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Harry's pov

Il giorno dopo fu davvero divertente vedere le amiche di Dory completamente ammutolite, per tutta la mattinata, fino al momento di salutarci.  La più arrabbiata fu quella che Henry ci fece identificare come la ragazza dello scantinato che era rimasta a casa con lui. In cittá era sposata, ma al lago... gli anelli facevano in fretta a sfilarsi. Dory scoprí quella storia in quel momento, e non ne fu tanto contenta. Non pensava di avere delle amiche che si spingessero a tanto, ma disse di esser contenta per aver capito finalmente per quale motivo Henry avesse un atteggiamento tanto ostico nei confronti delle vacanze al lago. Henry scrollò le spalle e disse: 'fa lo stesso, é passato'.
Tornammo in cittá e, quando fu il momento di riaccompagnare Louis e me a casa mia, chiedemmo ad Henry se volesse rimanere a dormire da noi. Annuì subito. Gli volevamo davvero bene, non riuscivamo piú a staccarci da lui. A parte l' attrazione fisica, che era veramente forte, ci piaceva stare con lui. Parlare per ore, sentire le sue storie. Il suo non riuscire a dire 'no' lo aveva portato a firmare una quantità ingente di petizioni, comprare libri che non aveva neanche mai aperto e prendere caffé con un bel po' di ragazze, oltre le cose che ci aveva giá raccontato. Louis lo strigliava spesso, arrabbiandosi per la sua poca volontà, ma Henry rimaneva assolutamente cristallino e calmo. Non si arrabbiava mai, ascoltava Louis ed alla fine gli diceva sempre 'probabilmente hai ragione', lasciando trasparire un filo di disperazione dalla sua voce. Sospirava, ed aggiungeva, scuotendo la testa: 'non mi é mai davvero importato della mia vita fuori dal lavoro. C'era Dory, c'erano i nostri amici... non avevo motivo per interessarmi a quello che mi capitava. Accettavo il mio destino, senza chiedermi se mi facesse piacere o meno. Con tutti i problemi che ci sono al mondo, perché dovrei crearne anche io, dicendo di no a qualcosa?'. Anche questo, era collegato alla bassa stima che aveva di sè. O, forse, per pigrizia, evitava di contraddire chiunque gli si presentasse davanti. Louis lo voleva aiutare, ma a modo suo, quindi una sera lo portó al club. Inutile dire che Henry fosse davvero bravo a tirare pugni e tutto il resto, viste tutte le ore che passava in palestra. Dory programmava tutto, dalla quantità di esercizi che Henry e lei avrebbero fatto, ad ogni singolo pasto della giornata. Louis diceva che fosse ossessionata, ma non lo pensavo anch'io. Era molto attenta, quello sí, ma non ossessionata. Ci teneva davvero molto. 'Cosa possediamo davvero? Noi stessi. Questo qui- diceva, indicandosi il corpo- Ci dovremo abitare per tutta la vita, qui dentro, che ci piaccia o no. É la nostra unica vera casa, il nostro mezzo di trasporto più importante, nonché l'unica cosa che ci tiene in vita. Non dico che si debba amarlo, dico che si debba almeno provare ad accettarlo. Ha dei limiti, ma anche molte potenzialità. Vi parlo per esperienza'. E si perdeva nel raccontarci della sua adolescenza, passata a disprezzarlo. Giá, lo 'odiava', parole sue. Spesso diceva che ci fosse stato un errore, che lei fosse uno sbaglio, ma nessuno di noi capiva cosa realmente stesse cercando di comunicarci, sebbene cercassimo di dirle che lei non lo fosse assolutamente. Dory era semplicemente complicata. Più volte le avevamo detto di volerle bene, ma la risposta era sempre la stessa: 'non siete voi a dover volermi bene, sono io'. Noi sospiravamo e la abbracciavamo stringendola il più possibile, ma non credo fosse abbastanza. Il suo sguardo era costantemente triste, i suoi occhi riflettevano il grigio del cemento, ed eravamo sempre piú preoccupati, finché, un giorno di qualche settimana dopo, Dory scomparve. La cercammo dappertutto, ma non venne a lavoro, non tornó a casa, non frequentó la sua palestra, non contattó nessun suo amico o sua amica, non era nemmeno andata dai suoi genitori. Man mano che i giorni passavano, eravamo sempre piú preoccupati, e, nonostante avessimo già contattato la polizia, non ne avemmo notizie.
