64. Lo spettro

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Il fumo dei bracieri si alzava lento verso il soffitto che un'intricata rete di geometrie faceva assomigliare ad un immenso alveare dorato. In quella sala non c'erano finestre a differenza di tutte le altre. Si sentiva un intenso odore di cenere.

Corrado e Beatrice fecero alcuni passi in direzione della luce verde che proveniva dall'apertura nella parete. I loro occhi si abituarono presto alla semioscurità di quel posto.

"Hai ancora quei sassi?" chiese Beatrice.

"Sì, ne ho moltiplicati un bel po'... per averne una scorta. Sperò che funzioni"

"Perché non dovrebbe?"

"Non saprei, forse incantesimo annulla incantesimo" spiegò Corrado.

Beatrice lo guardò sollevando le sopracciglia in modo eloquente.

"Beh, meglio aspettarsi di tutto" si giustificò lui.

Arrivarono alla parete e si disposero ognuno ad un lato del piccolo ingresso. Corrado stringeva nel pugno una manciata di sassi e ne aveva data una anche a Beatrice.

Si affacciarono lentamente per osservare meglio e quello che videro li lasciò senza parole.

C'era un uomo, seduto su una sedia al centro della sala, immerso in un bagliore di luce verde che non aveva origine.

Se ne stava lì con le mani appoggiate alle ginocchia.

Una tunica scura lo copriva fino ai piedi e il cappuccio era calato sul viso celandolo per metà.

Era immobile.

Beatrice si avvicinò di qualche passo restando nell'ombra del passaggio tra una sala e l'altra. Lo osservò meglio, era ad una decina di metri circa ma riuscì a riconoscerlo.

"È lui!" disse sottovoce con le mani e la voce che tremavano.

Corrado impallidì e sentì il cuore galoppare fino al cervello.

"Ok, ok cerchiamo di restare calmi" si disse.

Beatrice tornò indietro.

"Non possiamo affrontarlo Corrado! Non possiamo nulla contro di lui!" disse con la disperazione e la certezza di una morte sicura e dolorosa stampata in faccia.

Corrado cercò di fare appello a tutta la sua calma e razionalità possibile perché trovò che in quel momento non avessero nessun bisogno di farsi prendere dal panico. Galeno era là fuori e rischiava la vita, di nuovo, per difenderli. Non potevano lasciarsi prendere dallo sconforto, non potevano mollare.

"Che facciamo?" bisbigliò Beatrice con la schiena incollata al muro.

"Usiamo il cervello... la sala era sorvegliata, perché?"

"Che intendi?"

"Perché uno come lui dovrebbe essere sorvegliato? Non è lo stregone più potente dei Sette Distretti?".

Corrado si spostò come un lampo sul lato di Beatrice e poi fece qualche passo in avanti.

"Aspetta! Così ti vedrà! Aspetta!" disse lei cercando di fermarlo.

"C'è qualcosa di strano guarda meglio" disse Corrado facendole segno di avvicinarsi.

Beatrice osservò la figura di quell'uomo e notò che era in grado di vedere le torce accese sulla parete di fondo attraverso il suo corpo.

Era trasparente!

"Ma che...?"

Corrado sentì diversi colpi provenire dalla porta dietro le sue spalle e al pensiero di Galeno che si batteva solo contro decine di Falene trovò il coraggio di fare quello che fece. Anche se a dirla tutta non si trattava di coraggio, forse per la prima volta nella sua vita Corrado spense il cervello e si affidò esclusivamente al suo istinto. Qualcosa gli diceva che dovevano solo provare a fermarlo, in qualunque modo.

Il PassanteWhere stories live. Discover now