dolce.
-"Io.. avrei dei gelato..come lo volete? Cioccolato, vaniglia oppure pistacchio?"
Louis lo prese al pistacchio, Dory alla vaniglia. Quando fu il turno di Henry, disse: -"Decidi tu." Quindi gliene diedi un po' di tutti, non volendo sbagliare.
-"Vuoi la panna?"
Alzò le spalle, lo faceva sempre anche Dory, ed annuì flebilmente. Gliela misi e lui ringrazió, iniziando a mangiare. Mi dimenticai della mia preoccupazione per quello che avremmo dovuto fargli dopo. Ero troppo curioso di vedere se avrebbe detto di no. Quasi speravo che dicesse di no, non perché non volessi farlo, a me andava più che bene, ma volevo sentirlo dire 'no'. Fino dove si sarebbe spinto con i 'sì'?

Never be complete || LarryDonde viven las historias. Descúbrelo ahora