CAPITOLO SECONDO -parte 2

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Nella sala regnava un fastidioso silenzio.
Ognuno si guardava bene di farsi gli affari suoi, e di tenersi a distanza dagli altri. Soltanto il tipo con la maschera blu sembrava conoscere l'elfo, perché si era avvicinato a lui salutandolo ed ora stavano parlando, ma da quella distanza Jeff non poteva udire il loro discorso. L'efo sorrideva e gesticolava, indicando alcuni degli altri individui presenti.
Ad un tratto il moro si accorse che stava indicando anche lui, così sollevò la testa e lo scrutò con aria interrogativa.
Che diavolo voleva, quel nanetto verde?
Sbuffò e tornò ad appoggiare la testa al muro, ignorandolo. Con la coda dell'occhio osservava la lunga figura di Slenderman che se ne stava ancora immobile al centro della stanza. Sembrava un robot spento, non muoveva nemmeno il torace per respirare.
Jeff buttò aria fuori dalla boca con un'espressione infastidita. A quando pareva mancava ancora una persona.
Si chiedeva che aspetto avesse, vista la varietà di strani tipi che riempivano la stanza.
Passarono altri cinque minuti, poi Jeff voltò la testa captando un movimento alla sua sinistra.
Lo strano tipo con la faccia per metà bianca e metà nera, si avvicinò a lui sorridendo.
-Non conosci nessuno, eh?- disse mostrando uno strano entusiasmo, mentre l'espressione dipinta sulla parte bianca del suo volto cambiò leggermente. Fu allora che Jeff realizzò che il suo volto non era semplicemente dipinto.
-Non sono interessato a fare amicizia- rispose secco, intrecciando le braccia sul petto con un atteggiamento schivo.
-Peccato, pensavo ti interessasse sapere perché siamo stati riuniti quì- disse l'uomo, con aria provocatoria.
Jeff fece una smorfia. -Perchè, tu lo sai?-.
-So un sacco di cose-. L'uomo sorrise malignamente ed avvicinò il suo viso a quello di Jeff, con dei movimenti che il moro ritenne estremamente irritanti.
-Allora, vuoi saperlo?-.
-No- rispose lui. Era ovvio che in realtà fosse interessato a sapere per quale motivo aveva dovuto farsi tutta quella strada per giungere a quella specie di riunione, ma quell'individuo sembrava essere tutt'altro che affidabile, e anche se glielo avesse detto, non avrebbe potuto avere la certezza che fosse sincero.
-Come vuoi- concluse l'uomo dal volto bicolore, girandosi di spalle per tornare al suo angolo -Comunque puoi chiamarmi KageKao-.
-Jeff- si limitò a dire il ragazzo, distogliendo lo sguardo.
KageKao si voltò, e sorridendo disse: -Lo so-.

......

Passò un'altra noiosa mezz'ora, poi all'improvviso la porta d'ingresso cigolò catturando l'attenzione di tutti i presenti.
Entrò una strana ragazza, con lunghi capelli neri ed una maschera a coprirle il volto. Su quest'ultima vi erano disegnati due occhi con contorno nero, i cui buchi erano celati da un pizzo dello stesso colore; sulla parte inferiore della maschera erano invece disegnate delle labbra, molto femminili e sempre rigorosamente nere.
Ciò che notò dapprima Jeff, fu che non appena la ragazza ebbe varcato la soglia passò lo sguardo su tutti i presenti, e si fermò posando gli occhi proprio su di lui.
In quel momento il corpo della ragazza si irrigidì notevolmente, i pugni delle mani si chiusero e, seppur fosse nascosto dalla maschera, fu chiaro che il suo viso era contorto in un ghigno di rabbia.
"Ma che diavolo vuole da me, questa?", pensò Jeff staccando la schiena dal muro.
La fissò a sua volta, ed affondò la mano nella tasca della felpa per recuperare il coltello non appena la ragazza avanzò i primi passi verso di lui.
Afferrò il manico, ma proprio quando stava per estrarre l'arma nella sua testa iniziò a propagarsi quel disturbante suono che ormai aveva imparato a riconoscere.
Si portò una mano alla fronte, e notò che anche la strana ragazza si era fermata.
Girò gli occhi per guardarsi intorno: tutti i presenti si stavano tappando le orecchie.
Slenderman aveva iniziato il suo discorso.

Che guerra sia Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang