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Dopo un'ora uscì dalla mia stanza e raggiunsi i miei genitori nella sala da ballo che era comunicante con il salone.
Notai che molta gente era già arrivata così mi affrettai ad affiancare mia madre.
Ophelia «Tesoro, finalmente. Aspettavamo te.»
Paul «Jennifer, vai a sederti per favore.»
«Ma sono arrivata adesso e vorrei-»
Non mi lasciò finire che si oppose ancora di più.
Paul «Non farmelo ripetere.»
Mi guardò in modo severo e strinsi il tulle del vestito.
Non dissi nulla e lentamente andai a sedermi al tavolo.
Passai la serata inchiodata alla sedia guardando da lontano tutta la gente.
Scherzavano, parlavano mentre io non potei fare nulla di tutto ciò.
Guardai più volte mia madre ma lei non mi degnò di uno sguardo in quanto era troppo impegnata ad affiancare mio padre nelle sue amate discussioni politiche.
Era un incubo.
Ad un tratto vidi alcuni ragazzi e uomini abbastanza grandi avvicinarsi al mio tavolo.
Lì guardai confusa e poi capì.
Mi stavano lasciando dei doni.
Alcuni portarono degli abiti pregiati, scarpe di ottima qualità, collane di perle e tanto altro.
Li ringraziai finché un uomo non si avvicinò.
Aveva uno sguardo ombroso e dal suo volto non trasparì nemmeno un sorriso.
Posizionò solamente un sacco pieno di soldi davanti a me.
Mi sentì in soggezione e abbassai il viso per non sostenere il suo sguardo.
Dopodiché si congedò e andò a parlare direttamente con mio padre.
Sembravano molto in sintonia.
Provai a capire il loro labiale ma fu tutto inutile.
Mio padre si girò dandomi le spalle e continuò la sua conversione con quell'uomo.

Ero davvero annoiata.
Provai ad alzarmi ma mia madre spuntò all'improvviso mettendo tutte e due le mani sulle mie spalle per farmi risedere.
Ophelia «Tesoro, ti stai divertendo?»
«Come posso divertirmi se sto seduta tutto il tempo? Ci sono pure i miei amici laggiù...»
Ophelia «Ci parlerai dopo. Hai visto che stanno portando pure la torta?»
Mi guardai in giro e alla fine la vidi.
La stavano poggiando su un tavolo molto grande.
Tutti si girarono per guardarla e dopo si avvicinarono.
«Posso andare almeno a vederla da vicino? Stanno andando tutti lì...»
Quando finì di dire queste parole notai mio padre avvicinarsi.
Paul «Ho parlato con Robert. È un uomo in gamba.»
Ophelia «Oh si, è così cordiale, non trovi Jen?» sorrise.
«Non mi piace per niente e vorrei alzarmi. Perché non posso fare nulla!?»
Mi alterai un po' ma questo atteggiamento svanì subito quando mio padre mi strinse un braccio.
Paul «Cosa fanno le donne Jen? Mi pare di avertelo detto in molte circostanze.»
«Vorrei solo godermi la festa come tutti...» dissi piano.
Paul «Lo stai già facendo. Comportati bene per una volta.»
Allentò la presa e guardai mia madre non proferire parola.
Paul «Devi solo stare in silenzio e sorridere. C'è tanta gente quindi vedi di non farmi fare brutte figure.»
Rimasi in silenzio e lui poi andò via insieme a mia madre.
Riprese a chiacchierare con altri collaboratori mentre io restai da sola.
Vidi alcuni camerieri servire gli invitati.
Gli diedero la torta e anche lo champagne.
Portai una mano alla pancia e subito chiamai una cameriera che si trovava alla mia sinistra.
«Potrei avere un po' di torta? Forse quel cameriere si è scordato a portarla...»
Cameriera «Mi spiace signorina ma suo padre ha esplicitamente detto di non portare nulla in quanto può sporcarsi l'abito.»
Ero allibita.
Cameriera «Buon proseguimento di serata.»
Mi sorrise e poi si allontanò con il vassoio in mano.
Ero infuriata ma non potei parlare.
Cercai di mantenere la calma e aspettai...
Attesi secondi, minuti e alla fine ore prima che finisse totalmente la serata.
Appena si concluse, finalmente, mi alzai.
Provai a sgattaiolare via ma mio padre mi prese per un braccio portandomi all'ingresso.
Paul «Non puoi mica andartene senza salutare. È maleducazione, Jen.»
Mi guardò arrabbiato e feci, purtroppo, come disse.
Strinsi la mano ad ogni persona finché non incrociai lo sguardo di Robert Defour.
Prima che potessi salutarlo come tutti gli altri mi prese delicamente la mano e gli diede un bacio.
Mi gelai sul posto e provai a parlare «Arrivederci...»
Quell'uomo che, poteva avere quasi la stessa età di mio padre, mi fece rabbrividire.
Non osai immaginare cosa gli passasse per la mente.
Quando varcò l'uscita rilasciai l'aria che avevo trattenuto in sua presenza.
Ophelia «Tutto bene, Jen?»
Annuì più volte «Non c'è nessuno...potrei tornare in camera mia?»
Paul «Ora si. Domani hai lezione alle otto, puntuale.»
«D'accordo.»
Salutai i miei e poi raggiunsi, sfinita, la mia camera.
Tolsi con forza i nastri che sembravano legati per sempre e poi lasciai cadere il vestito per terra insieme alle scarpe.
Inspirai un po' più del dovuto e poi misi il pigiama riposto sopra il cuscino.
Dopodiché mi abbandonai sul letto e provai a chiudere gli occhi.

La salvezza ha il colore dei tuoi occhi Where stories live. Discover now