CAPITOLO DECIMO - parte 2

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Toby tornò ad incamminarsi il giorno seguente, alla luce del sole.
Non sapeva bene perchè, ma sentiva dentro di se che qualcosa non andava. Una sensazione di profondo disagio gli attanagliava lo stomaco, seppur non fosse in grado di capirne appieno la motivazione.
Il cielo si era annuvolato, rendendo tutto il bosco molto più cupo del solito; tirava un po' più di vento e l'aria si era fatta più fredda. L'unica cosa positiva era che sembrava non esserci nessuno nei paraggi.
Sally lo seguiva in silenzio, stropicciandosi continuamente gli occhi a causa del sonno. Nè quella notte, nè tutte le altre, era riuscita a dormire anche solo per un ora, e si sentiva stanchissima. Muoveva distrattamente le esili gambine, preoccupandosi soltanto di non perdere di vista Toby: si fidava di lui, aveva ormai capito che non le avrebbe mai fatto del male. Era diventato il suo punto di riferimento, perciò era terrorizzata alla sola idea di perderlo.
-Hey, Sally?- disse il ragazzo, voltandosi verso di lei. -Tu conosci gli altri?-.
La bambina abbassò timidamente lo sguardo, e scosse la testa.
-Ho capito. Non importa- rispose lui riprendendo a camminare. Ma pochi passi dopo si fermò ancora, perchè sentì la piccola iniziare singhiozzare. Voltandosi, la trovò in lacrime, con le mani a coprire la faccia.
-Sally? Che hai?- disse, avvicinandosi.
-Ora tu mi abbandoni perchè non ti servo...- disse lei continuando a piangere rumorosamente.
-Ma di che stai parlando?- esclamò il ragazzo, afferrandole i polsi per scoprirle la faccia. Aveva gli occhi gonfi di lacrime e la bocca piegata all'ingiù.
-Io non voglio abbandonarti-. Si sfilò la maschera e gli occhiali affinchè la piccola potesse vederlo in volto, e le disse, con il tono più dolce e rassicurante che riuscì ad improvvisare:
-Non ti abbandonerò, promesso-.
Sally si asciugò le lacrime con la mano, ed accennò un sorriso forzato.
-Dobbiamo muoverci adesso- continuò Toby tornando ad infilarsi la maschera di ferro.
-Ho un brutto presentimento riguardo a Jeff...-.

.......

Toby e Sally camminarono ininterrottamente per un'altra ora, esplorando il bosco palmo a palmo. Nessuna traccia di Jeff, nè di tutti gli altri.
Ad un tratto, però, qualcosa attirò l'attenzione del castano; c'era un oggetto a terra.
Si avvicinò con la fronte aggrottata, e si abbassò chinando le ginocchia per vedere cosa fosse.
Lo riconobbe all'istante: era il coltello di Jeff.
Subito si guardò intorno nervosamente, ma non vide nessuno.
Adesso aveva la conferma che gli fosse accaduto qualcosa, ed iniziava a temere per il peggio. Raccolse il coltello e lo porse a Sally, allargando un piccolo sorriso.
-Questo puoi usarlo per difenderti se ne avrai bisogno. Ok?- disse nervosamente, evitando di rivelare alla bambina la probabile gravità di quella situazione.
Lei lo afferrò con un pò di incertezza, ed annuì con un lieve cenno del capo.
Toby sapeva bene che probabilmente non sarebbe servito a niente fornirle un'arma, dato che la piccola non sembrava saperla usare; ma si disse che era pur sempre meglio di nulla.
Fece per riprendere il cammino, ma un'altro dettaglio attirò immediatamente la sua attenzione: osservando a terra con attenzione, poteva scorgere un leggero solco che partiva proprio dal punto in cui aveva trovato il coltello allungandosi lungo la foresta.
La terra era stata schiacciata e le foglie spostate, in verticale; come se un copro fosse stato trascinato via.
Prima il coltello, poi quei segni... Forse Jeff era morto, ed avevano trascinato via il cadavere. Oppure era vivo, ma svenuto o immobilizzato.
In ogni caso, Toby era deciso a seguire le impronte.

Che guerra sia Where stories live. Discover now