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Harry's pov
Durante la settimana successiva, Dory mi chiese come mi fosse sembrato Henry, quindi pensai che quello fosse il momento giusto per indagare.
Eravamo davanti alla macchinetta del caffé, ma non c'era nessuno che rompesse.
Dopo averle dato le mie impressioni, le cominciai a fare qualche domanda.
-"Dory, sinceramente non capisco perché tu mi abbia chiesto quello che mi hai chiesto." Ok, la presi alla larga.
-"Non posso ancora dirtelo, ma Henry mi ha detto che gli siete simpatici."
-"Anche lui lo é. É solo veramente timido."
-"É fatto così."
-"Sì. É difficile farlo parlare."
-"Con voi ha anche parlato molto di più del suo solito. Quando gli presento qualcuno ci mette almeno quattro o cinque uscite prima di parlargli davvero. Non credo sia solo timido. Non vuole ammetterlo, ma é davvero difficile che gli piaccia qualcuno, che gli stia simpatico, insomma."
-"Bhé... almeno noi, se quello che dice é vero, gli stiamo simpatici..."
-"Con le mie amiche, ad esempio, non ci parla proprio. Loro lo guardano in continuazione, lo stuzzicano, ma lui...credo che non le sopporti proprio, -sospiró- come me."
-"Se non le sopporti, perché ci esci?"
-"Non lo so.. ho paura di non trovarne nessun altra, credo. A trentasei anni é difficile farsi nuovi amici."
-"Ok, forse non hai tutti i torti. Non perché tu non sia simpatica, ma perché..a quest'età hanno tutti da badare o alla famiglia o al lavoro..-ci pensai un secondo, poi mi venne un'idea per tornare a lei ed Henry- Dory, perché non vi siete sposati, tu ed Henry?"
Era pericolosa, quella domanda, ma lei non sapeva che Henry mi avesse raccontato quelle cose.
-"Perché? Perché... non.. non posso. Anzi, a dire il vero, non voglio."
-"Posso chiederti il perché?"
-"Sono assolutamente contro il matrimonio, intanto. Non dovrebbe neanche esistere, secondo me. Le mie amiche quasi mi hanno ucciso quando gliel'ho detto, ma sono certa che tu possa capire. Cos'é? Una carta, un atto formale, una gran cazzata. Mi si potrebbe obiettare: é una promessa. Ah, davvero? E che bisogno c'é di farla davanti a duemila persone? Che bisogno c'é di dirlo a tutti? É solo l'ennesimo modo per farsi vedere, per mostrare a tutti che hai finalmente trovato il tuo posto. Hai trovato la stabilità. Io non voglio stabilità. Io non cerco sicurezza. Voglio che la mia vita sia piena di imprevisti, imprevedibile e, soprattutto, instabile."
-"Ok, ma...Henry?"
-"Gli voglio davvero molto bene, ma non lo sposerei mai, come non sposerei mai nessuno. Non posso farlo. Non senti Louis? Siamo di passaggio. La vita é troppo breve per fare progetti."
-"Ma tu sei stata sette anni con lui..."
-"Henry non ha bisogno di sposarmi."
-"No, hai ragione. Ma cosa te lo ha fatto pensare?"
-"Il suo comportamento, il suo essere in generale. Mi sono accorta della sua poca volontà sin dalla prima volta in cui gli ho parlato. Gli va bene tutto, o meglio, così crede. Henry, quando vuole, sa essere veramente deciso, e, se davvero non gli stai simpatico, stai tranquillo che te lo farà capire. Certo, non si arrabbia mai ed alla fine fa tutto quello che gli chiedi, ma sta' sicuro che non ti rivolgerà la parola se non gli vai a genio. Io sono stata, suppongo, la prima amica che ha veramente considerato tale. Non sopporta quasi nessuno, ma non lo dice mai, per gentilezza, credo."
-"Ok. Ma a te piace Henry, dico... insomma, tu sei attratta da lui?"
-"Mi sta simpatico, gli voglio bene, mi piace vivere con lui, ma se tu parli di attrazione sessuale la risposta é no. Henry é bellissimo, lo sai anche tu, e.. tutti lo vogliono. Tutti tranne me. Non riesco proprio a pensarlo in questo modo. Lui...é come una specie di fratello, per me."
-"E siete fidanzati." In realtá sapevo la veritá, ma volevo vedere cosa mi avrebbe detto lei.
-"Bhé... a dire il vero.. lo siamo sì e no."
-"In che senso?" Non ne potevo più di fingere... ma alla fine lei mi raccontó esattamente la stessa storia di Henry.
-"E perché portate avanti questa cosa?"
-"Per abitudine, credo. Non ne abbiamo mai parlato. Qualche tempo fa mi ha chiesto se volevo provare a fare sesso con lui, ma gli ho detto che odiavo farlo, e quindi non lo facevo. Lui... non sono sicura che gli piaccia farlo. Anzi, credo non gli piaccia proprio. Dato che a me era piaciuto stare con voi, ho pensato che anche a lui potesse piacere. Forse é stato un po' folle chiedervelo così, anzi, senza il forse. Mi dovrei sentire in colpa per aver sfruttato il fascino, ok, nascosto, di Henry, ma penso che gli sia piaciuto e quindi non me ne pento. Io, inizialmente, non mi ero accorta di quanto fosse oggettivamente bello, me ne sono resa conto col tempo. Ogni mia amica gli correva dietro, ed anche alcuni miei amici. La prima volta che lo vedevano, da lontano, pensavano che fosse nerdissimo, ma appena gli si avvicinavano si accorgevano subito di quanto sia... Henry, ecco."
-"Bhé in effetti é.. sì, é veramente...cosí."
-"Lui non ne ha idea. Crede che sia perché faceva parte della squadra di rugby, ma è evidente che non sa guardarsi allo specchio."
-"Che cosa farai? Insomma.. adesso continuerete cosí?"
Lei sospiró, poi annuì.
-"Direi di sì. Cosa si puó fare? Ah! Adesso mi é venuto in mente che...eh.. ha chiesto di uscire con voi sabato sera. Magari potremmo andare a mangiare una pizza.. che ne dici? Sta volta non dovete fargli niente... tranquilli." Rise, e risi anche io.
-"E se glielo facessimo?"
-"Ah bhé in tal caso sarei veramente gelosissima." Disse cosí, ma si vedeva che era ironica.
-"Certo. Lo vedo."
-"Ok, detto proprio tra noi, non credo che gli dispiacerebbe."
-"Fagli mettere dei vestiti facilmente sfilabili. Ah.. e i boxer gli andavano bene?"
-"Sí! Incredibilmente sì. Sono della taglia giusta."
-"Era ora..."
-"Oh ma io cosa vuoi che ne sappia delle mutande da uomo?"
-"No, non mi freghi. Credevi che fossero taglia unica anche quelle da donna."
-"Non leggo le etichette dei vestiti... che differenza fa? Sono sempre fatti di stoffa ed elastico..."
-"Dillo ad Anna Wintour..."
-"Certo.- Rise- Se tu vedessi un maglione come lo vedo io... vedresti solo un ente materiale, composto da atomi, composti da protoni, neutroni ed elettroni. Niente di piú, niente di meno."
-"Ok...stai iniziando a diventare come Louis."
-"Lo conosco da diversi anni, ma ero cosí anche prima. Ci troviamo d'accordo su molti argomenti."
-"Lo vedo. Ma tu sei tanto pessimista, materialista ed ossessionata dalla morte quanto lui?"
-"Ah no. Quella é solo una sua prerogativa. Louis...é illuminato. Ascoltalo. É veramente disincantato, ci vede chiaro."
-"L'ha detto anche lui."
-"É conscio dei suoi pregi, ma anche dei suoi difetti. Ha scelto di rimanere esattamente com'é, senza tentare di correggersi o cambiarsi. É una decisione coraggiosa, che non tutti sono in grado di prendere."
-"Lo so, - annuii- forse é anche per questo che lo amo. Con i suoi pregi, e con i suoi difetti. Non ho intenzione di cambiarlo, anche perché se ci provassi, mi mollerebbe, o no?"
-"No, per me, no. Harry, ti ama molto più di se stesso. Non credo ci sia modo per fargli cambiare idea. Dovresti proprio... non so...diventare un assassino, ecco."
-"Giá. Ma sai quante volte ha cercato di farsi uccidere da me? Pensavo che fosse pazzo."
-"Ho una mezza idea sul perché te l'abbia chiesto..."
-"Tempo fa, quando l'ho conosciuto, era veramente in condizioni precarie. Poi é migliorato, ma rimane molto cupo e pessimista. Oltre che cinico e scettico."
-"Lo ameresti se non fosse cosí?"
-"Forse no."
Mi sorrise.
-"Vi amate molto piú di quello che sembra."
-"Forse- sospirai- é cosí."
-"Torno alla mia scrivania... ci sentiamo poi per sabato."
-"Ah sí! Certo."

Never be complete || LarryOn viuen les histories. Descobreix ara