30. La festa

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"Solo per poco" si ripeté Corrado davanti allo specchio.

Non aveva idea di come ci si dovesse vestire per una festa, lui non ci andava mai alle feste, neanche sapeva come era fatta una festa.

Sua madre era più nervosa di lui all'idea che avesse accettato l'invito di Beatrice, e poi chi era Beatrice? Nemmeno la conosceva questa Beatrice.

"E come tornerai a casa?" chiese Cecilia entrando di nuovo nella camera di suo figlio maggiore.

"Prendo la bici" rispose lui.

"La bici! Con questo freddo! Senti, dimmi dov'è questa festa e verrò a prenderti io"

"No, per l'amor del cielo mamma è già abbastanza imbarazzante così"

Sua madre lo guardava senza capire perché Corrado lo stesse facendo, lui non amava quel tipo di cose, si vedeva che non ne aveva nessuna voglia, eppure era lì davanti allo specchio a guardarsi come un ebete, senza sapere che maglietta indossare.

Corrado! Che non sapeva cosa volesse dire vestirsi! Un'assurdità...

"Bene, fai come ti pare. A mezzanotte ti voglio a casa. Intero" disse Cecilia uscendo dalla camera.

Dopo un secondo si riaffacciò.

"Quella blu, ti sta bene il blu" disse lapidaria.

Corrado chiuse l'anta dell'armadio, si era già guardato fin troppo per i suoi gusti, afferrò la maglietta blu, ci infilò sopra una felpa a caso e scese di sotto.

Suo fratello lo fissava sdraiato dal divano come se fosse un alieno, sua madre era scesa di sotto e borbottava in sala da pranzo con suo padre che si era attardato per la cena.

Corrado si diresse verso il guardaroba e afferrò il suo solito giubbotto marrone, una certezza, una sola nella vita. Si calcò per bene il berretto sulla testa e si avvolse nella sciarpa di lana.

"Allora... io vado" disse aprendo la porta d'ingresso con pochissima convinzione. Un po' ci sperava in un'opposizione netta dei suoi genitori verso quella che aveva tutta l'aria di essere una missione suicida. Ma i due non lo fecero.

"Hai le chiavi?" chiese suo padre.

"Da circa sedici anni, papà" rispose Corrado chiudendo la porta dietro di sé.

Vittorio si pulì la bocca e guardò Cecilia che aveva l'aria preoccupata.

"Sarà innamorato" disse.

Corrado sentì l'aria fredda della sera che gli pizzicava la faccia, si infilò i guanti e si infagottò come meglio poteva, poi montò in sella. Non aveva nessuna voglia di uscire ma l'aveva promesso a Beatrice, lei diceva che sarebbe stata una buona idea, farsi vedere da tutti una volta per sempre. Diceva che avrebbe reso le cose più facili e poi sarebbe stato divertente, voleva distrarsi. No, non sarebbe stata per niente una buona idea, Corrado ne era più che convinto e ancora non capiva cosa lo spingesse a pedalare nell'aria gelida di novembre, di notte, per infilarsi in una festa di cui non conosceva nemmeno il festeggiato...

Lo stomaco lo pregava di tornare indietro, la pancia pure.

Dopo una ventina di minuti arrivò congelato all'indirizzo che le aveva lasciato Beatrice.

Diversi motorini gli sfrecciarono accanto a tutta velocità e andarono a parcheggiarsi poco più avanti.

Corrado decise che non avrebbe proseguito oltre, stava quasi per tornare indietro quando sentì la voce di Beatrice che lo chiamava poco distante.

"Ehi! Eccoti ce l'hai fatta" disse raggiungendolo.

Indossava uno strambo giubbino fluo, un berretto di lana rosa con le orecchie da gatto, jeans strappati e grossi anfibi neri da soldato in pieno assalto. Nonostante l'evidente tentativo di sabotaggio restava sempre molto carina.

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