Avevamo iniziato a pensare al peggio, quando lei, dopo un fottuto mese, si presentó a casa mia.
Suonó il campanello, quindi andai ad aprire. Era sera tardi, quindi c'eravamo sia Louis che io. Lei, senza dire niente, entró e ci disse di chiamare Henry e di farlo venire lì, subito, quindi, mentre io gli telefonavo, Louis inizió ad urlarle contro, soprattutto sottolineando lo spavento che ci aveva fatto prendere. Dory rimase impassibile, e, quando Henry arrivó, con gli occhi fuori dalle orbite, i capelli spettinati ed il pigiama ancora addosso, Dory ci spiegó cosa le fosse successo. Seduti a cerchio sul divano, inizió a parlare, con la sua solita voce calma.
-"D'accordo, vi devo delle spiegazioni."
Tutti annuimmo, accentuando molto il movimento della testa, con ancora gli occhi spalancati.
-"Ho capito tutto." E si fermó. Aspettammo che ricominciasse a parlare, ma non accennava a voler aprire la bocca. Noi la guardammo con aria interrogativa, finché Henry non le disse: -"Cosa, hai capito? Dove sei stata? Cos'hai fatto? Ti hanno rapita?"
Lei sorrise, scuotendo la testa.
-"No, non mi hanno rapita. Ho capito cosa voglio."
-"E...cosa vuoi?"
-"Vedi, mi sono ricordata di una cosa. Ho visto un film, che mi ha ricordato quanto sia stata cieca per tutta la mia vita. Non voglio stare qui. Non voglio sare in questa città!- le s'illuminarono gli occhi- Io non posso rimanere qui. Henry, odiami, ma ti ho solo fatto perdere tempo. Noi non ci saremmo mai fidanzati, perché gliel' abbiamo lasciato fare? Mi piaci, fisicamente e mentalmente, - si giró verso Louis e me, rivolgendosi a noi- anche voi mi piacete, ma.. non posso. Semplicemente, non posso. Io..non posso stare con voi. Non posso stare in questa città. Non posso stare in questo continente..."
Noi ormai la guardavamo davvero straniti.
-"Io - continuó- Sig. Styles, mi voglio licenziare. Io, Henry, ti regalo casa mia. Vendila, affittala, abitala... facci quello che vuoi, basta che tu sia felice. E Louis.. grazie. Per tutto e niente. Non sapevo cosa dirti, ma sento di essere in debito con te per qualcosa, quindi ti ringrazio, qualunque essa sia."
-"Dory..ma...sei impazzita?" Le chiese Henry, ormai davvero sconcertato.
-"No, ora capisco, Henry. Tu non hai capito in tutta la vita, quello che io avevo compreso di te sin dalla seconda volta in cui siamo usciti insieme. Sette fottuti anni ho aspettato che tu capissi, ma..niente. Ero comoda, per te. E tu eri comodo, per me. Ma né io né te siamo fatti l'uno per l'altra. Perché a te piacciono Harry e Louis, e.. in genere i ragazzi, e a me.."
-"E a te?" Le chiedemmo in coro. Ormai eravamo curiosi. Henry, intanto..era abbastanza incredulo.
-"E a me..- prese un lungo respiro- dipingere. Mi piace dipingere."
-"Dipingere? Ma cosa c'entra con Henry e le sue preferenze sessuali?" Le chiese Louis.
-"Non posso spiegarvelo, se non lo capite. Comunque.. vado in Polinesia. Parto domani. Mi hanno assunta come personal trainer in un villaggio turistico. Lá potró dipingere quanto voglio, correre, stare in palestra..e fare quello che voglio. Se non mi piacerá, cambieró ancora. E ancora. E ancora. Chi ha detto che si deve stare sempre nello stesso posto? Non voglio avere vincoli e nemmeno legami col passato. Henry, considera la casa come un'ereditá. Fanne quello che vuoi, davvero. Non ti preoccupare."

Never be complete || LarryΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα