CAPITOLO QUATTORDICESIMO - parte 2

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Il buio calò lentamente, e Jeff era ancora lì, immobile, appeso all'albero. Non riusciva più a sentire il braccio destro, e provava un'insopportabile dolore alle spalle e alla schiena.
Il sangue fuoriuscito dalle innumerevoli ferite si era seccato sul suo petto, ma diversi squarci nella sua pelle ne causavano ancora la fuoriuscita.
Jane si era rifugiata da qualche parte nelle vicinanze, assieme a Jack. Il ragazzo non poteva vederli e non sapeva con precisione dove fossero, ma era certo che lo stavano osservando.
Sollevò lentamente le gambe intorpidite, e con una smorfia tentò di piegare la schiena, per poi tornare a lasciarsi pendere a peso morto.

......

Alle prime luci dell'alba, Toby, KageKao e Sally si erano avvicinati al luogo ove era tenuto prigioniero Jeff.
Il castano aveva insistito per ore, chiedendo a KageKao di lasciare la bambina fuori da quella situazione in modo da non farle correre rischi, ma lui non aveva sentito ragione.
-Farò in modo di proteggerla- aveva detto; difficile capire se fosse sincero oppure no.
Arrivarono tutti insieme fino a circa metà della lunga discesa, poi si fermarono. Toby ridusse gli occhi a due fessure, e lanciò lo sguardo in lontananza; nonostante gli sforzi, tuttavia, non vide Jeff. Non era più legato a terra dove si trovava prima.
Una sensazione di forte disagio iniziò a premere come un masso sul suo stomaco.
-Vado a controllare prima io- disse KageKao, con uno strano sorrido dipinto sul lato scuro della sua faccia.
Sistemò la sciarpa allineandola sul suo petto e compì un movimento rapido con le mani, scomparendo nel nulla subito dopo.
Toby spalancò gli occhi. Il suo potere era davvero incredibile.
-Adesso vado. Aspettate quì- echeggiò la sua voce.
Toby annuì e tornò a chinarsi sul bordo del dirupo, nella speranza di scorgere la figura di Jeff.
Sally sembrava spaventata, non avrebbe voluto tornare laggiù, così vicina a quei mostri. Una bambina della sua età non si sarebbe nemmeno dovuta trovare lì, a dirla tutta.
Slenderman era stato proprio un bastardo a mandarla a morire in quel modo.
Toby attese con impazienza diversi minuti, senza mai staccare gli occhi dal fondo del burrone. Voltò lo sguardo solo quando sentì uno strano ed improvviso ticchettio sulla sua testa.
Si alzò in piedi di scatto e sollevò lo sguardo. Era KageKao.
Era appollaiato sul ramo dell'albero, con un bicchiere vuoto in mano, e ticchettava sul vetro con un unghia.
-Allora?- domandò il ragazzo, impaziente e preoccupato.
-Ho brutte notizie- rivelò lui, seppur non sembrava per niente preoccupato.
-Che vuol dire?-.
-Sei divertente quando fai quella faccia preoccupata- disse KageKao, sorridendo malignamente. Saltò giù dall'albero fermandosi proprio davanti a lui, ed essendo molto più alto chinò leggermente il capo per guardarlo negli occhi.
-Jeff è messo maluccio- disse.
-Che vuol dire "maluccio"?- chiese Toby, sempre più angosciato ed impaziente.
-Lo stanno torturando proprio adesso, ed a giudicare dallo stato in cui si trova lo fanno già da diverse ore-.
Toby impugnò le accette, con un gesto istintivo. -Andiamo- esclamò frettoloso.
-Calma, calma. Vuoi farti ammazzare?- lo bloccò KageKao, poggiando una mano sul suo petto per arrestarne il movimento. -Organizziamo almeno un piccolo piano-.
Toby si liberò da quell'impedimento, rabbioso.
-Vuoi lasciare che lo uccidano?- grugnì.
-No, ma non voglio neppure che uccidano me- rispose l'uomo. -Dì un pò Ticci Toby, ancora non hai capito che Jack è più forte di tutti noi messi insieme?-.
-Mi chiamo solo Toby- esclamò il castano, deciso. -E non intendo abbandonare il mio amico-.

Che guerra sia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora