CAPITOLO PRIMO - parte 2

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Jeff si dondolò con aria scocciata fin fuori dalla villetta.
Era notte fonda e nelle strade non c'era anima viva; l'oscurità aveva inghiottito il paesaggio trasformandolo in un quadro cupo e malinconico.
Si incamminò con la testa coperta dal cappuccio della felpa bianca, mentre l'aria pungente della notte gli solcava le guance.
Doveva raggiungere Slenderman entro la sera successiva, quindi si sarebbe dovuto muovere subito.
Il rifugio distava molti chilometri, e non si sognava di fare uso di un trasporto pubblico essendo fin troppo riconoscibile. Avrebbe dovuto camminare nei boschi o nelle periferie, e raggiungere metà strada almeno entro il mattino, dato che poi durante il giorno sarebbe stato costretto a fermarsi.
Un ricercato di rango nazionale non poteva certo passeggiare tranquillamente alla luce del sole; inoltre, la sua pelle bianca ed i suoi occhi chiari proprio non la sopportavano, soprattutto perché questi ultimi non potevano contare sulla protezione delle palpebre.
Sistemò con cura il suo fidato coltello nella tasca della felpa, ed iniziò a correre a grandi falcate, nel buio pesto.
Slenderman aveva trasformato Jeff in un creepypasta circa cinque anni prima, e gli aveva fornito una resistenza fisica fuori dal comune, nonché la capacità di vedere al buio come un gatto.
Abilità utilissime, che utilizzava continuamente nella sua attività di serial killer.
Corse lungo le strade di periferia, poi nei boschi, nei campi, ed ancora nelle strade. Si fermò solo un ora e mezza dopo, per riprendere fiato.
Era resistente, ma anche lui aveva limiti.
Si mise a sedere ai bordi di un fiumiciattolo che percorreva in discesa un prato verdeggiante, dai cui fili d'erba danzanti proveniva il canto solitario di un grillo. Con il fiato corto prese una generosa boccata d'aria ed affondò la testa nell'acqua fredda. Un brivido attraversò il suo corpo.
Sollevò la testa di scatto e scosse energicamente i capelli neri, lunghi fino alle spalle. Poi si rialzò in piedi e riprese a correre, mente lentamente il cielo iniziava a schiarirsi.
Proseguì il suo viaggio per un'altra ora, senza alcuna sosta, fino a che il sole non ebbe iniziato ad illuminare di luce gialla i tronchi degli alberi attorno a lui.
Si fermò su un piccolo promontorio, e salì su un masso. In lontananza riuscì a scorgere un gruppo di palazzi; riconobbe quel luogo, era la città vicina al bosco ove Slenderman si rifugiava.
Sorrise nervosamente.
Non gli piaceva affatto quella situazione in cui improvvisamente si era trovato, ma non poteva che essere eccitato all'idea di rivedere Slenderman dopo tutto quel tempo.
Si mise a sedere a terra, seminascosto da un folto cespuglio, e si portò le mani dietro alla nuca.
Avrebbe dormito per tutto il giorno, come d'abitudine, per poi concludere il viaggio non appena fosse scesa la sera.

.....

L'orologio biologico di Jeff era infallibile, e lo fece svegliare proprio quando il sole era tornato lentamente a scendere dietro alla montagna.
Si alzò, stiracchiò la schiena con un ghigno e fece scrocchiare il collo roteandolo di lato.
L'ora era giunta.
Si incamminò, stavolta a passo lento, verso la città.
La aggirò con cura, e si inoltrò in quel bosco che, nonostante fossero passati molti anni, riconosceva fin troppo bene.
Alberi fini e molto alti ondeggiavano lentamente, spinti dal vento; le loro sagome componevano un paesaggio raccapricciante, al calar della sera.
Il ragazzo iniziò a camminare nel buio che nel frattempo aveva inghiottito l'intero bosco, con le mani affondate nella tasca e lo sguardo assente.
Pochi passi dopo, però, avvertì una presenza e fu scosso da uno spasmo d'adrenalina.
I suoi sensi acuti captarono qualcosa che si muoveva lentamente nel buio, come se si stesse nascondendo da lui.
"Slenderman?" Pensò rapidamente.
No. Non era lui. Che motivo aveva di nascondersi?
Doveva essere qualcun'altro.
Si guardò intorno rapidamente, mentre estraeva il coltello dalla tasca. I suoi occhi attraversavano la fitta oscurità senza alcuna fatica, e fu proprio grazie a questo che notò una figura umana muoversi nel buio.
Gli dava le spalle e stava camminando in direzione del rifugio di Slenderman. Non riuscì a vederlo bene, perché appena dopo averlo superato, l'individuo aveva subito iniziato a correre.
Tutto ciò che Jeff poté vedere furono le due grosse accette che teneva saldamente nella mano destra, poggiate sulla sua spalla.

Che guerra sia Where stories live. Discover now