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•Jennifer•

All'improvviso qualcuno mi tolse il cappuccio che avevo in testa e indietreggiai spaventata non appena vidi il ragazzo davanti a me.
«T-ti prego...non farmi del male. N-non ho fatto nulla...» dissi quasi sul punto di piangere.
Ragazzo «Farti del male? Perché dovrei?»
Mi guardò attentamente e feci lo stesso anch'io.
Sembrava serio...
«I-io non lo so. Mi hanno portata qua...non so neanche dove mi trovo.»
Cercai di controllare le mie lacrime ma non ci riuscì.
Ero rinchiusa e non sapevo neanche cosa volevano da me...
«Sei su Hurun..»
Quando sentì pronunciare quelle parole mi bloccai a guardarlo.
Non riuscivo a credere che fossi su un altro pianeta, lontano da casa.
«I-io devo tornare a casa...non posso stare qua!»
Cercai di camminare ma sentì qualcosa attorno al piede.
Spostai il vestito che avevo ancora addosso e notai una catena attaccata direttamente alle sbarre della gabbia.
Ragazzo «Io sono Noah comunque.»
«Jennifer...» dissi soltanto.
Cercai di esaminarlo dalla testa ai piedi.
Era abbastanza alto con un fisico snello, gli occhi scuri e i capelli castani scompigliati.
Noah «Mi dispiace per ciò che ti è successo. Avrai fame...»
Mi passò attraverso le sbarre un pezzo di pane.
Lo guardai e, dopo qualche secondo, lo presi.
Mangiai in fretta quel poco che mi diede e poi lo ringraziai.
Noah «Sei una damigella di qualche persona importante?»
«Non proprio.» presi un respiro «Mio padre è il governatore del pianeta Osiris...avrei dovuto prendere il suo posto in questi mesi.»
Mi vennero alla mente la mia famiglia.
Sicuramente erano preoccupati...
Noah «Ah, ora capisco il vestito. Varrà qualcosa no?»
«Non ti darò il mio vestito se è quello che vuoi...»
Passai lo sguardo dal mio abito a lui.
Non poteva chiedermi una cosa del genere.
E poi a cosa gli sarebbe servito!?
Noah «Tanto qui non ti servirà.»
«È l'unico vestito che ho. Non posso stare senza nulla...fa freddo qui.» risposi ostinata.
Non avevo proprio intenzione di darglielo.
Noah «Posso procurarti qualcos'altro.»
Prima che potessi aprire bocca intravidi un animale spaventoso accanto a lui.
Per la paura feci dei passi indietro e indicai quella bestia totalmente nera.
«Oh mio dio! Ma che-che...»
Ero pietrificata per la paura e per poco non mi rimisi di nuovo a piangere.
Noah «Oh, lei è Shyra. Non devi avere paura.»
«Tu...e lei...» cercai le parole giuste ma non le trovai.
Ero confusa.
Che era quella "cosa"!?
Noah «È una mia amica e nessuno deve sapere che è qui. Okay?»
«É innocua?...»
Guardai le sue zanne poggiate sul terreno e feci dei respiri profondi.
Noah «Solo lei.»
«Che vuoi dire? Ci sono altri come...lei?»
Non riuscì proprio a seguirlo.
Noah «Si, nella foresta. L'ho trovata quando era una cucciola. Era caduta in una trappola e l'ho salvata. Da allora mi resta sempre accanto.»
«E la lasci qui?»
Noah «Beh, prima non c'eri tu. »
«Cambia qualcosa per caso? Tanto non posso neanche uscire...» toccai le sbarre.
Erano vecchie e arrugginite.
Noah «Tornerò domani con dei vestiti più adatti in cambio del tuo. Vieni Shyra.»
«Aspetta! Non puoi lasciarmi qua da sola...»
Mi appoggiai alle sbarre per attirare l'attenzione ma lui andò via senza dire nulla.

Di sera mi accovacciai in un angolo con le gambe al petto per provare a dormire.
Sentivo così freddo...
Cercai di coprirmi il più possibile con il tulle dell'abito ma all'improvviso udì un rumore strano provenire dall'esterno.
Mi strinsi di più nell'angolo e chiusi gli occhi per la paura.

La salvezza ha il colore dei tuoi occhi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora